Un anno e 6 mesi di carcere. Questa la condanna richiesta dal PM Raffaella Molinari per il 33enne Gionata Giribaldi, accusato di diffamazione e sostituzione di persona per aver creato la pagina Facebook “Dulbe che fa cose” con l’obiettivo di ironizzare sull’ex consigliere comunale, oggi assessore a Caravonica e coordinatore regionale dei giovani di Forza Italia Angelo Dulbecco.
Pagina fb ironica su ex consigliere Dulbecco: chiesta condanna in Tribunale
Questa mattina, in Tribunale a Imperia, si è tenuta la discussione, al termine della quale il processo è stato rinviato al prossimo 22 gennaio per la sentenza. Il Pm Molinari ha chiesto 1 anno e 6 mesi di carcere per l’imputato, Gionata Giribaldi, la parte offesa, rappresentata dall’avvocato Piera Poillucci, ha chiesto la condanna e il risarcimento danni, con provvisionale, la difesa, rappresentata dall’avvocato GiovanniMusso, l’assoluzione.
Pubblico Ministero Raffaella Molinari
“Il procedimento è stato aperto per la creazione della pagina Facebook ‘Dulbe che fa cose’. La parte offesa, Angelo Dulbecco, non ha nessun rapporto di amicizia con il creatore della pagina, Gionata Giribaldi. Dulbecco è venuto a sapere della pagina, all’interno della quale ha trovato frasi e commenti diffamatori, da un amico. Ha trovato sue fotografie, modificate, con fotomontaggi, estrapolate dalla propria pagina Facebook.
L’imputato non ha ammesso di aver creato la pagina quando è stato avvicinato da un amico di Dulbecco, tale Alberigo, in discoteca. Ma non l’ha neanche negato. E pochi minuti dopo l’incontro è apparso un commento del Giribaldi sulla pagina ‘Dulbe che fa cose’. La Polizia Postale, inoltre, ha riferito che la la pagina Facebook ‘Dulbe fa cose’ è riconducibile all’imputato”.
Parte offesa, avvocato Piera Poillucci
Difesa, avvocato Giovanni Musso
Pagina fb ironica su ex consigliere Dulbecco: la vicenda
Nel dettaglio, il 33enne Gionata Giribaldi è finito a processo in quanto sulla pagina Facebook “Dulbe che fa cose” (oggi non più esistente) venivano pubblicate “immagini e fotomontaggi vari raffiguranti il volto del Dulbecco ed associate a situazioni grottesche o ridicole e così denigratorie” e in quanto la pagina “induceva gli utenti del social network a in errore in ordine alla provenienza e origine del profilo, sostituendo illegittimamente la propria persona a quella del Dulbecco o comunque attribuendosi un falso nome”.