23 Novembre 2024 08:50

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23 Novembre 2024 08:50

Coronavirus, Deputati e Senatore M5S contro Toti:”dal presidente dichiarazioni preoccupanti, ascoltiamo gli esperti sull’emergenza Covid-19″

In breve: Ascoltiamo dunque gli esperti (infettivologi, epidemiologi, medici sul territorio), facciamoci guidare dalle evidenze scientifiche e abbandoniamo le idee strampalate perché ora la priorità è tutelare la vita dei cittadini".

“Come già detto giorni fa, in questo momento critico per il Paese abbiamo bisogno della costruttiva collaborazione di tutte le istituzioni. Purtroppo, a sentire le sue ultime dichiarazioni, il presidente della regione Toti non sembra aver recepito il nostro messaggio e anzi continua ad agire da solo in maniera scoordinata portando avanti proposte che ci lasciano molto perplessi. Non possiamo scherzare con la salute delle persone”. Dichiarano Leda Volpi – Camera dei Deputati – Marco Rizzone – Camera dei Deputati – Mattia Crucioli Senato della Repubblica – Fabio Tosi – Consiglio Regionale della Liguria.

Intervistato sul programma “Mi Manda Rai Tre” nella giornata di venerdì 27 marzo, alla domanda “come ne usciamo dal contagio”, Toti ha risposto che “occorre cominciare a fare alcuni ragionamenti, bisogna che non tutte le aree del Paese siano trattate identicamente allo stesso modo perché non sono sotto schiaffo del virus allo stesso modo” e ha proposto una strategia folle: gli israeliani hanno segmentato per fasce d’età: fino a 60 anni dai primi di aprile si torna al lavoro, sopra i 60 proteggiamo le nostre categorie più deboli, sopra gli 80 addirittura tutti in casa fino a giugno”. 

Queste dichiarazioni destano molta preoccupazione perché denotano il non aver capito la gravità dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e soprattutto quali sono i meccanismi epidemiologici di contagio. Non solo non siamo ancora propriamente nella fase discendente dei contagi, e quindi è prematuro e pericoloso parlare di allentamento del contenimento, ma oltretutto non ha alcun senso dividere il contenimento per fasce di età, visto che ormai è noto che la trasmissione del covid-19 avviene spesso ad opera di giovani adulti asintomatici o paucisintomatici e che la temibile sindrome da insufficienza respiratoria può portare a decesso anche giovani senza patologie pregresse.

Per questi motivi, sentire un governatore, che detiene il massimo potere nella gestione della sanità in Liguria, appoggiare queste ipotesi incute preoccupazione perché significa non aver compreso gli errori della Lombardia, i cui slogan “Milano non si ferma” purtroppo hanno contribuito alla catastrofe che conosciamo. Questo non è il momento delle polemiche e sicuramente l’analisi delle responsabilità dovrà essere fatta solo dopo aver superato questa emergenza, non ora, però è fondamentale imparare dagli errori fatti in Lombardia per non replicarli anche in Liguria. Per questo mi sento di dire al governatore: concentriamo tutti gli sforzi nel gestire al meglio l’emergenza sanitaria e solo dopo aver messo in sicurezza la salute e la vita dei cittadini penseremo all’economia. 

A breve il Governo emanerà nuovi provvedimenti e misure di sostegno economico per famiglie e imprese, ma ora la priorità è continuare il contenimento della popolazione, testare e isolare i positivi e i loro contatti, individuare alla svelta luoghi sicuri dove isolare i pazienti convalescenti senza far diventare le RSA le nuove bombe a orologeria dei contagi. E nella gestione clinica dei pazienti, non concentriamoci solo sugli ospedali (che peraltro sono già al collasso) come avvenuto in Lombardia, ma seguiamo gli esempi virtuosi di altre regioni: attiviamo la presa in carico territoriale, seguiamo e trattiamo precocemente i pazienti al domicilio, in modo da prevenire il più possibile le complicazioni e le fughe in ospedale. Questo si può fare dotando i medici sul territorio di protocolli chiari di trattamento e sostenendone il lavoro, anziché reprimendone le critiche. 

L’AIFA ha dato l’ok alla somministrazione dei farmaci antivirali e antimalarici per i pazienti Covid-19 direttamente al domicilio, che saranno prescrivibili dal medico di famiglia. Ascoltiamo dunque gli esperti (infettivologi, epidemiologi, medici sul territorio), facciamoci guidare dalle evidenze scientifiche e abbandoniamo le idee strampalate perché ora la priorità è tutelare la vita dei cittadini”.

 

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