23 Novembre 2024 20:38

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23 Novembre 2024 20:38

Da Imperia a Madrid, l’arte di Fulvio Ioan attraversa l’Europa. “Nelle mie opere cerco sempre spontaneità e sincerità” / La storia

In breve: Nel corso degli anni, il 32enne si è cimentato nella creazione di numerose opere e nel perfezionamento delle sue tecniche.

Dal Maestro Ligustro al perfezionamento dell’arte dell’incisione a Madrid. È un percorso molto articolato e ricco di esperienze quello di Fulvio Ioan, 32enne imperiese, da tempo attivo nel mondo artistico.

Da circa un anno, Fulvio ha deciso di rimettersi in gioco e, dopo aver vinto, classificandosi al primo posto della graduatoria, una borsa di studio alla Casa de la Moneda di Madrid, ora si trova in Spagna per provare a dare un nuovo sbocco alla sua arte.

L’arte dell’imperiese Fulvio Ioan

Il“Master De Grabado y diseño gráfico” (Incisione e disegno grafico) che Fulvio sta svolgendo a Madrid è solo l’ultima avventura che sta vivendo nel mondo artistico. Nel corso degli anni, infatti, il 32enne si è cimentato nella creazione di numerosissime opere e nel perfezionamento delle sue tecniche.

Da quando sei partito?

“Dal settembre 2018 – racconta Fulvio a ImperiaPost – sono in Spagna per il “Master De Grabado y diseño gráfico” che frequento grazie alla borsa di studio che ho vinto. È un’opportunità per approfondire l’arte dell’incisione che danno solo a 8 persone ogni anno. Secondo me è uno dei posti più importanti d’Europa per questo tipo di pratica.

L’obiettivo è crescere artisticamente e cercare nuovi sbocchi per il mio percorso, che nel tempo si era un po’ arenato. Ho deciso di rimettermi in gioco e ce la sto mettendo tutta”.

Come ti definiresti?

“Un artista o meglio un creativo che si esprime attraverso le immagini, con la pittura e l’incisione”.

Dove hai iniziato il tuo percorso artistico?

“Ho iniziato il mio percorso all’Accademia di Belle Arti di Genova, quando terminati i miei studi di chimica all’ITIS, ho deciso di studiare Arte.

Successivamente al mio periodo in accademia sono entrato nello studio del Maestro Ligustro.
Ho conosciuto Ligustro quasi per quasi per caso, entrando un giorno nel suo laboratorio e chiedendo se potevo mostrare le mie prime incisioni”.

Com’è stato lavorare insieme al Maestro Ligustro?

“Lui fu da subito molto gentile, mi invitò ad entrare ed infine mi disse di venire quando volevo. Fu così che cominciai ad andare tutti i giorni a trovarlo. Col tempo cominciai a lavorare con lui e ad imparare le preziose tecniche della sua xilografia a colori. In questo luogo ho cominciato a confrontarmi con un mondo che voleva mettere al centro la bellezza nell’arte: era un laboratorio ed una ‘scuola’ cioè un luogo dove più persone condividevano una medesima visione del mondo e vi partecipavano attraverso la creazione di incisioni e xilografie”.

Cosa hai fatto successivamente alla chiusura dello studio del Maestro?

“Dopo la chiusura dello studio del Maestro, sono tornato a Genova dove, su consiglio dello scultore Piergiorgio Colombara, ho deciso di aprire un piccolo studio. Qua ho cominciato a lavorare con più autonomia e sviluppando un discorso ispirato alle fiabe e al loro potenziale di trasformazione.

Ero e sono affascinato dalla possibilità che viene raccontata ed offerta ai poveri e sfortunati protagonisti di trasformarsi in Principi o di trovare ricchi ed importanti tesori.

Questa idea di trasformazione è forse affine ad un discorso sull’arte dove il lavoro con colori e pennelli trasforma la materia in opere, cioè in immagini capaci di comunicare qualcosa.

Su questo tema, ho creato alcuni lavori ispirati alla cultura tedesca: è la fiaba Hans Mein Igel dei fratelli Grimm e le musiche Märchenbilder di Schumann. Da questa ricerca e da questi lavori è nata poi la mia prima mostra organizzata a Sala Dogana di Palazzo Ducale a Genova.

Nel frattempo ho realizzato un libro in xilografia con uno scrittore Francese Bruno Smolarz: ‘La jeune fille qui parle avec moi’ è un racconto-poesia. Un libro di un clima onirico e misterioso.

Per questo progetto ho lavorato per quasi due anni, un mare di lettere, letture, prove e discussioni. Ho inciso infine 74 legni per stampare 5 immagini, per 30 copie. Un lavoro infinito”.

Hai provato anche altre esperienze?

“Sì, circa due anni fa, cominciai a sentire il bisogno di rompere come una bolla che mi si era creata attorno, innanzi tutto era l’impossibilità a poter affrontare davvero seriamente questo percorso e anche la difficoltà di trovare sbocchi stimolanti per il mio futuro.

Passai vari mesi su internet e spedii alcune domande per provare a fare qualcosa.

Inizialmente fui invitato a Lipsia dove lavorai un mese assieme ad altri 4 artisti (Ulysses Beltz, Karla Orlando, Katja Zwirnmann, Soenke Thaden) per un simposio (Sachsen Druckgrafik symposion) che si svolge ogni anno d’estate.

Lavorai li un mese e fui molto contento, è stata un’esperienza molto interessante, dove ho potuto incontrare persone con cui sento qualcosa di bello in comune. Alla fine di questa esperienza è stata realizzata una mostra al teatro dell’opera della città ed un catalogo di cui sono particolarmente orgoglioso!

Nello stesso periodo mandai anche una domanda per una borsa di studio alla Casa de la Moneda (la Zecca dello Stato di Madrid, per intenderci la casa de pappel). Casualmente fui il primo classificato nella graduatoria ed ora mi trovo qui, al secondo anno di questo percorso”.

Ora cosa di cosa ti occupi?

“Ora a Madrid sto approfondendo le tecniche di incisione, ma anche la coniazione di monete e la stampa di banconote, l’incisione a bulino ed il lavoro su materiali particolari. E’ un lavoro-studio molto impegnativo e di precisione; difficoltà a parte, sto imparando e crescendo molto, sia dal punto di vista umano che nelle mie capacità e conoscenze.

Alla stesso tempo, sto frequentando alcuni artisti e creativi: cerco di condividere con loro un dialogo ed una visione sull’arte, portiamo avanti un discorso sull’espressione tramite immagini.

Assieme usciamo per fare festa, ma anche per discutere, per vedere mostre e per tenerci aggiornati. Mi piace confrontarmi con artisti di luoghi diversi, anche se non è sempre facile riuscire a capirsi.

Oltre alla lingua c’è una differenza di visione del mondo, una differenza di cultura visiva, tante cose per cui a volte è complicato.

Allo stesso tempo ho mantenuto i miei contatti con Genova, anzi Genova per me rimane un pò un luogo del cuore – un altrove lontano a cui molte volte penso e a cui vorrei tornare. A Genova, comunque collaboro con l’artista Luisa Rognoni Apedistri una ragazza creativa, pittrice e performer molto interessante quanto purtroppo ignorata”.

Quali sono i tuoi obiettivi?

“Posso dire che credo nella sincerità e nella spontaneità dell’arte e lavoro, nel mio piccolo, per quanto mi sia possibile, per portare la sincerità e la spontaneità all’interno dei contesti dell’arte contemporanea. Contesti troppo spesso freddi dove non è facile ricevere o comunicare dei sentimenti.

Non so dove finirò nei prossimi anni, a prescindere spero e cercherò di mantenere l’autenticità della mia espressione, quando e come potrò, almeno fino a che mi sarà possibile”.

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