23 Novembre 2024 13:10

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23 Novembre 2024 13:10

Da Imperia a Dublino: “The New Music”, il film di Chiara Viale vince premio internazionale. “È la storia di un pianista affetto da Parkinson giovanile”

In breve: La pellicola ha conquistato i giurati dell'"Indie Cork Film Festival", uno dei festival più importanti nel panorama mondiale del cinema indipendente.

Ha vinto il prestigioso premio internazionale “Spirit of Indie Cork” il lungometraggio dell’imperiese Chiara Viale, intitolato “The new music”.

“The New Music”: lungometraggio di Chiara Viale vince premio internazionale

La 31enne imperiese Chiara Viale, a Dublino dal 2015, appassionata da sempre di cinema, ha realizzato il suo primo lungometraggio, curando sceneggiatura, regia e produzione.

La pellicola ha conquistato i giurati dell’“Indie Cork Film Festival”, uno dei festival più importanti nel panorama mondiale del cinema indipendente.

È il tuo primo lungometraggio?

“Sì. Ho lavorato a tanti cortometraggi e ne ho anche realizzati due miei, ma questo progetto è il più ambizioso a cui ho lavorato finora, in co-produzione con Philip Kidd. Abbiamo iniziato a girarlo nel 2017 e abbiamo terminato nel 2019. Il debutto c’è stato all’Indie Cork Festival, dedicato al cinema indipendente e ha vinto il premio “Spirit of Indie Cork”. Un’enorme soddisfazione.

Le mie speranze sono che il film possa essere visto il più possibile per arrivare a più persone più possibili, dato che si parla di amicizia, di comunità e di musica come mezzo di aiuto, quasi terapeutica.

Ho lavorato e gestito circa 50 persone. Parte dei costi sono stati coperti anche da un crowdfunding, che significa che in tanti hanno creduto in questo progetto”.

Quale storia racconta il film?

“È stato girato a Dublino e dintorni racconta Chiara a ImperiaPost – quindi è un’atmosfera urbana e bucolica. È la storia di un giovane pianista che scopre di avere il Parkinson giovanile, una forma rara della malattia, che gradualmente gli impedisce di suonare. In seguito alla diagnosi, ha una fase di rigetto e si rifugia a Dublino, dove finisce a divedere un appartamento con una band punk.

Il loro rapporto lo aiuta a superare l’adattamento a una vita nuova, il loro stile lo coinvolge e si unisce alla band per recuperare se stesso. Il protagonista riscopre una visione del futuro che è indipendente dalla condizione fisica in cui si trova. È un messaggio di speranza per le persone con malattia, ovvero che quando si ha una malattia non si diventa la malattia stessa, ma si rimane se stessi”. 

C’è un collegamento con una realtà che si occupa proprio di Parkinson giovanile?

“Sì, abbiamo iniziato a lavorare con un’associazione che si occupa proprio di Parkinson Giovanile, i cui membri sono stati coinvolti nel processo per dare un’idea veritiera alla storia.

Se film andrà in distribuzione, il ricavato andrà beneficenza all’associazione”.

Da quanto sei a Dublino?

“Dal 2015. Inizialmente come scrittrice, dato che sono arrivata con sceneggiature e storie. Il sogno di far parte del mondo del cinema ce l’ho da sempre, fin da piccola e dai tempi del Cineforum a Imperia, ma non ho mai avuto la possibilità di provare. Ho studiato al Liceo Psicopedagogico a Imperia e poi Lingue e Letterature Straniere a Milano.

A Dublino mi sono messa in contatto con gruppi di cinema amatoriale e ho portato avanti la mia passione in maniera molto indipendente, riuscendo ad avere le prime esperienze come regista.

Il mio sogno? Lo sto vivendo. Infatti vorrei poter vivere facendo il lavoro che mi piace, ovvero continuare a scrivere sceneggiature e occuparmi della regia di film. Nonostante la difficoltà che sta vivendo il cinema indipendente, spero di poter andare avanti in questo mondo”.

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