“Come si può pensare di conciliare la vocazione turistica della nostra cittàcon la concessione di un permesso per la realizzazione di un impianto di itticoltura?”. È questa una delle domande che l’attrice teatrale imperiese Livia Carli rivolge all’amministrazione comunale in una lettera aperta.
Livia Carli, che si fa portavoce dei malumori di molti cittadini in merito al progetto della società Aqua per realizzare un impianto per l’allevamento di orate e branzini nello specchio acqueo antistante la Galeazza, fa riferimento non solo a possibili problematiche legate al turismo e all’ambiente, ma soprattutto all’aspetto simbolico del luogo per tutti gli imperiesi.
Ecco la lettera aperta di Livia Carli
“Lettera aperta per fare tutti insieme alcune considerazioni assolutamente necessarie per il bene della nostra città (da quelle più contingenti a quelle più vere e profonde).
Perché un impianto di itticoltura a Imperia al largo delle spiagge della Galeazza e del Galeazzone?
A breve nella città di Imperia è prevista l’installazione di gabbie per realizzare un impianto di itticoltura nella zona della Galeazza e del Galeazzone, un tratto paesaggistico naturale unico che vanta una tra le poche spiagge libere incontaminate della costa del Ponente Ligure.
Vorrei fare alcune considerazioni.
Imperia tenta da tempo di diventare un luogo turistico, mentre DianoMarina, che per la vicinanza sarebbe anche lei coinvolta da eventuali effetti negativi derivanti dall’installazione di impianti di itticoltura, lo è già.
Prima domanda a noi tutti e in primis all’Amministrazione Comunale:
Come si può pensare di conciliare la vocazione turistica della nostra città, che tra l’altro sarà finalmente coinvolta nel progetto di realizzazione della pista ciclabile, con la concessione di un permesso per la realizzazione di un impianto di itticoltura, che sarebbe sicuramente causa di allontanamento dei turisti dal nostro territorio?
Si prenda in considerazione per esempio un turista con la propria famiglia e con bambini che voglia decidere il luogo dove passare le vacanze estive: sicuramente, venendo a conoscenza dell’esistenza di un impianto di itticoltura, rivolgerà la sua scelta ad un’altra località balneare che ne sia priva.
E non solo i turisti italiani ma anche stranieri e soprattutto provenienti dal Nord Europa, particolarmente sensibili alla causa ambientale e naturalistica.
A tale proposito la società “Aqua Srl” assicura che non saranno usati antibiotici, ma sicuramente immagino che dei farmaci dovranno essere dati ai pesci per prevenire o reprimere qualsiasi forma di malattia o evitare problematiche batteriologiche, che da sempre sono presenti in qualsiasi forma di allevamento. Non trascuriamo poi il problema connesso ai rifiuti organici dei pesci sia per quanto riguarda i residui di cibo che ancor di più i residui fecali.
Seconda domanda:
La società “Aqua Srl” deve svolgere il suo lavoro da imprenditrice e quindi va in cerca di aree in cui ottenere permessi per la realizzazione dei propri impianti.
Ma perchè proprio in una delle aree più belle della Liguria con le poche spiagge libere ancora incontaminate, mentre il resto del litorale è tutto occupato da stabilimenti balneari? Perché non realizzare l’attività i luoghi più consoni?
Si tratta di attività imprenditoriale, economica, commerciale che va a favore dell’imprenditore stesso e che per la nostra città porterebbe solo svantaggi per gli albergatori, per i pescatori, per gli eventuali turisti ( se ne resterà qualcuno) e per la cittadinanza tutta.
C’è poi un aspetto più profondo e simbolico che vorrei sottolineare e che è sicuramente la parte più importante di tutta la questione:
La zona della Galeazza e del Galeazzone è per tutti noi Imperiesi un luogo sacro. La sacralità di questa area è il fulcro di tutto, l’essenza.
Il gesto di mettere un impianto di itticoltura al largo della spiaggia della Galeazza e del Galeazzone è per noi tutti un gesto di profanazione del Tempio. È questo luogo il centro della nostra esistenza, della nostra libertà, il luogo della condivisione, il luogo della consolazione dalle sofferenze, il luogo della rigenerazione. È il luogo della purificazione.
Immergendoci nelle acque della Galeazza noi tutti ritroviamo il filo e il significato della nostra esistenza, di quella dei nostri genitori, dei nostri antenati, mentre contemporaneamente immaginiamo la vita futura dei nostri figli e dei nipoti, che pur obbligati dalle necessità della vita a cercare lavoro lontano, potranno, ritornando, ritrovare il filo della loro esistenza e con essa della nostra, immergendosi in quel mare e riscaldandosi al sole.
Lo scoglio della Galeazza è per noi tutti il simbolo del significato vero della nostra vita.
Chi oserà profanare quell’area ne risveglierà i dèmoni e dovrà confrontarsi con noi tutti per il forte valore simbolico che porta in sé!”.