24 Dicembre 2024 00:01

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Coronavirus, Liguria: parla il dott. Andrea Stimamiglio. “Ecco com’è questa malattia”

In breve: Andrea Stimamiglio, segretario ligure della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, ha parlato nel consueto punto stampa della Regione Liguria sull'emergenza Coronavirus. 

“Com’è questa malattia? È una malattia molto contagiosa. Ci sono molte decine di pazienti con la febbre. Nel 95% dei casi i pazienti hanno un decorso benigno. Prendono la Tachipirina e altri farmaci e guariscono. Solo un ristretto numero di casi, però, dopo 7-8-9 giorni, accusa un peggioramento e la malattia si evolve in una broncopolmonite interstiziale”. Lo ha dichiarato il dott. Andrea Stimamiglio, segretario ligure della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, nel consueto punto stampa della Regione Liguria sull’emergenza Coronavirus. 

Coronavirus, Liguria: “Medici di famiglia non vanno più a casa dei pazienti perché mancano mascherine”

Il nostro lavoro è stato stravolto in 20 giorni ha dichiarato Stimamiglio Noi eravamo abituati a ricevere i pazienti in studio o andare a casa loro. A causa della mancanza di mascherine, però, non possiamo più lavorare cosi. Com’è questa malattia? È una malattia molto contagiosa. Ci sono molte decine di pazienti con la febbre. Nel 95% dei casi i pazienti hanno un decorso benigno. Prendono la Tachipirina e altri farmaci e guariscono.

Un ristretto numero di casi, però, dopo 7-8-9 giorni, accusa un peggioramento e la malattia si evolve in una broncopolmonite interstiziale. Come ce ne accorgiamo? Con il saturimetro. Di solito la saturazione è a 97-98-99. Se crolla a 91 ci accorgiamo che quello è un caso da mandare in ospedale. Io ho avuto 100 casi. Tre pazienti mi hanno chiamato per il crollo della saturazione. Sono andati in ospedale.

Abbiamo bisogno di saturimetri da portare alle famiglie. Li lasciamo sul pianerottolo di casa. Voglio precisare che i raggi al torace fatti in giornata, con l’arrivo della febbre, vengono negativi. Serve farli quando si ha la desaturazione.

I medici di famiglia non vanno più a casa dei pazienti perché, non avendo dispositivi monouso, rischiano di contaminare le visite. Cerchiamo di regolarci con la conoscenza del paziente. Ci facciamo raccontare come sta il paziente, limitando le visite. Io ho una madre di 95 anni che da 20 giorni non vedo, perché non voglio portarle il nemico in casa”.

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