A dirla con le parole di Vasco Rossi: “eh già, siamo ancora qua”. Riecco l’appuntamento più atteso dai politici nostrani, il “Pagellone di fine anno di ImperiaPost”. Un cult che torna come di consueto per dare la nostra modestissima opinione sull’operato degli amministratori e affini della città di Imperia. Dunque è tempo di bilanci per i componenti dell’amministrazione, dei loro oppositori e di personaggi che gravitano attorno alla politica.
Il voto è complessivo e non è appellabile nè dinnanzi al T.A.R. nè dinnanzi al Consiglio di Stato tantomeno alla Corte dei diritti dell’Uomo di Strasburgo.
Per eventuali querele come ogni anno abbiamo un pool di avvocati (Carpano, Tahiri e pensiamo di ingaggiare anche il Prof. Coppi) pronti a difenderci dai “permalosoni” anche se speriamo tale iniziativa sia vissuta da tutti come una simpatica e goliardica pagella di fine anno.
Luca Lanteri (Obiettivo Imperia) voto 4.5: Gravemente insufficiente, muto sulla pratica del porto così come in altre occasioni. Da capo dell’opposizione si è trasformato nel corso dei mesi in una comparsa in attesa di qualche storta dell’attore protagonista. Incapace di gestire un’opposizione critica e costruttiva sembra aver tirato i remi in barca. Spento.
Tiziana Maglio (Imperia Insieme) voto 5: fare politica e rappresentare i cittadini di Imperia è un impegno importante e va preso con serietà e abnegazione. Non partecipa attivamente ai lavori del consiglio lasciando il destino dei suoi concittadini, anche di chi l’ha votata, nelle mani di altri. Assente.
Laura Marabello (Area Aperta) voto 6: la sufficienza per il suo impegno e la partecipazione anche se la politica non è volontariato. Attiva in ambito sociale e in difesa delle donne. Presidente della commissione pari opportunità. Presente.
Mario Martucci (Imperia Insieme – ras della spianata Borgo Peri) voto 5: Nel corso del 2019 non lo abbiamo quasi mai sentito parlare. Nessuna battaglia da combattere o cantiere supervisionare nella sua amata spianata Borgo Peri. Eppure di lavori nella sua giurisdizione ce ne sarebbero eccome. Seduto.
Roberta Minasso (Obiettivo Imperia) voto 4.5: Incisiva in consiglio quanto il fratello al campo Nino Ciccione. Ologramma muto del padre Eugenio. Nel 2019 abbiamo avuto la conferma che non basta a volte essere figlio di papà per emergere. Imbarazzante.
Giovanni Montanaro (Imperia Insieme) voto 7: Degno erede di Cimino, Montanaro è divenuto un punto di riferimento per le manutenzioni di porti e demanio. Uomo delegato alla questione ascensori cercherà in tutti i modi di rifarli partire a costo di tirarli su a mano. Supera lo scoglio del caso incompatibilità beneficiando di uno dei tanti salvagenti del sindaco Scajola. Impavido.
Antonio (Antonello) Motosso (Obiettivo Imperia) voto 6.5: Dopo un’estate 2018 sfavillante Antonello si è concentrato sulle pratiche di consiglio e ha assunto il ruolo di consigliere comunale. Quando il gioco si fa duro è lui che chiamano. Indomabile.
Nicoletta Oneglio (obiettivo Imperia) voto 5: Manteniamo il voto dell’anno scorso, la situazione non è cambiata di una virgola. In consiglio pare una comparsa non protagonista di una commedia tragicomica recitata in aramaico. Disinteressata.
Paolo Ornamento (Area Aperta) voto 4: fedele al suo cognome il mister è un soprammobile del consiglio comunale. Non parla, non ha quasi movimenti tanto da richiedere l’intervento del dott. Ranise al fine di misurargli i parametri vitali. Ornamento è un statua silenziosa. Bomber.
Maria Nella Ponte (M5S) voto 6.5: la “Nella” pentastellata ha perso un po’ di smalto forse anche a causa del mancato appoggio dei colleghi di minoranza. Attiva sulla questione rifiuti ma un po’ spenta sulle altre grandi tematiche. Stanchina.
Innocente Ramoino (Imperia Insieme) voto 5.5: professorone del consiglio comunale non perde occasione per dare lezioni ai colleghi consiglieri. Non si registrano interventi di peso, fedele alla linea di partito. Gregario
Antonello Ranise (Forza Imperia) voto 7.5: “Penna bianca”, anche dal letto di ospedale non smette di pensare alla politica. Una vera passione che neppure la brutta vicenda con Lucia Scajola e Paolo Petrucci gli ha fatto passare. “Sono un po’ stanco, forse mollo” e un attimo dopo inizia a parlare di alleanze e strategie. Forza Antonello ti vogliano rivedere al più presto tra gli scranni del consiglio a rappresentare il tuo elettorato e portare avanti le tue idee. Guerriero.
Fabrizio Risso (PD) voto 6.5: Tra un affitto e l’altro il latifondista Risso trova il tempo anche per studiarsi qualche pratica del consiglio comunale. Con il discorso sulla Segre, con tanto di lacrimone, ha riabilitato un’opposizione politica all’ombra di Scajola. Democristiano.
Roberto Saluzzo (Imperia di tutti) voto 4.5: Nel 2019 ha completato l’opera di avvicinamento all’amministrazione guidata dal sindaco Scajola terminando l’anno in maggioranza. Si schiera a favore della privatizzazione dell’Isah appiattendosi al volere di del primo cittadino. Un percorso in linea a quello del suo vate Fabio Natta. Epica la partecipazione di entrambi alla manifestazione delle “Sardine” a Genova, nulla di più lontano dall’ideologia socialista. Camaleonte.
Alessandro Savioli (Progetto Imperia) voto 6: un anno in declino per “chierichetto” di Borgo d’Oneglia che nei primi 6 mesi di amministrazione aveva tirato fuori gli artigli. Prima interroga l’amministrazione sui viaggi romani di Scajola e poi giustifica affermando di non c’entrare nulla con l’inchiesta. Presenta question-time a raffica e così mantiene la qualifica di consigliere di minoranza. Demotivato.
Edoardo Verda (Imperia al Centro) voto 7: tante assenze e poco mordente per il giovane consigliere di minoranza. Il suo impegno universitario cozza con l’impegno politico facendogli perdere un punto. Si distingue positivamente per la mozione sulle pietre d’inciampo. Storico.