Il dirigente comunale e Sindaco di Pontedassio Ilvio Calzia è stato condannato a restituire 225 mila euro al Comune di Imperia per aver svolto incarichi privati senza autorizzazione dal 1997 al 2010. Questa la sentenza della Corte dei Conti per l’architetto 63enne, oggi Sindaco di Pontedassio. A darne notizia il quotidiano La Repubblica.
Imperia: Ilvo Calzia condannato a risarcire il Comune
Nel dettaglio, secondo la Corte dei Conti Calzia avrebbe tenuto una “condotta che ha connotato tutta la sua carriera di dirigente” ovvero, secondo l’accusa, “arrotondare sistematicamente la propria retribuzione, senza mai informare il proprio datore di lavoro”.
Le obiezioni presentate da Calzia, difeso dall’avvocato Roberto Trevia, sono state respinte dal collegio composto da Salomone, Cominelli e Benigni.
Calzia aveva sostenuto di aver svolto incarichi privati perché in uno stato di necessità. Tesi respinta dalla Corte dei Conti, secondo cui “il Calzia, volutamente, non ha richiesto l’autorizzazione allo svolgimento degli incarichi, confidando sull’impossibilità dell’Amministrazione di venirne altresì a conoscenza” e “lo stato di difficoltà economica ben poteva essere esposto nelle richieste di autorizzazione da presentarsi al Comune di Imperia e ciò avrebbe, logicamente, indotto l’ente a valutare la situazione con particolare attenzione”.
Recentemente l’ex dirigente ha fatto causa proprio al Comune di Imperia per chiedere il risarcimento dello stipendio per tutto l’arco temporale in cui fu sospeso dal servizio a seguito dell’inchiesta relativa al porto turistico di Imperia. Calzia, infatti, è stato prima prosciolto dall’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato e successivamente assolto con formula piena al processo, svoltosi a Torino, dall’accusa di abuso d’ufficio.