Nel primo pomeriggio di oggi la situazione a Cenova, frazione dell’entroterra di Imperia, è improvvisamente precipitata, quando la frana che minaccia il paese si è nuovamente mossa e un fiume di fango ha investito il serbatoio del gas.
Cenova: evacuato l’intero paese
Per motivi di sicurezza, in quanto il serbatoio del gas è ancora parzialmente pieno, i Vigili del Fuoco hanno disposto l’evacuazione degli ultimi residenti ancora nelle proprie case, circa 20 persone.
L’intero paese risulta al momento deserto, senza più alcun abitante. Gli sfollati verranno ospitati, come stabilito nel corso di una riunione in Provincia, dal Comune di Pieve di Teco, che ha allestito un centro di prima accoglienza dove potranno ricevere da mangiare e da dormire.
Renato Adorno, Sindaco Rezzo
“Purtroppo quello che pensavamo è accaduto. Il bombolone del gas si è spostato, era nel tragitto della frana, per cui è troppo pericoloso rimanere li in zona.
Abbiamo deciso di spostare e fare evacuare tutta la popolazione. Li portiamo a Pieve di Teco, dove abbiamo allestito un centro di prima accoglienza per potergli dare da mangiare e da dormire. Nei prossimi giorni valuteremo come comportarci”.
Cosa si è detto nella riunione di oggi in Prefettura?
“C’è la volontà di darci una mano, anche la volontà di aiutarci. Lo Stato non ha ancora confermato lo stato di calamità o che dir si voglia. Sembra che lo faccia in settimana.
È un paese che, come Rezzo, non può in tre anni avere due calamità e farle passare come se niente fosse.
Non abbiamo bisogno dei colpi di spugna, abbiamo bisogno di cose serie e concrete. Siamo determinati ad arrivare sino in fondo. Ci sono 33 sfollati”.
L’intervista al sindaco di Pieve di Teco Alessandro Alessandri
“Noi stiamo già riparando i nostri danni a Calderara, ma oggi cerchiamo di essere solidali e di aiutare gli abitanti di Cenova che sono fuori di casa.
Li ospiteremo per i prossimi giorni. Anche per i nostri sfollati diamo un segnale. Spesso si dice che dopo i giorni della solidarietà arrivano i giorni dell’abbandono. Noi non vogliamo che arrivino i giorni dell’abbandono, vogliamo vedere i nostri concittadini tranquilli e sereni. Chi ha dovuto uscire di casa ha già avuto un trauma enorme e vogliamo dargli un segnale di speranza.
A Calderara la stima dei danni è pari a circa 3 milioni di euro. Ho già firmato un milione e mezzo di euro di somme urgenze, tra grandi e piccole. Spero che arrivi subito lo stato di emergenza e ci copra immediatamente, se no anche io dovrò andare a mangiare alla Caritas.
Siamo fiduciosi che il Governo approvi lo stato di emergenza e che la Regione copra queste somme urgenze. Oggi della Regione c’era il dirigente, l’ing. Vergante, bravissimo e disponibile. Abbiamo affrontato problematiche tecniche e ha chiesto 90 milioni di somme urgenze per tutta la Liguria.
È un mese che piove, ci sono comuni come Rossiglione che ha smottamenti da un mese. Speriamo che il Governo si attivi immediatamente per farci pervenire i fondi per pagare le ditte e riparare i danni”.