22 Novembre 2024 08:26

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22 Novembre 2024 08:26

Healthpost, Giornata mondiale della pizza: i consigli della dietista imperiese Alice Viani. “Si può solo considerare uno sgarro?” / Quinta puntata

In breve: La dieta non deve essere una privazione, né un peso, perché il cibo deve rimanere un piacere da preservare… Dieta, dal greco diaita = “modo di vivere”.

“HealthPost” la rubrica di ImperiaPost in collaborazione con la dietista imperiese Alice Viani, in cui si approfondiscono tematiche dedicate alla corretta alimentazione, allo stile di vita sano e al benessere fisico e mentale a 360°.

Per questa puntata, in occasione della Giornata Mondiale della Pizza, che cadeva ieri, venerdì 17 gennaio, la dietista Alice Viani ci parla di come inserire al meglio la nostra amata pizza all’interno di un’alimentazione sana ed equilibrata.

Giornata mondiale della pizza: i consigli di Alice Viani

La pizza può senz’altro definirsi il piatto simbolo dell’Italia, titolo che, secondo i più recenti ed illustri studi, si contende al fotofinish con gli spaghetti… Ma la regina bianca, rosso e verde, a fette, a spicchi, a tranci o rotonda, consumata a pranzo, cena e dai più coraggiosi persino a colazione o merenda, è l’indiscussa “diva” italiana più conosciuta al mondo.

Pizza durante una dieta? “Nutrizionalmente” parlando rappresenta un piatto completo, contiene tutti i macronutrienti in proporzioni diverse: proteine (mozzarella, formaggio…), carboidrati e grassi (olii).

Alla domanda “Dott.ssa, ma quante calorie ha la pizza?” rispondo: “Dipende…non tutte le pizze sono uguali”. Una pizza Margherita di 250 gr conta circa 600 kcal, ma ogni aggiunta che apportiamo ne porta inevitabilmente altre: una mozzarella di bufala aggiunge circa 340 kcal, un pezzetto di gorgonzola (30 g) altre 100, un paio di wurstel (100 g) ce ne regalano per così dire altre 230, una porzione di patatine fritte ulteriori 150 kcal, e potremmo andare avanti all’infinito… 
È semplice e banale, come per ogni cosa, ma facciamo attenzione a non confondere la giusta concessione con l’esagerazione.

La pizza è quindi da considerarsi “sgarro” o “cheat-meal” di turno? Ovvero può essere inserita nella dieta soltanto nel giorno del pasto libero? Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

Il pasto libero è un tema molto dibattuto da medici, nutrizionisti e purtroppo sempre più spesso anche da cialtroni o esperti improvvisati – è argomento oggetto di numerose fake news e frequentemente mal interpretato da chi deve seguire una dieta, che vede questo momento come quello in cui può dare libero sfogo ad ogni desiderio di libagione, causando poi un circolo vizioso di digiuni-abbuffate. La difficoltà nel gestirlo è per lo più la conseguenza di una alimentazione squilibrata durante la settimana e/o di un cattivo rapporto col cibo. Se si arriva da un periodo povero di carboidrati o da una dieta particolarmente carente di calorie, la scorpacciata del piatto desiderato sarà assicurata, mentre iniziando a seguire una dieta bilanciata quotidianamente si arriverà al classico pizza-day del venerdì sera meno “famelici” e senza sensi di colpa. 
Ci sono persone QUALIFICATE che possono aiutarvi a farlo.

Pasto libero, sgarro o cheat meal… Chiamiamolo come vogliamo, poco importa, ma proviamo a capire cos’è, a cosa serve, che conseguenze ha e soprattutto rispondere alla fatidica domanda, “farà ingrassare?”

Prima di tutto riteniamolo un pasto senza pensieri, cambiamo il nostro approccio mentale, ciò che fa davvero la differenza nel raggiungere i propri obiettivi sono le scelte che si fanno nella quotidianità, non le eccezioni. La convinzione che una pizza con amici o familiari possa compromettere il lavoro di mesi è sbagliata, il pasto “spensierato” è fondamentale dal punto di vista psicologico: permette di staccarsi dalla rigidità della dieta, permette di non rinunciare alla propria vita sociale e al valore conviviale del cibo. Iniziare un percorso alimentare bilanciato significa non potersi più godere una gustosa pizza filante? Assolutamente no.

Quali sono gli effetti dal punto di vista metabolico?

Questa è la questione più annosa, ovvero “quanto inciderà sul lavoro fatto?”. Per favore, non diventiamo gli Schwarzenegger della dieta. Anche da un punto di vista metabolico, quando si segue un’alimentazione ad apporto controllato di calorie, si ha una prima fase in cui il corpo abituato a bruciare molto di più in proporzione al cibo ingerito, inizia a bruciare il grasso. Questa situazione non è però costante. Questo perché il nostro metabolismo, forgiato in tempo immemore da periodi di carestia, è risparmiatore, è settato per mettere da parte riserve per garantire la sopravvivenza anche nelle condizioni più avverse.

In pratica, siamo geneticamente progettati per aumentare le nostre riserve di grasso, non per bruciarle.
Dopo una fase ipocalorica, il corpo percepisce il “rischio carestia” e, detto in parole semplici, entra in modalità di risparmio energetico per non sprecare le scorte, ovvero il tessuto adiposo. Nel nostro organismo questo processo si traduce in riduzione del metabolismo, disordini o scomparsa del ciclo mestruale nelle donne, diminuzione del testosterone negli uomini, caduta dei capelli e fragilità delle unghie, minor produzione di calore (costante sensazione di freddo) e diminuzione della massa muscolare – il corpo destina tutte le calorie ai soli organi vitali.

Un aumento calorico temporaneo (come mangiando ‘na bella pizza!) rispetto alla dieta abituale è uno dei modi per “ingannare” il metabolismo e spingerlo a bruciare di più. Il picco porta il metabolismo ad alzarsi nuovamente non solo il giorno stesso, ma anche nei giorni successivi.

Non ha quindi alcun senso super-compensare il giorno successivo, mangiando solo insalata scondita o mezza mela. Il ragionamento “posso abbuffarmi tanto domani digiuno” potrebbe solo diventare l’anticamera di un disturbo del comportamento alimentare.

Non siete comunque convinti perché comunque gonfiore e pesantezza dopo la pizza vi spaventano?
Esiste una soluzione: è necessario trovare una pizza che venga creata con i giusti tempi di lievitazione (oppure preparata da voi stessi e impastata per tempo).

A questo proposito ci sono tanti pizzaioli che utilizzano la lievitazione naturale con lievito madre, ottima soluzione, ma solo se anche qui vengono rispettati i lunghissimi tempi di riposo. Ancora meglio se vengono usate farine di qualità, poco raffinate e macinate a pietra.

Ecco i miei consigli per godere di questo buon piatto tutto italiano senza rinunciare al benessere:

  • Favorite condimenti semplici e genuini: una pizza rossa o Margherita con aggiunta di verdure può essere un’ottima soluzione .
  • Se gradito, preferite l’impasto integrale perché contribuisce all’aumento delle fibre e limita il picco glicemico. Ma attenzione! Gli impasti integrali, al kamut o senza glutine non sono meno calorici, né sinonimo di genuinità in senso assoluto… aprirei un capitolo troppo vasto da affrontare ora, quindi mi limito a dire che il “Gluten-free” ovvero il mangiare senza glutine è attualmente solo una moda e null’altro – alimenti speciali aglutinati sono da riservarsi a persone con reale diagnosi di intolleranza e celiachia.
  • Molti amano associare alla pizza una bevanda gassata, ma anche questo non aiuta a migliorare la digestione. Acqua è meglio!
  • Per chi ha problemi di peso o in generale non vuole appesantirsi, aggiungere un dolce a un pasto già molto ricco non è l’idea migliore. Che ne dite di gustarlo in un’altra giornata?
  • Cercate una corretta cottura! La pizza bruciata non è sinonimo di qualità, anzi, viene a formarsi acrilammide, composto tendenzialmente tossico per il nostro organismo.
  • Ritenzione di liquidi causata dal troppo sale: l’organismo accusa un apporto maggiore di sale rispetto alle abitudini, trattiene quindi più acqua per rispondere al mix di tutti gli ingredienti sapidi della pizza (impasto, pomodoro, mozzarella e condimenti aggiunti). Questa è la ragione per cui (cosa sbagliatissima da fare) pesandoci al mattino seguente potremmo vedere 1 kg in più sulla bilancia. Soddisfate ed anticipate il senso della sete, garantendo un buon quantitativo di acqua al corpo, anche assimilabile con tisane non zuccherate – l’equilibrio sopraggiungerà nuovamente.
  • Mangiate lentamente! Niente piegatura a portafoglio che in tre bocconi permette ai più incalliti azzannatori di finire l’intera pizza in gran fretta… meglio sembrare un po’ snob, ma utilizzare coltello e forchetta: questo è difatti il metodo che ci permette di consumare la pizza più lentamente, permettendo al nostro cervello di inviare correttamente i segnali di sazietà che ci eviteranno di desiderare ancora il dolce”.

Chi è Alice Viani?

Alice si è laureata in Dietistica all’Università di Genova con una tesi dedicata al territorio in cui è cresciuta, ovvero Il consumo di pesce in Liguria – effetti attesi sulla salute”, ottenendo il massimo dei voti. Dopo un master in Nutrizione Sportiva presso SANIS (Pavia), scuola di riferimento nazionale per la nutrizione ed integrazione sportiva riconosciuta da ESNS (European Sport Nutrition Society), Alice ha arricchito la propria esperienza in campo sportivo conseguendo l’attestato di operatrice specializzata in massaggio muscolare ed applicazione Taping Elastico®.

Nell’immediato post laurea ha avuto la possibilità di fare esperienza in qualità di dietista per il Servizio di Ristorazione Scolastica presso il Comune di Genova, mentre attualmente si occupa di consulenze dietetiche, specialmente in campo sportivo, sia in regime di autonomia, sia prestando collaborazione per diverse società, valutando non solo l’aspetto del peso, ma anche quello socio-emotivo. Se interessati ad un percorso completo e personalizzato, Alice riceve in studio ad Imperia e Genova su appuntamento.

La dieta non deve essere una privazione, né un peso, perché il cibo deve rimanere un piacere da preservare… Dieta, dal greco diaita = “modo di vivere”.

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