“Con il protrarsi di questa situazione senza precedenti iniziano a emergere gli isterismi e le paranoie, i nervi cominciano a saltare a tante e tanti, sui social impazzano le solite cacce alle streghe. Vogliamo dirlo subito: non ci sentiamo di giudicare la reazione emotiva di nessuno. Oggi, più che mai, è il tempo dell’empatia!”Scrivono Csa la talpa e l’orologio, Ass. Garabombo l’invisibile e Ass. per la Fondazione Marco Beltrami.
“E vogliamo anche dircelo, senza retorica, che noi cittadini siamo stati bravi! Un popolo che si chiude in casa di sua spontanea volontà e senza coercizione, per un riscoperto senso di responsabilità sociale, è una cosa che andrà scritta sui libri di storia. Con un po’ di reticenze e qualche incomprensione, a una dozzina di giorni dalle misure più radicali mai assunte dal dopoguerra continuiamo a essere tutti al nostro posto. La comunità scientifica ci ha spiegato che l’unico modo per affrontare il virus era applicare il distanziamento sociale e lo abbiamo capito. Per noi che siamo un centro sociale, che di relazioni viviamo è un sacrificio enorme, come per tutti d’altronde.
E francamente siamo stupiti di come nessuna tre le cariche politiche e istituzionali abbia chiaramente preso atto di ciò e solennemente ringraziato tutti noi. Abbiamo interrotto ogni relazione, ci siamo chiusi in casa, usciamo solo per le motivazioni consentite e nelle modalità richieste, ma ci sentiamo continuamente dire che siamo indisciplinati, che giriamo troppo, che è tutta colpa nostra. Spargere ulteriori paure e sensi di colpa non fermerà il virus, serve la consapevolezza che abbiamo già dimostrato collettivamente di avere.
Certo i malati e i decessi continuano a salire, il virus continua a girare tra i nostri amici e i nostri cari, abbiamo tutti il timore di quel colpo di tosse che ci fa venire il brivido giù lungo la schiena.
Ma è evidente che in questa fase non può essere altrimenti, tutti le proiezioni fatte concordano che sarà ancora lunga, anche con le misure adottate. Tutto questo deve essere spiegato bene, a tutti. Il popolo non è un bambino a cui raccontare una favoletta, per avere responsabilità e consapevolezza ci vuole chiarezza!
C’è bisogno di qualcuno che ci rassicuri, di qualcuno che accompagni questa lunga attesa fatta di bollettini con numeri sempre più drammatici, c’è bisogno di un parlamento al suo posto mentre manda i lavoratori nelle fabbriche, negli ospedali, negli uffici pubblici, o nei negozi, a fare lavori molto pericolosi col timore di contagiarsi e portare il virus a casa la sera!
C’è bisogno di chiudere tutte le attività non necessarie che non si possano svolgere in completa sicurezza, ma per davvero. C’è bisogno di un reddito di quarantena per tutti coloro che sono inattivi.
C’è bisogno di restare uniti per passare questo momento difficile, senza cercare facili capri espiatori nel vicino che fa una passeggiata o porta fuori il cane.
Pur nella difficoltà della situazione le responsabilità di chi ha anteposto il profitto alla vita stanno emergendo, i video-appelli a continuare correre economicamente a prendere aperitivi rimarranno lì a perenne monito. #bergamoisrunnign #milanononsiferma e non si è fermato anche il coronavirus!
Ora cominciamo a pensare al dopo, perché non andrà tutto bene, troppe saranno le persone che ci lasceranno, ma dovremo ripartire prima o poi, e non dovrà tornare tutto come prima, perché “come prima” è il problema. Noi ci saremo, al fianco di quelli che come noi perderanno tutto”.