5 Novembre 2024 15:26

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5 Novembre 2024 15:26

Imperia: processo morte Bohli, parti civili chiedono condanna Carabinieri. “Imprudenza in scontro fisico”/L’udienza

In breve: Dopo la richiesta di assoluzione, da parte del Pm Lorenzo Fornace, è stata la volta delle parti civili e dei responsabili civili.

Dopo la richiesta di assoluzione, da parte del Pm Lorenzo Fornace, è stata la volta delle parti civili e dei responsabili civili nel processo che vede sul banco degli imputati due Carabinieri, Fabio Ventura, 37 anni, e Gianluca Palumbo, 42 anni, accusati di omicidio colposo per la morte di Kaies Bohli, tunisino 26enne.

Le parti civili (avv. Bruno di Giovanni e avv. Paolo Burlo), in rappresentanza della madre, della moglie e dei figli di Bohli, hanno chiesto la condanna degli imputati, presentato una richiesta risarcitoria complessivamente superiore al milione e mezzo di euro. 

I responsabili civili, in rappresentanza di Ministero dell’Interno e Ministero della Difesa, hanno chiesto l’assoluzione, così come gli avvocati difensori dei due imputati, avv. Vittorio Pendini e avv. Alessandro Vaccaro.

A seguito delle varie arringhe, il processo è stato rinviato al prossimo 26 febbraio per la sentenza.

Bruno Di Giovanni (parte civile)

“Esistono dei profili di colpa, una colpa commissiva per imprudenza, nel procedere in uno scontro fisico a terra, con la vittima prona.

C’è poi una colpa omissiva, per non aver chiesto subito l’intervento dell’ambulanza nel piazzale o nella caserma, dato che tutto è precipitato in ambulanza.

La colpa commissiva si estende alle modalità del trasporto, in una posizione strana. Per le manette ai polsi e alle caviglie, che hanno reso difficile la respirazione, provocando stress. Il trasporto in aumbulanza è avvenuto con Bohli posto su fianco, con le cinghie collegate alle manette. Il risultato era prevedibile o no?

Una morte improvvisa o fulminante non prevede la colpa? Le condotte si sono succedute nell’ambito di mezzora, tre quarti d’ora. Vedendo che il Bohli aveva gli occhi chiusi, non rispondeva, cosa si poteva fare? Si poteva rimediare. Abbiamo ricevuto ieri mattina alle 5 dal dott. Marco Salvi, consulente, nuove osservazioni che riteniamo rilevanti (non acquisite, però, dal Tribunale, ndr). Elementi più rilevanti come osservazioni.

Chiedo di riconoscere la responsabilità penale degli imputati e condannarli, in solido, ad un risarcimento danni di 300 mila euro alla madre del Bohli, 100 mila euro a testa alle sorelle e 150 mila euro al fratello”.

Paolo Burlo

“Che tipo di condotta si contesta agli imputati? Commissiva o omissiva? La sentenza Magherini, citata dal Pm nella sua requisitoria, fa cenno a una colpa omissiva. Qui c’è una colpa commissiva. C’e molta differenza. Pm chiede assoluzione. Non siamo d’accordo.

Il nesso di casualità è dimostrato anche dal CTU. Sussiste. Bohli al momento dell’arresto era pulito. Era stato da poco in carcere. Aveva la pressione sempre a 98-99-100. Era stato autorizzato anche a svolgere attività sportiva. Questo è un elemento importante. Quando ebbe una sincope si riprese subito.

Ci sono decine di cartelle cliniche. Questo processo dura da circa 6 anni. In questi sei anni non c’è mai stata una proposta risarcitoria, indennitaria. Avrebbe agevolato il processo. Non c’è mai stato un atteggiamento costruttivo.

Stupisce non tanto l’atteggiamento degli imputati, quanto quello del responsabile civile. Ha sempre e solo chiesto l’esclusione della costituzione di parte civile”.

Chiedo di riconoscere la responsabilità penale degli imputati e condannarli, in solido, ad un risarcimento danni di 330 mila euro per moglie e figli minori, di 50 mila euro per danno patrimoniale, a ciascun figlio minore, e di 100 mila per danno patrimoniale alla moglie”.

Responsabile civile

“I due carabinieri non hanno avuto alcuna contestazione per il secondo trasporto. La gestione sanitaria è demandata agli operatori sanitari. Il comportamento sotto il profilo sanitario da parte di operatori è censurabile. Il contatto con la centrale potevano averlo immediatamente. Non dovevano porsi la domanda sul fatto che Bohli potesse o meno fingere. Dovevano subito chiamare un medico rianimatore. Anche il codice giallo, con cui è stato trasportato, non era adeguato.

Aritmia cardiaca. Bohli era un soggetto cardiopatico. Aveva già avuto tre episodi di sincope. Nulla è stato contestato sulla legittimità arresto. Bohli potrebbe essersi spaventato per l’arresto, agitato per la corsa. Perché bisogna ricondurre queste reazioni a un atteggiamento colposo da parte dei Carabinieri?

No a un risarcimento danni se comportamento arresto.

Nessuna offerta risarcitoria? Non era possibile fare offerte in questa situazione processuale. Se lo Stato fa offerte lo fa perché lo ritiene vantaggioso. Perché poi la Corte dei Conti questi soldi te li viene a chiedere.

Ci doveva essere la prova che il comportamento dei due Carabinieri avesse causato il decesso”.

Avv. Vittorio Pendini e Avv. Alessandro Vaccaro

“Conclusioni del perito un po’ troppo frettolose hanno portato oggi qui i due carabinieri imputati, colpevoli semplicemente di aver fatto il loro lavoro, riconosciuto da tutti, testimoni oculari compresi. Come si sarebbero dovuti comportare? Il Bohli è stato immobilizzato perché ha reagito con forza al fermo. Si agitava. Dispiace quello che è successo al povero Bohli, ma perché bisogna per forza trovare dei colpevoli, quando è piuttosto chiaro che si tratta di cause naturali? Sfortunata operazione di polizia”.

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