Si è svolta questa mattina, venerdì 8 novembre, a Cervo l’esercitazione “Vardirex” (Various Disaster Relief Management Exercise), per testare la risposta sul campo, da parte degli organi competenti, in caso di eventi calamitosi come scosse sismiche, alluvioni, smottamenti e frane.
Partecipano all’esercitazione gli uomini e le donne della Sanità Alpina, che operano come volontari per l’Ospedale da Campo ANA e per le Squadre Sanitarie impegnati fianco a fianco, come un’unica realtà, assieme ai logisti, agli specialisti della Protezione Civile ANA e alle altre forze in campo.
Le Forze dell’Ordine sono presenti e coinvolte per garantire lo svolgimento di tutte le attività.
Vardirex 2019: ecco la simulazione svolta a Cervo
Lo scenario descritto dall’esercitazione militare anti-calamità che si è svolta a Cervo, ha visto la parte alta del piccolo borgo colpito da una frana a causa delle forti piogge dei giorni scorsi, provocando moltissimi feriti.
Per gestire l’emergenza, i feriti sono stati trasportati nella parte bassa del paese con una teleferica.
Giusti al posto medico avanzato, costituito dall’ANA, sono stati smistati via mare, via ambulanza e via aerea in base alla gravità dei loro codici (verde, giallo o rosso).
L’intervista al Magg. Elvio Pascale
“Si tratta di una simulazione di emergenza che avverrà nell’abitato di Cervo. Simuleremo che la parte alta del paese sia stata colpita da un evento franoso, a seguito delle forti piogge degli ultimi giorni.
Ci saranno parecchi feriti da gestire. Dalla parte alta alla parte bassa del paese sarà trasferito con una teleferica, successivamente portato nel posto medico avanzato costituito dall’ANA.
Qui avverrà il triage dove i feriti, sulla base dei codici che avranno, verranno trasferiti o via mare, o via ambulanza, o addirittura via elicottero all’ospedale da campo dell’Ana che sarà nella base di Diano Castello”.
Federica de Giuli spiega nel dettaglio come vengono gestiti i feriti
“Il soccorso unitario viene coordinato tramite il centro di coordinamento generale dell’operazione, in cui normalmente parte il 118, che in questo caso è solamente significativo in quanto si tratta di un’esercitazione.
Ci sono comunicazioni via radio dalla scena alla centrale operativa delle truppe alpine e poi al ccs in Prefettura, che coordinano tutta l’operazione.
Ci siamo attivati, siamo partiti con il presidio medico avanzato per arrivare sulla scena, stiamo aspettando il via libera dei Vigili del Fuoco per poi iniziare il triage per selezionare i pazienti con i diversi codici.
I codici rossi sono trasportati in barella sino alle ambulanze, che sono o della Croce Rossa o della Croce d’Oro, vengono portati in spiaggia e con il verricello trasportati in elicottero al campo di Diano Castello.
I codici gialli sono sempre portati in barella in ambulanza, le ambulanze li portano al molo di San Bartolomeo, dove vengono caricati sui natanti della Guardia Costiera che li porta al Porto di Diano Marina, dove ambulanze dell’ana li porta all’ospedale da campo. Abbiamo 12 tende, c’è la sala operatoria, il laboratorio analisi, radiologia, ambulatorio clinico e chirurgico, sala parto, pediatria, degenza. Una struttura imponente.
Se avessimo dei casi che richiedono un ulteriore livello di specialità che come ospedale da campo non possiamo affrontare, abbiamo un ufficiale di collegamento del 118 presente nella nostra tenda di triage, che simulando chiama la centrale e coordina il trasferimento del paziente.
I codici verdi vengono sempre trasferiti via nave da qua a Diano Marina, perchè nello scenario i due paesi hanno un collegamento via terra interrotto per questioni di inondazione del sisma.
Vengono portati con i pulmini ai natanti e poi dai natanti, con altri pulmini, in ospedale”.
Maresciallo Giuseppe Busico spiega l’importanza del soccorso via mare
“Abbiamo messo in evidenza la sinergia tra più enti, più corpi. Nello stesso corpo la sinergia tra sommozzatori e rescue runner, che è un nuovo dispositivo della Guardia Costiera per il soccorso sotto costa.
È capace di salire sugli scogli e scivolare nell’acqua dopo aver recuperato la persona in difficoltà.
Il nostro ruolo è simulare il soccorso in mare con degli operatori appartenenti al nucleo sommozzatori della Guardia Costiera, dotati di attrezzature da soccorso navale.
Per anni abbiamo operato nel canale di Sicilia in seguito a numerose richieste di soccorso. La Guardia Costiera ha ritenuto opportuno inventare la nuova figura di quello che è il soccorritore navale“.
Ecco i video dell’esercitazione