Quattro anni e 10 mesi di carcere. Questa la richiesta di condanna formulata questa mattina in aula dal Pubblico Ministro Alessandro Bogliolo per l’imprenditore Biagio Parlatore, sul banco degli imputati nel processo relativo al fallimento Gold.
Imperia: fallimento Gold, le richieste di pena del Pm
Il Pubblico Ministero Alessandro Bogliolo, oltre che per Parlatore, ha chiesto la condanna per Bruno Caretta (2 anni e 2 mesi di reclusione), Giona Capirossi (4 anni e 2 mesi di reclusione) e Antonio Vincenzo Gioia (4 anni e 5 mesi di reclusione).
Chiesta l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato per Lorenzo De Lorenzi.
Il reato contestato è “bancarotta fraudolenta in concorso morale e materiale e bancarotta patrimoniale e documentale”.
Erano state stralciate in fase di udienza preliminare alcune posizioni. In particolare, aveva optato per il patteggiamento l’ex sindaco Barbara Bonfante (2 anni di reclusione con pena sospesa), l’ex sindaco Giuseppe Lanteri (2 anni di reclusione con pena sospesa) e l’ex amministratore Maurizio Galperti (3 anni di reclusione con pena sospesa).
L’ex sindaco Nadia Carbone aveva invece optato per il rito abbreviato, venendo poi assolta.
Imperia: fallimento Gold, la difesa di Parlatore. “Io sereno, processo ha dimostrato mia estraneità ai fatti”
Al termine dell’udienza, Biagio Parlatore ha rilasciato alcuni brevi dichiarazioni a ImperiaPost.
“Sono sereno. Durante il processo è emerso che io non ho mai avuto a che fare con la nuova proprietà e con le condotte distrattive messe in atto. Anche il fisco, che mi aveva multato per milioni di euro, sequestrandomi i beni, ha disposto il dissequestro riconoscendo la mia estraneità ai fatti. Ho piena fiducia nella giustizia.
Il Pm fa il suo lavoro, ci mancherebbe, ma ho visto che il suo comportamento nei miei confronti nel corso degli anni è cambiato. Forse si è capito che non sono il criminale che era stato dipinto inizialmente”.
La storia
La GOLD Italia Spa, azienda di componenti per computer e televisori, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Imperia alla fine del 2009. Fondata a fine degli anni ’80 da Parlatore, poi venduta al Gruppo Radiomarelli, avrebbe lasciato oltre 5 milioni di euro di debiti. Gli uomini della Guardia di Finanza di Imperia che indagarono sulla società evidenziarono la presenza di fatture fittizie.
A dare il colpo di grazia alla società, in difficoltà economica dopo la vendita della stessa al Gruppo Radiomarelli, fu Guido Tallone, proprietario del capannone di via Nazionale nel quale la Gold Italia Spa stipava il materiale elettronico proveniente dalla Cina, che con un’istanza di fallimento per il mancato pagamento del canone di locazione, per oltre 100 mila euro, ottenne il sequestro preventivo della merce che era custodita al suo interno.
Parlatore ha sempre dichiarato la sua innocenza, asserendo che i problemi economici della società sarebbero scaturisti solo dopo la vendita della stessa al gruppo Radiomarelli.