Oggi, il terzo lunedì di gennaio, cade il cosiddetto “Blue Monday”, ovvero il giorno considerato il più triste dell’anno. Ma esiste davvero? Perché proprio questa data? Come superarlo? E, soprattutto, come si distingue una “fisiologica” tristezza, determinata da un cattivo umore, da una depressione?
Sono queste alcune delle domande che abbiamo posto alla pedagogista e counselor imperiese Alessia Dulbecco, per approfondire la tematica.
Blue Monday: cos’è e come superarlo, parla la pedagogista e counselor imperiese
Cos’è il Blue Monday
“Il blue monday è un particolare giorno dell’anno che cade sempre il terzo lunedì di gennaio. Ne ha parlato per primo lo psicologo Cliff Arnall, che lo ha individuato agli inizi degli anni duemila mediante una serie di calcoli basati su variabili a metà strada tra la scienza e il senso comune. Si tratta infatti di una data simbolica, con cui si vuole dare una risposta a uno stato di malinconia e tristezza che sopraggiunge con il ritorno alla routine quotidiana, la consapevolezza che le festività sono ormai superate e lo “scontrarsi” coi buoni propositi dei primi giorni del nuovo anno.
Proprio il suo essere un evento simbolico fa sì che non sia collegato alla depressione o ad altri disturbi clinici complessi, ma alle motivazioni personali e alla capacità di riprendere a lavorare/studiare/impegnarsi a pieno regime dopo la considerevole pausa natalizia.
Società delle performance
Si tratta di uno stato di temporaneo disagio figlio dei nostri tempi. La contemporanea società della performance ci spinge a essere sempre competitivi e affermati. Questo orientamento spesso si scontra con i nostri tempi biologici, che si fondano invece su ritmi più rallentati. Così le giornate improduttive ci rendono di cattivo umore, mentre la nostra (dis)educazione alle emozioni cerca di allontanare tutte le sensazioni negative, mascherando o vivendo con frustrazione la noia o la malinconia.
Blue Monday ≠ depressione
Per queste ragioni il blue monday – così come qualsiasi altra giornata “no” – non deve essere confuso con una vera depressione, che al contrario è un disturbo psichico invalidante, che coinvolge in prima istanza il tono dell’umore ma che si estende anche agli aspetti emotivi, affettivi, cognitivi e comportamentali. La depressione è fortemente invalidante e tendenzialmente costante nella vita della persona che ne è affetta, per questo può essere affrontata solo da medici, psichiatri e psicologici. Una tristezza “fisiologica” è di solito passeggera e rientra da sé, senza bisogno di rivolgersi agli specialisti. È chiaro però che anche un disturbo depressivo serio comincia con una serie di “giornate tristi”: per questo se si riscontra (o se amici e parenti notano) un evidente cambiamento nelle abitudini è sempre utile richiedere un parere professionale; ci si può rivolgere al medico di base o ai consultori cittadini, fino ai professionisti specializzati.
Come superare una “giornata no”
Se non vi sono patologie, invece, una giornata come il blue monday può aiutare le persone a riscoprire alcuni aspetti di sé e a migliorarli: educarsi ad accogliere le emozioni, anche quelle considerate “negative”, seguire percorsi creativi per staccarsi dalla logica della performance, fare sport, dedicare del tempo agli amici possono essere buone strategie per superare questa giornata e affrontare meglio la vita di tutti i giorni”.
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