L’incremento dei servizi esterni finalizzati al controllo del territorio e al rispetto dei divieti imposti dai Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri relativi alle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da CoViD-19 non ha fermato l’attività di repressione e contrasto allo spaccio di stupefacenti nella città dei Fiori, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Sanremo.
Infatti ieri, gli investigatori della Sezione Operativa hanno tratto in arresto in flagranza due pusher italiani, un 26 enne di Riva Ligure e un 21 enne di Sanremo, già noti alle Forze dell’Ordine, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti unitamente alla madre del primo, poiché ha tentato di occultare la droga nascosta in casa per evitare l’arresto del figlio.
Nel primo pomeriggio, i militari che monitoravano da diverse ore gli spostamenti dei due ragazzi, sono intervenuti in via Galilei fermandoli a bordo di un furgoncino di proprietà. Nell’abitacolo i Carabinieri hanno rinvenuto 3 buste contenenti 564 gr. di marijuana e 1.500 euro in banconote di piccolo taglio, motivo per il quale hanno subito esteso la perquisizione a casa del giovane sanremese rinvenendo ulteriori 43 grammi della stessa sostanza, 7 grammi di cocaina, 250 euro in contanti, bilancini e materiale per il confenzionamento delle dosi.
Dopo aver arrestato i due e averli trasferiti in caserma, i militari hanno effettuato una perquisizione anche presso il domicilio del giovane residente a Riva. Dopo aver citofonato, i Carabinieri – che avevano sotto osservazione l’intero perimetro dell’abitazione l’abitazione – hanno notato la madre del giovane lanciare un borsone dalla finestra, nel tentativo di disfarsene. Recuperatolo, all’interno vi erano ulteriori 3 buste con mezzo kilo di marijuana, mentre nella camera da letto del figlio è stata rinvenuta una pistola cal. 7,65 di origine jugoslava, detenuta illegalmente, nonchè 2.500 euro in banconote di piccolo taglio.
Dopo le formalità di rito, i due giovani sono stati tradotti presso il carcere di Imperia, mentre la donna il quello di Genova Pontedecimo, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.