Qualche giorno fa una donna peruviana, classe 1990, si presentava al Commissariato P.S. di Sanremo riferendo di aver avuto un vuoto di memoria di quasi 24 ore e di essersi ritrovata, dopo una serata trascorsa con amici in un locale del centro di Sanremo, su di una panchina alla stazione di Ventimiglia dove un’anziana donna, vedendola spaesata, si era offerta di riaccompagnarla a casa.
La donna raccontava di non ricordare nulla della serata e di aver visto sul suo corpo diverse ecchimosi di cui non sapeva fornire spiegazioni. Temendo di essere stata vittima di violenza sessuale, e non trovando più i suoi effetti personali ed il proprio cellulare, si era allora rivolta alla Polizia per presentare denuncia.
Immediate le indagini volte alla ricostruzione dei fatti, anche grazie alla visione delle immagini di videosorveglianza cittadina, mappando tutti gli spostamenti della donna e verificando i luoghi che la stessa riferiva di aver visitato oltre, naturalmente, a tutti gli accertamenti medici, al fine di riscontare il reato denunciato, particolarmente grave.
I primi dubbi circa le dichiarazioni della donna emergevano già in ospedale dato che, a seguito di una visita specialistica, non emergevano elementi chiari tali da ricondurre il suo stato fisico ad una violenza sessuale. Inoltre le testimonianze acquisite rendevano palese che la donna aveva trascorso la serata in un locale fuori provincia e, dopo una crisi di gelosia, alla vista di un suo ex fidanzato, si era data ad un consumo smodato di alcol.
Successivamente, in precarie condizioni fisiche, aveva probabilmente dormito a lungo, tanto da non riuscire nemmeno a recarsi a lavoro il giorno successivo. Proprio per paura dell’assenza ingiustificata dal lavoro, aveva inventato di essere stata violentata.
Veniva pertanto deferita all’Autorità Giudiziaria per procurato allarme e affidata alle cura di uno psicologo per meglio approfondire le problematiche del caso.