Si è svolto oggi, in Tribunale a Imperia, il convegno organizzato da Camera Penale e Consiglio dell’Ordine degli Avvocati sul tema del “Processo senza prescrizione”.
Tribuanale: dopo il congresso a Taormina
L’UCPI dal 21 al 25 ottobre ha deliberato l’astensione dalle udienze dal 21 al 25 ottobre 2019 e la Camera Penale di Imperia ha aderito di buon grado all’indetta astensione che non vuole e non deve essere solamente un grido di allarme per chi è sottoposto ad un processo penale, ma lo deve essere per tutti i cittadini, i quali un domani potrebbero essere parte di un procedimento senza fine del quale sia come persone offese, sia quali imputati potrebbero vederne gli esiti dopo un tempo assolutamente non ragionevole.
Questa mattina, la CPIS, di concerto con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Imperia, ha organizzato un convegno presso l’Aula Polivalente sita nel Tribunale di Imperia.
Sono intervenuti il Presidente del CoA Avv. Bruno Di Giovanni nonché il Presidente della CPIS Avv. Fabrizio Cravero per evidenziare come i tempi di celebrazione dei processi, già enormemente dilatati per cause estranee all’attività difensiva, saranno destinati ad un ulteriore vertiginoso incremento, in palese contrasto con l’art. 111 della Costituzione”.
Fabrizio Cravero
“Il convegno è stato convocato come ci ha richiesto l’unione nazionale delle Camere Penali, durante l’astensione che è stata proclamata dal 21 al 25 ottobre dalle udienze penali.
Riteniamo che la riforma della prescrizione che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2020 crei una sorta di nuova figura di giustizia che è l’imputato per sempre.
Dopo la sentenza di primo grado la prescrizione si interromperà senza mai più ricominciare a decorrere e per questo la celebrazione dei processi, senza una riforma effettiva del procedimento penale potrebbe non avere mai più una fine. Creando un imputato per sempre.
Noi riteniamo che i processi debbano essere fatti in tempi ragionevoli affinchè la giustizia , sia per gli imputati, sia per le persone offese possa essere data in un tempo ragionevole e non dover aspettare la fine di processi, che già oggi possono essere celebrati. In alcuni casi abbiamo termini prescrizionali di 45, 50 e 60 anni, in un tempo che non è ragionevole”.
Che azioni volete intraprendere per contrastare questa decisione?
“Noi abbiamo già partecipato con il presidente nazionale a tavoli con il Ministro, nei quali abbiamo declinato la nostra idea di giustizia. Se si vuole riformare il Codice di Procedura Penale per rendere i dibattimenti più veloci, si deve puntare sulla riforma dei riti alternativi.
Non si può pensare di introdurre questa norma se non via sia una riforma del codice di procedura penale per quel che riguarda tutti i procedimenti che devono essere celebrati.
Continua l’interlocuzione con il Ministro per cercare di far comprendere le nostre ragioni. Speriamo che prima del 1 gennaio 2020 si ripensi a questa modifica , introducendo quelle che sono le riforme necessarie per celebrare i processi in tempi più rapidi”.