22 Novembre 2024 09:16

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22 Novembre 2024 09:16

Imperia: “tante braccia per il Reich”, venerdì 31 gennaio in biblioteca presentazione ricerca su deportati liguri durante seconda guerra mondiale/Il programma

In breve: Venerdì saranno presenti gli autori della ricerca ed interverranno anche i rappresentanti dei Sindacati confederati CGIL, CISL e UIL

L’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia insieme all’Isrec di Genova , con il patrocinio del Consiglio Regionale Assemblea Legislativa della Liguria, delll’ANED e delll’ANRP e con la collaborazione della CGIL, CISL e Uil liguri ha promosso, per Venerdì 31 gennaio 2020 alle ore 17.00 presso la Biblioteca Civica di Imperia la presentazione della ricerca sulla Deportazione dei lavoratori liguri ad opera dei tedeschi durante la Seconda guerra mondiale “TANTE BRACCIA PER IL REICH”.

Questa ricerca tratta un tema poco conosciuto nella triste vicenda delle deportazione, considerata meno “cruenta” di altre: il lavoro coatto, ovvero l’uso della forza di lavoro di uomini trasformati in “moderni schiavi” destinati alla produzione e al sostegno dell’economia della Germania soprattutto negli ultimi anni del conflitto a causa della penuria di manodopera dissanguata sui vari fronti di guerra.

Il lavoro coatto va quindi inserito nel più complesso fenomeno del prelievo di esseri umani da parte dei nazisti, trattati come oggetti e utilizzati alla stregua di materiali per l’economia di guerra tedesca.

Si tratta di un importante lavoro storiografico di Irene Guerrini e Marco Pluviano, componenti del Comitato Scientifico dell’Isrec di Genova, una ricerca basata sull’analisi di documenti conservati negli archivi di stato e degli Istituti liguri della Resistenza che è durata più di un anno. E’ giunta a stabilire in circa 8.400 il numero dei lavoratori liguri che nel corso del conflitto vennero inviati in Germania e scendendo più nel dettaglio:

  • da Genova e dalla sua provincia partirono non meno di 6.000 persone;
  • dalla provincia di La Spezia partirono non memo di un migliaio di lavoratori;
  • da quella di Savona non meno di 800.
  • Imperia fu la provincia che diede il contributo minore, intorni alle 500 unità. Questo avvenne per la minore popolazione, per un tessuto industriale meno sviluppato, e soprattutto perché in questa provincia le forze nazifasciste diedero alle retate e ai rastrellamenti un carattere molto più violento, realizzando un numero di stragi di civili maggiori e privilegiando l’invio nel circuito concentrazionario rispetto a quello al lavoro coatto.

Venerdì saranno presenti gli autori della ricerca ed interverranno anche i rappresentanti dei Sindacati confederati CGIL, CISL e UIL.

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