23 Novembre 2024 05:46

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23 Novembre 2024 05:46

Assemblea Confindustria Imperia: “Dobbiamo internazionalizzare la nostra provincia”/Foto e Video

In breve: Nell'ambito dell'Assemblea anche la cerimonia di consegna del prestigioso Premio Casinò di Sanremo Confindustria “Cento Anni da Qui”. 

Ieri, giovedì 9 gennaio, nel Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo, si è tenuta l’Assemblea Generale di Confindustria Imperia, presieduta dal Presidente di Confindustria dott. Vincenzo Boccia e moderata dal dott. Gennaro Sangiuliano, Direttore del TG2.

Nell’ambito dell’Assemblea anche la cerimonia di consegna del prestigioso Premio Casinò di Sanremo Confindustria “Cento Anni da Qui”. 

Il premio “Cento Anni da Qui” consiste in un’opera d’arte realizzata appositamente da artisti contemporanei, come nella migliore tradizione storica del Casinò di Sanremo. Il riconoscimento è stato ideato dalla Casa da Gioco per ricordare il suo secolo e più di attività insieme ad altre prestigiose realtà imprenditoriali, che hanno raggiunto e superato i cento anni di longevità aziendale, coniugando eccellenza, qualità ed implementazione tecnologica in un processo teso al successo, rispettando tradizioni e valori. Nell’albo d’onore figurano, tra gli altri, Perugina-Nestlè, Olivetti, La Gazzetta dello Sport, Milano Sanremo, Branca, Menarini, Fabbri, Maserati, Pirelli, Carli, Arimondo.

Paolo della Pietra (Direttore Confindustria Imperia)

“È stato un anno molto impegnativo, si è concluso il quadriennio del presidente Alberti. Abbiamo avviato un nuovo quadriennio con la dottoressa Barbara Amerio, settore della nautica.

Vogliamo puntare sull’internazionalizzazione, sul fare uscire la nostra provincia all’estero.

Negli ultimi mesi abbiamo visto numerosi episodi che ci hanno creato una situazione di isolamento. Isolamento dal quale dobbiamo uscire, non possiamo mantenere questa situazione.

Dobbiamo con la nostra forza, di tutte le altre associazioni, dei sindacati e anche della politica, dire che il nostro territorio ce la può fare, ma deve essere aiutato”.

Quale settore tiene banco a livello provinciale?

“Sicuramente l’agroalimentare , ma anche la nautica e il turismo. Tutti questi settori risentono di quello che ho detto prima. Una situazione di isolamento può andare a pregiudicare quel segno più che hanno avuto nell’ultimo biennio.

Il trend è positivo, ma rischia di essere compromesso da quanto accaduto negli ultimi mesi”.

C’è un po’ di rammarico nella storia di Imperia, l’olio rimane, ma la pasta no

Oggi premiamo le aziende che hanno fatto 100 anni. Le aziende nell’ambito della loro storia nascono, crescono, si sviluppano, si trasferiscono e a volte chiudono.

Abbiamo una storia di aziende che man mano è andata a diminuire. Si è creato nella Statale 28 un importante polo industriale che deve essere fatto crescere e sviluppato.

Come in tutti i centri urbani, le aziende vengono delocalizzate e portate fuori. Bisogna andare nel senso della rigenerazione urbana, della resilienza e studiare una nuova Imperia al posto di queste aziende che ormai non ci sono più”.

C’è un nuovo progetto di imprese?

Un progetto altamente complesso e difficile che stiamo portando avanti, speriamo che l’anno 2020 sia la svolta di questo progetto che tutti i giorni ci occupa diverse ore di lavoro”.

Assemblea Confindustria

Vincenzo Boccia (presidente Confindustria)

Confindustria locale la guardo sempre con grande attenzione. La Liguria è una delle grandi priorità del paese. La dotazione infrastrutturale diventa determinante e sarebbe una grande occasione per una operazione anticiclica che porti lavoro e incremento dell’occupazione, infrastrutture, sia in chiave italiana che europea. Occorre aprire un dibattito, dopo la legge di bilancio, in questi termini. Il paese , a partirte da una regione importante come questa, che è ponte di collegamento con paesi europei che sono determinanti per un paese come il nostro ad alta vocazione di export.

Concessioni autostradali? Il punto è stare molto attenti, non farla diventare una questione politica, ma di merito. Si entri nel merito, se ci sono delle responsabilità si facciano pagare e si lasci alla giustizia il suo corso. Non si faccia di questa questione una vicenda politica che prescinda da elementi di merito economico e anche sociale in termini di impatto occupazionale. 

Liguria sempre più isolata. Soluzioni? La Liguria può essere un grande modello , a partire dal caso Genova. Le istituzioni collaborano. Quando accade un trauma siamo più veloci che in altri aspetti. Occorre fare in modo di non attendere traumi sia economici che fisici e fare in modo che la questione temporale sia prioritaria“.

Cosa fare per uscire da una crisi?  La questione mediorientale pone alta tensione nel mondo dell’economia. Dobbiamo avere consapevolezza che le previsioni economiche non sono positive. Occorre una grande attenzione dal punto di vista europeo e italiano. Servono risorse rilevanti per avere una visione di medio periodo del Paese e dell’Europa”.

Prossime frontiere del made in italy? Il mondo. Quando entrano in gioco bellezza, design, equilibrio, armonia, industria, entra in gioco l’Italia e noi dobbiamo essere il leader dei mercati globali in termini di nicchia. Lo siamo, ma possiamo essere molto di più in termini di potenzialità.

Le imprese che oggi compiono 100 anni? Una cosa bellissima, ci ricorda quanto è importante la storia di un Paese a partire da una provincia come questa. Un segnale molto forte che dovrebbe essere un messaggio della centralità della questione industriale del paese. Un paese che non ha materie prime e fonti energetiche e deve il suo sviluppo a partire dalle imprese e dall’industria”.

Alberto Alberti (ex presidente Confindustria Imperia)

“E’ cambiata molto l’economia del territorio. A inizio secolo si basava ancora molto sull’edilizia. Rappresentava circa il 30% degli associati ed era un comparto forte. Il turismo era in crisi, l’agroalimentare boccheggiava. Negli ultimi 20 anni è crollato il comparto edile e sono cresciuti agroalimentare e turismo. C’è una previsione di crescita del turismo. I porti sono importantissimi, non solo per il lavoro del porto, ma anche per l’indotto esterno, che non sono solo i cantieri, ma anche ristoranti, alberghi, discoteche.

Se sapremo cogliere le opportunità e se avremo una burocrazia che ci permetterà di fare degli investimenti senza aspettare millenni per avere i permessi credo ci saranno occasioni importanti per il territorio.

L’agroalimentare tiene? L’olio di per se stesso soffre un pò in quanto abbiamo un concorrenza spietata. Sono stati fatti degli errori storici nel non saper difendere la tipicità del nostro territorio. Sui derivati dell’olio, invece, stanno reggendo bene.

Scajola? Per me è un ottimo Sindaco. In questi ultimi lustri dal punto di vista professionale è il miglior Sindaco che abbiamo avuto. Potrebbe fare molto di più. Basti guardare il Governo attuale, Scajola potrebbe ricoprire molto più degnamente i Ministeri rispetto a chi c’è oggi. Tutti lo conosciamo, è innamorato del territorio. Ha un carattere certamente difficile, io però non lo cambierei con nessun altro Sindaco”.

Barbara Amerio (presidente Confindustria Imperia)

“Proviamo a vedere la nostra provincia vista dal mare per una clientela privilegiata che arriva e trova porti protetti, un territorio sicuro, un’offerta gastroalimentare interessante, edilizia che può essere acquistata a buoni prezzi, un posto dove vivere e passare le vacanze. Proviamo a usare il turismo nautico per il rilancio della nostra provincia e ad attivare tutti i settori che sono sofferenti.

Liguria isolata? Le infrastrutture le chiediamo a tempo. A questo si sono sommati gli interventi di somma urgenza per ripristinare strade e accessi alla nostra provincia. Siamo in ginocchio e chiediamo aiuto. Siamo il miglior biglietto da visita per gli stranieri che arrivano in Italia. Aiutateci.

I porti sono una grande opportunità. Vanno risolti i problemi. Il porto di Imperia vive di vita propria, bisogna sbloccarlo perché è fonte di indotto ed è un peccato perderlo”.

Giovanni Toti

“Cento Anni da Qui”: i premiati

Il premio è stato consegnato alle imprese Luigi Lavazza Spa, Alfa Romeo, (per l’edizione 2018) Phonotype Record, Ariston Srl, La Pignese e Giuseppe Calvi &C Srl.

Lavazza

Il fondatore della Luigi Lavazza Spa fu appunto Luigi, il quale, trasferitosi da Murisengo a Torino, rilevò la Paissa & Olivero, una piccola fiatella nel cuore di Torino. La drogheria, embrione dell’attuale azienda, inizia la sua attività il 24 marzo 1894, anche se la nascita della Lavazza si fa comunemente risalire al 1895.

Attraverso un uso sapiente della miscelazione, arte ancora sconosciuta ai concorrenti (i quali si limitano a vendere caffè in un’unica varietà), la drogheria Lavazza si espande.

Superando le difficoltà della Grande Guerra, Luigi Lavazza, la moglie Emilia e i figli Mario, Pericle e Giuseppe costituiscono la società di fatto Luigi Lavazza, che nel novembre del 1927 diventerà società per azioni con capitale di 1.500.000 lire. A seguito di un’inarrestabile crescita, la ditta si sposta nel nuovo stabilimento in corso Novara 59, voluto e realizzato da Mario Lavazza, all’epoca già succeduto al padre Luigi alla guida dell’azienda.

Sono questi gli anni in cui viene attuata una nuova campagna pubblicitaria, basata su figurine raffiguranti i più svariati avvenimenti legati al caffè ma pure, ad esempio, fatti storici sia italiani sia internazionali. Nel 2018 avviene l’ultimo cambio di indirizzo nel grande centro direzionale Nuvola Lavazza, progettato da Cino Zucchi e costruito nel quartiere di Borgo Aurora.

Alfa Romeo

Alfa Romeo, casa automobilistica italiana nota per la produzione di autovetture di carattere sportivo, la cui storia iniziò il 24 giugno 1910 con la fondazione a Milano dell’ALFA (acronimo di “Anonima Lombarda Fabbrica Automobili”). Il nome scelto richiamava la prima lettera dell’alfabeto greco, volendo rilevare l’inizio di una nuova avventura industriale. Nel 1918 l’azienda cambiò nome in “Alfa Romeo” in seguito all’acquisizione del controllo della società da parte di Nicola Romeo. Iniziò così una storia di successi automobilistici legati anche al mondo delle gare automobilistiche di livello internazionale.

Phonotype Record

La Phonotype Record è stata la prima casa discografica italiana e tra le prime al mondo ad avere un autonomo stabilimento per la fabbricazione di dischi. Fondata nel 1901 da Raffaele Esposito e dal figlio Comm. Americo, padre degli attuali soci, opera ancora oggi nel centro storico di Napoli in via Enrico De Marinis, 4. Tutti i più grandi artisti dell’epoca incisero per la neonata Phonotype. Il repertorio della Phonotype si arricchisce giorno dopo giorno di nuove registrazioni, contribuendo all’evolversi del mercato musicale. Toto era di casa e la tradizione vuole che ideò la sua “Malafemmina” proprio nella sede della Phonotype.

Ariston

Da tre generazioni la famiglia Vacchino è proprietaria e gestisce le sale di spettacolo di Ariston Srl di Sanremo. Il primo cinematografo di Sanremo viene realizzato nei locali dell’Eden Concert e inaugurato il 20 maggio 1906. Dodici mesi più tardi nasce il “The American Cinematograph” di via Matteotti. Carlo Vacchino lo rileva un anno dopo e lo trasforma nel “Sanremese”. Sito al pianterreno, il locale dispone di un duecento posti, di una vasta sala d’aspetto, di una comoda entrata e di una luminosa vetrina. È l’inizio di una bella storia di cinema, teatro, musica e di cultura dell’immagine.

Nel 1953, iniziano i lavori di costruzione di un grandioso complesso destinato allo spettacolo: il “Centro Ariston” che rappresenterà un cospicuo esempio – forse unico in Italia – di complesso polifunzionale distinto da comfort d’ambienti, eleganza di arredi e di decori (il grande affresco del soffitto è del pittore Cuneo), soluzioni tecniche d’avanguardia, notevoli attrezzature sceniche, impianti e servizi multimediali. Oltre al celeberrimo Festival della Canzone Italiana, il Teatro Ariston ospita la rassegna della Canzone d’Autore “Premio Tenco” e tutti gli appuntamenti in cartellone quali poesia, balletto, lirica, convegni, fitness, mostre, cabaret, trasmissioni televisive, manifestazioni musicali. Il Teatro Ariston venne addirittura consacrato per poter ospitare la settimana liturgica.

La Pignese

Le origini dell’Antica Trattoria La Pignese risalgono al 1919 quando tornato dalla guerra, il capostipite dei Ventimiglia, Giacomo, rilevò l’osteria che da allora è sempre rimasta della stessa famiglia. Il figlio Mario ne ha continuato la tradizione pur dividendola con i suoi impegni sportivi di calciatore (Juventus e Sampdoria) e allenatore.

Attualmente la terza generazione ha in Marco il suo rappresentante, non dimenticando comunque il ruolo di assoluta importanza delle donne di famiglia e delle loro ricette che fanno della cucina ligure e della rivisitazione della stessa l’unicità dei propri piatti. L’antico nome, invece, trae origine dal primo proprietario del locale, proveniente dalla parte vecchia della città, denominata “Pigna” e roccaforte dei cittadini sanremaschi in difesa delle scorribande saracene dei secoli precedenti.

Il locale divenne presto punto di incontro dei carrettieri provenienti dall’entroterra, portando i loro prodotti alle aristocratiche famiglie inglesi e russe che osavano trascorrere l’inverno al mite clima della riviera.

Giuseppe Calvi & C. Srl.

Nel 1919 il giovane Giuseppe Calvi, nato ad Oneglia da una famiglia di olivicoltori del Ponente Ligure, appena rientrato dalla prima Guerra Mondiale, decide di intraprendere l’attività di commerciante oleario: inizia la storia dell’Azienda Calvi. Due anni più tardi coinvolge anche il fratello Paolo. Giuseppe Calvi inizia il suo piccolo commercio confezionando il suo Olio di Oliva in damigiane e in fiasche che vende in Piemonte e in Lombardia, regioni confinanti con la Liguria, ma presto riesce a esportare il suo olio, confezionato in lattina, verso gli Stati Uniti e il Sud America, dove i moltissimi immigrati italiani utilizzano l’olio che arriva dalla madrepatria.

Negli anni ’50 i figli di Giuseppe, Gianni e Anna Bianca, prendono in mano l’azienda: la costanza con la quale curano la qualità del prodotto offerto guadagnerà all’Azienda fiducia da parte dei consumatori e rispetto da parte dei concorrenti. Negli anni ’70 viene proposto per la prima volta il “Mosto Oro”, mono cultivar Taggiasco di grande prestigio ed oggi simbolo della Azienda, oltretutto uno dei primissimi oli a presentarsi con la famosa fasciatura in carta dorata. Dalla fine degli anni ‘90 la Azienda ricomincia a proporsi all’estero e attualmente l’Olio Calvi è venduto in 30 paesi nel Mondo. A gestire oggi l’Azienda sono Gianni e Luca, rappresentanti della terza generazione della Famiglia Calvi.

 

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