23 Novembre 2024 12:39

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23 Novembre 2024 12:39

Imperia: a 27 anni lascia la città per aprire una fattoria, la storia di Alessandra. “È sempre stato il mio sogno”

In breve: Da sempre appassionata di cavalli, e di animali in generale, Alessandra quest'anno è riuscita finalmente a realizzare il sogno di una vita, aprire una fattoria.

“Anche se sono cresciuta in città, il mio sogno è sempre stato quello di vivere in campagna“. Con queste parole la 27enne imperiese Alessandra Rommelli racconta ciò che l’ha spinta ad aprire una fattoria tutta sua, dove può finalmente dedicarsi alle sue passioni, la natura e gli animali, in particolare i cavalli.

Alessandra e il sogno di una fattoria che si avvera: la storia

Il diretto contatto con la natura e gli animali, l’allontanamento dello stress, il corpo sempre in movimento, l’aumento della concentrazione e dell’autostima. Sono questi solo alcuni dei benefici di vivere all’aria aperta di cui Alessandra, titolare della fattoria “Liberamente” nel primo entroterra di Imperia, è testimone.

Da sempre appassionata di cavalli, e di animali in generale, Alessandra quest’anno è riuscita finalmente a realizzare il sogno di una vita, aprire una fattoria.

Ecco cosa ha raccontato a ImperiaPost.

La storia di Alessandra Rommelli

Quando hai deciso di aprire una fattoria?

“Tutto nasce dalla passione che ho sempre avuto specialmente per i cavalli, ma per gli animali in generale. Dal 2006 ho sempre avuto almeno un cavallo, oltre agli altri miei animali, fino a quando, nell’estate 2018, ho deciso che avrei aperto qualcosa per tramettere la mia passione anche ad altre persone. Così, a inizio 2019, ho aperto la fattoria LiberaMente.

Da tanti anni frequento campagne e posti con animali. Anche se sono cresciuta per i primi dieci anni in città, il mio sogno è sempre stato quello di vivere in campagna e poi, quando ne ho avuto la possibilità, ho cominciato a prendere la mia prima cavallina, poi il mio secondo cavallino, e così via dicendo. Non mi sono mai fermata e chissà se mai un giorno mi fermerò.

È un obiettivo che ho in testa da sempre. Anche quando ancora studiavo, appena finivo la scuola prendevo il motorino e andavo in maneggio e stavo fino a sera, facevo i compiti con i cavalli e ogni tanto prendevo una pizza da asporto e mangiavo in scuderia.”.

Hai dovuto fare altri lavori prima di riuscire a realizzare il tuo sogno?

“Sì, ho dovuto fare molti altri lavori. Finita la scuola ho provato ad entrare nella facoltà di medicina veterinaria a Grugliasco (Torino), ma con esito negativo, così mi sono buttata su corsi per i cavalli e quest’anno sono diventata istruttrice base, per adesso! Mi sono mantenuta sempre tutto da sola quindi mi sono data da fare. Ho lavorato dalla fabbrica di saponi, alle gelaterie, come fattorina per poste private, come barista. L’unica cosa che mi appassiona veramente, però, sono gli animali.

Tuttora lavoro come salumiera in un supermercato della zona che comunque mi aiuta a sostenermi anche nei periodi più tranquilli dell’anno e mi permette di fare lavori di ampliamento in fattoria. Essendo una nuova azienda di lavori ce n’è sempre”.

Com’è la vita in fattoria? Devi fare molti sacrifici?

“Molti. Tutti i giorni mattina e sera gli animali vanno accuditi, bisogna dare fieno, pulire i recinti, dare acqua pulita e tutte le accortezze del caso, vedere se stanno bene di salute. Non esiste pioggia, freddo, vento, sole che tenga, loro devono mangiare ed essere puliti. Se per qualsiasi motivo dovessi mancare da casa i miei genitori sanno che i cavalli mangiano fieno e le galline il mais spezzato e non viceversa, ad esempio”.

Però gli aspetti positivi sono molti, vero?

“Si, per banalità anche solo vedere che tutti i miei animali vanno d’accordo tra di loro. Il cane è il miglior amico del gatto, il gatto si fa grattare con naso dai cavalli, le galline pittano nel recinto dei cavalli, il gatto dorme con i conigli. Insomma chi arriva per ultimo impara a convivere serenamente con tutti gli altri”.

Quali tipi di animali hai?

Cavalli, cani, gatti, conigli, oche, topini, un asino, galline (di cui ovaiole rosse, una cilena che fa le uova col guscio verde acqua, una francese che fa le uova col guscio rosso mattone) e anche 11 quaglie che ho fatto nascere incubando delle uova che ho comprato in un supermercato”.

Parlando di una delle tue più grandi passioni, i cavalli, quanti ne hai nella fattoria?

“Io ho 5 cavalli, di cui uno non è mio ma è in pensione da me. Oscar, 11 anni, è con me da tutta la vita perché l’ho preso che aveva solo 6 mesi. L’ho addestrato io. Oscar è un cavallo capace di gestire qualsiasi cosa, tranquillo, adatto sia per una passeggiata con dei bambini, sia con persone disabili, molto serenamente.
Un altro cavallo che ho si chiama Dusty, un puledro di 3 anni e mezzo e stiamo cominciando ora a fare qualcosa di doma, perché i cavalli fino a 5 o 6 anni di età hanno bisogno di sviluppare completamente lo scheletro osseo e muscolare, quindi per fare un lavoro abbastanza mirato bisogna aspettare che il cavallo sia pronto. Inoltre ho l’asinello, che io chiamo il taglia-erba, piccino, il pagliaccetto della fattoria.
Possiedo anche un pony che sa fare tutte le cose che fanno i cavalli, ma essendo alto solo 80 cm non può sostenere un peso maggiore di 40-50 kg”.

A quale cavallo sei maggiormente legata?

“Sono due: uno la mia prima cavallina, che ora non c’è più. L’ho avuta per 5 anni, era anzianotta, con vari problemi alle spalle, spaventata da tante cose, ex galoppatrice, aveva fatto tante gare. Ricordo che sdraiandosi si faceva sempre male ad uno degli anteriori e per curarla dovevo infilarle il piede in un secchio con acqua e sale. Era una cavallina che si spaventava sempre di tutto, ma si fidava ciecamente di me che ero una ragazzina. 

Oscar ce l’ho da sempre. L’ho preso nel 2008, ora ha 11 anni e quando sarà anziano io sarò una persona adulta, magari avrò una mia famiglia, ma lui sarà sempre un punto fermo della mia esistenza”.

Da quanto tempo addestri i cavalli?

“Ho cominciato a fare corsi di addestramento naturale e doma naturale nel 2011, ho fatto corsi tra Liguria e Piemonte sostenendo i vari esami annessi, con il primo brevetto, e poi ho portato avanti sia ciò che ho imparato nei corsi, sia quello che ho imparato proprio dai cavalli. Non tutti i cavalli sono uguali. Modifico l’addestramento in base al cavallo che ho davanti. Ci tengo a precisare che addestro solo i miei cavalli.
Non si finisce mai di imparare, ed io non finirò mai di fare corsi per imparare sempre più la loro lingua”.

Da quanto tempo fai equitazione?

“Ho cominciato a 4 anni in Toscana, perché io abitavo là. Adesso ne ho ventisette, quindi sono ventitré anni che, tra Toscana e Liguria, vado a cavallo.

Ovviamente a quattro anni i bambini non possono ricevere delle lezioni vere e proprie, però ho cominciato facendo volteggio su una cavallina, facendo praticamente ginnastica. Stavo in ginocchio, seduta al contrario, seduta di lato, in piedi sul cavallo. 

Quando poi sono diventata un pochino più grande ho cominciato a prendere lezioni vere e proprie su assetto, sulla comunicazione col cavallo. Io mi ricordo che quando andavo a scuola tutte le mie compagne volevano fare chi la ballerina, chi voleva giocare e pallavolo, io volevo solo andare a cavallo, cavallo, cavallo. I miei stessi genitori mi hanno dato la possibilità di provare tantissimi sport, più o meno tutti, però l’unico che mi è rimasto e che ho sempre voluto fare è stato solo l’equitazione”.

Hai mai partecipato a gare?

“Le uniche gare che ho fatto sono state a livello amatoriale. Le prime sono state ad Andora. In particolare di gincana, una prova di abilità e destrezza che a me e al mio cavallo Oscar diverte molto. Il percorso è a tempo. Il programma impegna il cavallo su vari esercizi tipo apertura di un cancello di corda, passi laterali, giro intorno ai birilli, qualche saltino piccolo, il back, il giro su se stessi, lo slalom, lo spostamento di un oggetto. E’ come una raffigurazione della monta da lavoro. Logicamente con Oscar abbiamo fatto tantissimi allenamenti per affrontare la gincana!”.

Cosa ti appassiona di questo sport?

“La comunicazione e la collaborazione con il cavallo.
Tutto quello che chiediamo ai cavalli non è un’imposizione, non è un qualcosa fatto dal cavallo in automatico. Il risultato del lavoro con il cavallo si ottiene perché è il cavallo stesso che vuole collaborare con te. Quindi se si ha un buon “dialogo” col cavallo si riesce proprio a stabilire un rapporto di lavoro, di collaborazione.
L’animale è istintivo. Riuscire a comunicare con lui e riuscire a fare delle belle cose è il risultato più affascinante di questo sport”.

Quali sono i ricordi più belli della tua esperienza nel mondo dell’equitazione?

“Uno dei più bei ricordi che ho è una passeggiata in Toscana in cui siamo entrati nell’acqua del mare. È stato veramente bellissimo sentire il rumore del cavallo che si muove nell’acqua. Il rumore degli zoccoli è diverso. È bellissimo vedere l’orizzonte, in una bella giornata di sole, e stare nell’acqua con il cavallo.
L’unico mio rammarico è che non ero sul mio Oscar.

Con lui invece ho un altro ricordo bellissimo. Un giorno abbiamo provato a fare tutti gli esercizi in libertà senza cavezza, lunghina, carrot stick. Lo guardavo e gli chiedevo delle cose: Oscar ha eseguito perfettamente tutti gli esercizi che gli avevo chiesto come se fosse la cosa più normale del mondo.

Per me i momenti belli si hanno ogni volta che il cavallo ti può sorprendere”.

Articolo realizzato con la collaborazione di Sofia Valle

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