“Sono stato trucidato, ho perso la mia azienda (Acquamarcia, ndr), la prima in Italia per turismo”. Così Francesco Bellavista Caltagirone risponde al cronista di ImperiaPost, contattato in merito alla notizia della sua richiesta di risarcimento danni, alla Corte d’Appello di Torino, per l’ingiusta detenzione nell’ambito dell’inchiesta sul porto turistico di Imperia.
Imperia: carcere per l’inchiesta sul porto, Caltagirone chiede i danni allo Stato
L’imprenditore romano trascorse 7 mesi in carcere (e altri due agli arresti domiciliari) per poi essere assolto in entrambi i gradi di giudizio dall’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato perhé “il fatto non sussiste”.
“Le sembra giusto che per una settimana non mi è stato concesso di vedere gli avvocati – tuona Caltagirone – Le sembra giusto che per un reato che prevede 3 mesi di detenzione, io sia stato detenuto 9 mesi? Poi sono stato assolto 5 volte, ho perso la mia azienda, la prima in Italia per turismo”.
“L’inchiesta ha paralizzato tutto e non ha risolto niente e mi ha rubato l’azienda – prosegue Caltagirone, un fiume in piena – Sono stato trucidato. È stato tutto inventato di sana pianta. Ci sono stati commenti sulla questione del porto di Imperia dicendo che è tutto causa nostra, della mia azienda. Non è vero. Quello che si è fatto è ancora lì, quello che non si è fatto è perché è cominciata questa inchiesta di follia.
Non possiamo fare il processo alle intenzioni o alla dietrologia. Bisogna guardare i fatti. I giudici hanno detto chiaramente, riconfermando la sentenza di primo grado, assoluzione perché il fatto non sussiste”.
Caltagirone ha presentato richiesta di risarcimento, tramite i suoi legali, alla Corte d’Appello di Torino, per 516 mila euro. L’imprenditore romano ha cambiato idea rispetto al passato. Nel 2014, subito dopo l’assoluzione in primo grado, a Torino, dichiarò di non voler chiedere alcun risarcimento.
“Abbiamo incontrato dei veri giudici – dichiarò Caltagirone subito dopo la lettura della sentenza – non ho parole, sono così contento che in Italia ci siano dei giudici del genere. Sono felice per questo. Sarà difficile dimenticare il carcere? Il carcere è una cosa minore, la cosa peggiore è che mi hanno impedito la difesa, quando ero in carcere hanno continuato a perseguitarmi. La Di Lazzaro, parlo di un procuratore non parlo di tutta Imperia. Parlo di un Procuratore che si è accanito contro di me e mi ha impedito la difesa. Io non chiederò nessun risarcimento, però una persona come la Di Lazzaro che si è accanita contro degli imputati innocenti qualche riflessione dovrebbe farla”.
Non solo Caltagirone ha deciso di chiedere i danni, ma anche Delia Merlonghi e Andrea Gotti Lega (nel frattempo deceduto), manager di Acquamare.
Nel frattempo, è stata fissata al 14 gennaio 2020 l’udienza per quel che riguarda la richiesta di risarcimento danni (150 mila euro) per ingiusta detenzione presentata ormai più di un anno fa da Carlo Conti, ex direttore generale della Porto di Imperia Spa, rappresentato dall’avvocato Alessandro Mager.