Si è svolta oggi, giovedì 28 novembre, nella sede della Prefettura di Imperia, l’incontro tra il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e i sindaci dei Comuni dell’Imperiese, colpiti dai danni del maltempo degli ultimi giorni.
Presenti anche l’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone, l’assessore regionale all’Urbanistica Marco Scajola, l’assessore regionale ai Trasporti Gianni Berrino, l’assessore alla Sanità Sonia Viale e il presidente del consiglio regionale Alessandro Piana, oltre i tecnici del dipartimento regionale.
Maltempo, Giovanni Toti a Imperia per incontrare Sindaci
Il presidente Toti ha incontrato i sindaci dell’Imperiese per la conta dei danni a seguito dell’ultima allerta rossa e, successivamente, le categorie produttive.
Dopo la richiesta danni inviata questa mattina da Toti al governo per un ammontare di 450 milioni di cui 85 milioni di euro di somme urgenze, 15 milioni per gli interventi di prima necessità e 350 milioni di euro per danni strutturali, che si aggiungono agli 80 milioni di euro già richiesti per la precedente ondata di maltempo, Toti ha comunicato di aver richiesto all’ escutivo la possibilità per i comuni di procedere per via speditiva sulle somme urgenze al di sotto dei 500mila euro. Una modalità per consentirebbe alle amministrazioni locali di agire subito, senza rilevazioni in loco da parte del dipartimento di protezione civile nazionale.
In attesa di una conta dei danni esatta in cui siano inseriti anche i danni ai privati, sul territorio le frane continuano e la situazione è in evoluzione anche nelle piccole frazioni.
Domattina dopo il vertice con la Procura e i tecnici di autostrade potrebbe essere aperta la A26, così come la A6 nella careggiata a sud.
Toti ha ricordato di aver già chiesto al Governo un decreto ad hoc per le regioni colpite dal maltempo, per poter intervenire con poteri di protezione civile e ha ricordato il piano infrastrutturale di priorità presentato all’esecutivo.
Alberti Biancheri
“Abbiamo chiesto più risposte dalla Regione. Oggi l’emergenza era l’allerta rossa e le problematiche dell’entroterra. Quello che ci preoccupa è soprattutto l’infrastruttura. È incredibile essere tagliati fuori da tutto. Si sente parlare poco della provincia di Imperia. È una provincia importante, basta pensare ai settori vivaistico, agroalimentare, turistico.
Dobbiamo avere assolutamente le risposte sulle infrastrutture. Sono anni che sentiamo parlare di Aurelia bis, di raddoppio ferroviario, di nuovi svincoli. Il documento di oggi vuole specificare che non serve più dirlo, ma farlo. Ora aspettiamo risposte concrete. Abbiamo messo tutto in programmazione, ma questo non basta, bisogna cambiare approccia.
La provincia dà utili e risorse importanti a tutto il paese. Viviamo di turismo e non possiamo vivere situazioni come queste che mettono in ginocchio le attività turistiche”.
Claudio Scajola, sindaco di Imperia
“Abbiamo evidenziato tutti i temi che diversi Sindaci hanno messo insieme per presentare delle proposte a brevissimo. intensificazione dei mezzi di trasporti che ci sono, rendere una campagna di sicurezza sulle nostre infrastrutture, altrimenti i turisti hanno paura e non vengono. A medio-breve periodo un potenziamento alle infrastrutture.
Precisando che questo territorio versa alle casse dello Stato circa 2 miliardi all’anno di euro. Questo territorio dà più di quello che riceve, quindi ha bisogno che la Regione sia partecipe della necessità di inserire nelle priorità l’Albenga-Carcare-Predosa, fondamentale per far venire i turisti nel territorio perché l’Autostrada dei Fiori è satura, l’Aurelia Bis che possa collegare Ventimiglia – Imperia. Tenendo presente che in questo territorio non si fanno investimenti da più di 10 anni.
Non apprezziamo le passerelle, ma che si ascolti quello che i sindaci del territorio stanno facendo.
L’annessione alla provincia di Cuneo? Se facessimo un esame oggettivo dei rapporti storici-economici del nostro territorio abbiamo delle vicinanze storiche con il cuneese e il Piemonte. Era una boutade? Sì certo. Chi vi parla ritiene che questo regionalismo e che queste regioni così organizzate siano troppe e non corrispondano alla effettiva richiesta di rappresentanza da parte delle cittadinanze. In Italia basterebbero 8 regioni e il ripristino delle province”.
Giovanni Toti
“Abbiamo incontrato prima gli amministratori della Provincia, poi le associazioni di categoria, con il presidente di Camera di Commercio Luciano Pasquale, per dire ciò che stiamo facendo abbiamo, era giusto confrontarsi con loro e conoscere le esigenze nel dettaglio.
Abbiamo ripetuto di aver chiesto al governo due piani, uno che riguarda le somme urgenze, gli immediati interventi da ristorare e risarcire ai Sindaci, i danni strutturali in Liguria, che abbiamo stimato dell’ordine di 400 milioni di euro.
Dopodiché occorre prendere questo ennesimo momento di difficoltà come uno stimolo perché tutto questo non accada in futuro, coordinando un fronte con il Governo, affinché finalmente si finanzino quelle opere che sono indispensabili da un lato alla messa in sicurezza del territorio e dall’altro per aumentare le infrastrutture su un territorio che ne è carente in modo endemico, pur ospitando la prima piattaforma logistica di questo paese.
Ci rimbocchiamo le maniche per ridare la normalità nel più breve tempo possibile, aumentando i treni, riaprendo l’A6, lavorando anche all’immagine del nostro territorio.
Piano marketing? Ci sarà, l’ho appena detto alle associazioni di categoria. Oggi noi dobbiamo dire la verità. In questo momento la Liguria ha alcuni problemi strutturali. Se domani aprirà la A6, se nelle prossime ore riaprirà la A26, con il sistema di treni incrementato di qua al ponte dell’Immacolata, se finirà il maltempo (siamo di fronte alla perturbazione dagli anni 60-70), la Liguria resta una piattaforma logistica straordinaria per chi fa affari, una piattaforma turistica per chi fa le ferie qui. Sono sicuro che già per il ponte dell’immacolata saremo pronti.
Domani incontrerò il presidente Mattarella per un colloquio a Genova, gli illustrerò le prime attività di soccorso, gli dirò di cosa abbiamo bisogno.
Bisogna smetterla di discutere. Siamo di fronte alla terza emergenza che vive la nostra Regione in poco più di un anno, unitamente all’incertezza sui viadotti. Chi oggi, di fronte a tutto questo, discute i cantieri, la revisione del codice degli appalti, le protezioni a mare, pensa che una legislazione ambientale debba legare le mani a Sindaci e amministrazioni regionali che vorrebbero fare i lavori, dovrebbe essere ricoverato da qualche medico bravo. In questo momento c’è bisogno di cambiare le leggi rapidamente, di dare potere agli enti locali per fare le cose e finanziare le opere. Noi abbiamo le carte in regola, abbiamo progetti per miliardi di euro sulle infrastrutture e sul dissesto idrogeolico, abbiamo sempre rispettato i tempi di ogni piano che ci è stato dato e fino all’ultimo euro. Siamo un esempio di virtù, ci piacerebbe avere interlocutori allo stesso livello”.