24 Dicembre 2024 03:29

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Dakar 2020: gli imperiesi Maurizio Gerini e Franco Iannone si raccontano. “Gara tutta nuova, molti problemi e paesaggi bellissimi”/L’intervista

In breve: Maurizio Gerini ha affrontato le numerose difficoltà e insidie di questa nuova edizione, per la prima volta dopo 11 anni in Arabia Saudita, ed è risultato primo tra gli italiani nella categoria moto

Dopo due intense settimane tra le dune dell‘Arabia Saudita, per la 42ª edizione della storica Dakar, gli imperiesi Maurizio Gerini, pilota, e Franco Iannone, cronista, sono tornati a casa, accolti dall’entusiasmo dei concittadini.

Dakar 2020: Gerini e Iannone di ritorno dall’ Arabia Saudita

Maurizio Gerini ha affrontato le numerose difficoltà e insidie di questa nuova edizione, per la prima volta dopo 11 anni in Arabia Saudita, ed è risultato primo tra gli italiani nella categoria moto.

Franco Iannone ha documentato passo passo le 12 tappe seguendo le auto, nello specifico il gruppo “R Team” con le squadra Corse di Mitsubishi Italia.

Raggiunti dal cronista di ImperiaPost i due imperiesi, ormai esperti di questa gara, raccontano la loro esperienza.

Maurizio Gerini – pilota di Chiusanico

Quest’anno ho scoperto cosa vuole dire avere problemi tecnici, è stata una gara tutta nuova perchè abbiamo aperto il capitolo Arabia Saudita e per la prima volta ho avuto a che fare con diversi problemi tecnici.

A causa di un consumo di carburante ho terminato la benzina prima di un refueling, a 10km di distanza, ma ho avuto la fortuna di essere trainato da un pilota. Pilota che tra l’altro mi precedeva in classifica, quindi veramente giù il cappello per il fair play.

Un altro problema tecnico che mi ha fatto perdere tempo. Un po’ di rammarico in termini di classifica, ma più gioia. In questa maniera uno assapora di più il gusto di arrivare in fondo, di calcare il podio finale.

La gara è molto dura, dura molti giorni, quasi 9 mila km percorsi , attraverso molte difficoltà. Una in più rispetto agli anni scorsi è stato il freddo, partivamo alla mattina , attorno alle 4-5, e incontravamo temperature molto rigide, vicino allo zero. È stata una difficoltà in più. Dovevamo vestirci moltissimo.

Non posso che ritenermi soddisfatto, la mia squadra e chi ha lavorato con me ha fatto un ottimo lavoro. Abbiamo combattuto anche le sfortune.

Mi fa piacere il calore anche che ho sentito da casa, Imperia, ma anche da tutta Italia, veramente ho avuto un sostegno grandissimo, senza parlare dei miei amici che mi sono venuti incontro sino a Malpensa. Hanno messo ferro e fuoco l’aeroporto, è stato pazzesco.

Come ogni anno questa gara sa regalare emozioni fortissime a me e a tutti quelli che mi seguono. Un onore, colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto. Come sempre un gran successo”.

Dal punto di vista tecnico è stata più dura questa tappa o il Sud America?

“Più dura direi di no, io come fatica pura ho trovato più stressante il Sud America. La conformazione del terreno faceva schifo, ci sono dune molto più alte e più aspre.

Specialmente da metà gara in poi qui abbiamo trovato terreni molto scorrevoli e veloci. Questo ha fatto si che le velocità medie aumentassero notevolmente. Da metà gare in poi facevamo tappe con medie di oltre 100km/h, velocità di punta pazzesche.

Questo in termini di rischio aumentava, perchè dopo magari mezz’ora che si percorre un tratto con poche difficoltà a più di 140km/h, ecco che l’attenzione va un pochino a calare.

La gran velocità può portare a problemi di sicurezza, come abbiamo visto, purtroppo.

Come difficoltà di gara sempre ad un livello molto alto, con tappe di quasi 900km al giorno, che mettono in difficoltà sia il fisco che la moto”.

Franco Iannone – cronista Dakar 2020

“Un’esperienza nuova e formativa, territori a noi sconosciuti, ben diversi da quelli che abbiamo attraversato negli anni precedenti in Sud America, dove in più occasioni abbiamo segnalato la mancanza del calore della popolazione locale, che ci accompagnava per tutta la gara.

Questi Arabi non sono ancora pronti a questo tipo di manifestazioni, ci vorrà qualche anno. Le aspettative sono buone, si spera che possa prendere piede negli anni a venire.

Le promesse sono buone, i territori che abbiamo attraversato sono anche di una bellezza difficile da descrivere, sono veramente meravigliosi e per qualche tratto ricordavano la storica Parigi-Dakar.

Un terzo ciclo che si apre dopo l’Africa e il Sud America, qui nella penisola arabica, che ha dato evidenza ai nostri azzurri. Una bella compagine.

Non posso non fare i complimenti ai nostri azzurri che si sono ben difesi in questo ambito. Io seguivo il mio team di auto, le Mitsubishi di R Team.

Una bella gara ben vissuta e ben goduta.

Unica nota dolente è il tributo che questa gara talvolta richiede in termini di vite umane, con la scomparsa di Paulo Gonçalves un bravo ragazzo, un pilota dalle grandi capacità, che purtroppo ci ha lasciato nel corso di una tappa.

Questo ha intristito un po’ tutto il circus che ha comunque proseguito questa avventura, con il ricordo sempre vivo di questo grane pilota.

Ho avuto anche piacere di avere vicino Maurizio Gerini, nostro concittadino. Abbiamo portato un pezzo di Liguria anche quest’anno, mi ha fatto molto piacere incontrarlo.

È stato sempre bello, l’entusiasmo alla fine non è mai mancato e questo mi ha fatto molto piacere. Una bella esperienza , che speriamo di poter ripetere negli anni a venire”.

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