Assolti perché “il fatto non costituisce reato”. È questa la sentenza pronunciata oggi, in Tribunale a Imperia, nell’ambito del processo che vedeva sul banco degli imputati sette attivisti accusati di disturbo alle persone e getto pericoloso di cose, nel corso della contestazione con uova e carta igienica in una tappa del tour elettorale dell’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini, avvenuta a Imperia nel 2015.
Contestarono Salvini con lancio uova e carta igienica, assolti
Durante l’udienza, il PM Barbara Bresci ha chiesto la condanna a un mese e 15 giorni di carcere per tutti gli imputati, Cafiero Guasco, Florio Noto, Guglielmo Mazzia, Francesco Scopelliti, Ingrid Pedrazzini, Valerio Romano e Roberto Raineri. Gli avvocati difensivi, Ferrante, Vitali e Fazio, hanno invece chiesto l’assoluzione perché “il fatto non sussiste”.
Il Giudice Monocratico Marta Maria Bossi ha assolto tutti e 7 gli imputati perché il “fatto non costituisce reato” per quel che concerne il reato di molestie e disturbo alle persone, e 6 dei 7 perché “il fatto non sussiste”, per quel che riguarda il reato di getto pericoloso di cose.
Unica condanna, lieve, con un ammenda di 200 euro, per Cafiero Guasco, per getto pericoloso di cose, in quanto immortalato dalla Digos nell’atto di lanciare delle uova.
La discussione
Pm Barbara Bresci
“Imputati hanno, per loro scelta, fatto opposizione a un decreto penale di condanna che prevedeva una multa pari a 2.500 euro. Si tratta di fatti bagatellari, che normalmente si concludono con una multa, senza processi, tanto che alcuni imputati hanno già pagato la sanzione.
I fatti sono chiarissimi. È emersa una chiara responsabilità degli imputati durante il dibattimento. È emerso che al momento della visita di Salvini si era formato un capannello di persone, tra cui gli odierni imputati, con l’intento di disturbarne l’intervento.
Hanno lanciato uova, che hanno colpito un operatore di polizia giudiziaria, due persone, e imbrattato il bar 11. La titolare, Monica Tondelli, ha confermato danni per lei e per la causa degli agnesini, i lavori ex Agnesi che dovevano incontrare Salvini.
L’elemento materiale è emerso come provato nel corso dell’istruttoria. Sono stati lanciati accendini, sassolini e altri oggetti. I responsabili sono stati riconosciuti dagli agenti della Digos e immortalati dalle immagini. Loro stessi hanno ammesso di aver lanciato oggetti, in particolare carta igienica. Chiedo la condanna per tutti gli imputati a un mese e 15 giorni di carcere”.
Avvocato Ersilia Ferrante (difesa)
“Non condividiamo la premessa del Pm. È legittimo decidere di opporsi o meno a un decreto penale di condanna. Il dibattimento ha dimostrato come sono andati realmente i fatti. Salvini è venuto a Imperia per incontrare i lavoratori Agnesi che si attaccavano a tutto per tenersi il lavoro. La notizia si è diffusa ed è stata organizzata una manifestazione di dissenso promossa dalla Compagnia Portuale. Hanno aderito molte persone.
La Polizia era già presente sul posto. Quando ha visto il lancio di carta igienica, gesto chiaramente goliardico, ha creato con i propri mezzi una divisione tra i manifestanti e Salvini. Non vi è alcun collegamento diretto tra gli oggetti rinvenuti e chi ha lanciato. Quello che doveva fare Salvini è stato fatto tranquillamente. Il rinfresco si è svolto regolarmente. Salvini ha parlato con gli operai Agnesi e poi se ne è andato.
Le proteste non hanno avuto conseguenze, se non per qualche uovo spiaccicato. Una protesta politica può essere definita petulante, disturbante della quiete pubblica? No. La carta igienica è un oggetto molesto? Pericoloso? Non mi sembra credibile. Per l’imputato Noto si parla del lancio di un accendino, lo si può dire solo per averlo trovato a terra nel bar? Chiedo l’assoluzione perché il fatto non sussiste”.
Avvocato Gianluca Vitale (difesa)
“Fatti bagatellari? Allora perché la Procura non ha chiesto l’assoluzione per particolare tenuità del fatto? Cerchiamo di ricostruire il contesto nell’ambito del quale sono avvenuti i fatti. L’Onorevole Salvini, Segretario della Lega, arriva a Imperia in campagna elettorale. I soggetti imputati hanno spiegato quale fosse il loro pensiero. Per loro quel modo di fare politica, improntato su razzismo, fascismo e sessismo non è condivisibile. Allora esprimono dissenso, cardine del sistema democratico.
Per fare un esempio, un rappresentante della Lega ha lanciato, per protesta, dei documenti contro il presidente del Senato Grasso. Il fatto è avvenuto in un luogo dove la dialettica è regolamentata. Eppure non è stato contestato un reato. Vogliamo dire, dunque, che questa cosa, in una piazza controllata dalle forze dell’ordine, è invece un reato? In una piazza se qualcuno parla bisogna per forza applaudire o stare in silenzio?
L’Onorevole Salvini non viene contestato davanti allo stabilimento Agnesi, proprio per non creare problemi ai dipendenti. Salvini, successivamente, arriva al Bar 11 e a quel punto le immagini sono chiarissime. Salvini è tranquillissimo. Non si vede alcun contestatore. I rotoli di carta igienica cadono lontano da lui. Salvini cammina facendo selfie e lanciando baci ai contestatori. Entra nel bar e dopo 55 secondi esce nel dehor. Non sta succedendo nulla. C’e semplicemente una contestazione. ‘Siamo tutti clandestini’ urlano i contestatori. Lui prende il megafono e dice ‘se siete tutti clandestini andate fuori dalle palle’. Poi fa un suo comizio, come previsto. Non c’è nessun impedimento. Turbare una comunicazione politica è dissenso. È la base della democrazia.
Si vedono invece dei saluti romani, unici fatti non bagatellari. Che vengono da parte coesa con Salvini. Saluti romani che la legge definisce apologia del fascismo. Atteggiamenti che hanno esacerbato gli animi.
L’articolo 660 del codice penale tutela la vita privata, non pubblica. I presupposti 660 non sussistono. Petulanza? È una contestazione, un dissenso, che non può mai essere petulante.
Per quanto concerne il reato 674, i rotoli di carta igienica rappresentano una manifestazione di protesta goliardica. Allora anche il lancio di stelle filanti durante il Carnevale dovrebbe essere punito. Dovremmo sguinzagliare agenti di polizia ad ogni carnevale. Per quanto concerne il presunto lancio di un accendino, si parla di qualcosa che luccicava. Un accendino? Un fischietto? Non si può dirlo oltre ogni ragionevole dubbio. Chiedo l’assoluzione perché il fatto non sussiste”.