A dirla con le parole di Vasco Rossi: “eh già, siamo ancora qua”. Riecco l’appuntamento più atteso dai politici nostrani, il “Pagellone di fine anno di ImperiaPost”. Un cult che torna come di consueto per dare la nostra modestissima opinione sull’operato degli amministratori e affini della città di Imperia. Dunque è tempo di bilanci per i componenti dell’amministrazione, dei loro oppositori e di personaggi che gravitano attorno alla politica.
Il voto è complessivo e non è appellabile nè dinnanzi al T.A.R. nè dinnanzi al Consiglio di Stato tantomeno alla Corte dei diritti dell’Uomo di Strasburgo.
Per eventuali querele come ogni anno abbiamo un pool di avvocati (Carpano, Tahiri e pensiamo di ingaggiare anche il Prof. Coppi) pronti a difenderci dai “permalosoni” anche se speriamo tale iniziativa sia vissuta da tutti come una simpatica e goliardica pagella di fine anno.
Dopo la giunta ecco i nostri voti ai componenti del Consiglio Comunale (PARTE 1):
Andiamo in ordine alfabetico:
Guido Abbo (Imperia al Centro) voto 7: è l’unico che ha tentato un confronto dialettico con il sindaco uscendone, purtroppo per lui, con le ossa rotte. Predica nel deserto di una minoranza spuntata. Coerente.
Elisa Arcella (Imperia Insieme) voto 5: si limita ad alzare la mano su indicazione del suo capogruppo e nulla più. Un po’ pochino per chi è chiamato a rappresentare i cittadini imperiesi e portare a palazzo le istanze della popolazione. Soldato.
Orlando Baldassarre (Area Aperta) voto 4.5: dopo la presentazione della mozione anti-aborto (poi ritirata) che ha fatto infuriare il sindaco Scajola, Don. Orlando si è ritirato in un religioso silenzio. Timorato.
Martina Bencardino (Obiettivo Imperia) voto 5: vedi voto Arcella. Non interviene e sembra non abbia neppure intenzione di farlo nei prossimi tre anni e mezzo di mandato. Annoiata.
Pino Camiolo (presidente del consiglio) voto 5.5: l’imparzialità è un’altra cosa. Tenta di emergere malgrado l’ingombrante presenza di sindaco e a volte assessori. Consigliamo ripetizioni dal suo predecessore che addirittura era stato designato come possibile sindaco. Dopo esser stato tirato in ballo dalla figlia del sindaco (i post diffamatori su Facebook ai danni di Marco Scajola) ci aspettavamo un sussulto di orgoglio mai arrivato. Partigiano.
Enrica Chiarini (PD) voto 5: da assessore a consigliere a mamma. La Chiarini ha forse trovato la sua vera dimensione che ha poco a che fare con la politica. L’impegno verso l’elettorato va rispettato e se un eletto non ha tempo da dedicare alla cosa pubblica e meglio che faccia un passo indietro. Impegnata.
Daniele Ciccione (Obiettivo Imperia) voto 4: Ogni volta che finisce di parlare guarda il sindaco cercandone l’approvazione. Ha passato il 2019 tra Minasso e Scajola senza mai dare l’impressione di essere l’artefice delle proprie scelte. Vicario.
Giuseppe Falbo (Area Aperta) voto 6: caso più unico che raro in cui la politica ti danneggia al posto di avvantaggiarsi. Ha dovuto rinunciare all’appalto per la pulizia dei locali della Go Imperia rimanendo in consiglio comunale. Ci ha creduto, continuerà a farlo ancora? Sognatore.
Luca Falciola (Imperia Insieme) voto 5: Il sindaco lo silenzia dopo la figuraccia dello scorso anno sulla vicenda Gabrielli. Di lui si ricordano più le assenze che gli interventi. Spaesato.
Gianfranco Gaggero (Forza Imperia) 5.5: un sei politico di simpatia. Osservatore attento, interviene solo quando lo toccano nel vivo: porto, ascensori e Parasio. Nostalgico.
Vincenzo Garibbo (Area Aperta) voto 7: malgrado l’incidente in vespa e qualche contrasto politico con i suoi, mantiene l’aplomb. Tra i pochi in maggioranza capace di dire la sua. Sovversivo.
Monica Gatti (Lega Nord) voto 5: Non ha ancora capito che deve mettere il cervello in modalità “off” per poter sostenere le idee del suo leader Salvini. Ancora oggi la sua presenza in consiglio resta un mistero. Ufo.
Claudio Ghiglione (Imperia Insieme) voto 5: Con il collega Piccardo abbiamo deciso di presentarci in consiglio vestiti anni 90, sentirlo parlare è un tuffo nel passato. A furia di guardare il suo sindaco di è dimenticato che siamo nel 2020, sveglia Claudio! Dietrologo.
Sonia Ilacqua (Imperia Insieme) voto 5: La si ricorda solo per gli insulti gli imperiesi su Facebook “buttatevi nei cassonetti” per il resto in consiglio fa solo scena muta. Internauta.
Davide La Monica (Vinci Imperia) voto 6.5: tra i pochi a fare opposizione nel corso dell’anno solare. Chiude il 2019 nel peggiore dei modi disertando la discussione sul caso Segre per levarsi dall’impiccio di un voto a lui scomodo. Onesto.
Andrea Landolfi (Obiettivo Imperia) voto 5: va a ripetizioni da Scajola il giorno prima del consiglio e poi ripete la lezioncina a memoria, lasciando la personalità a casa in un cassetto. Scolaretto.