24 Luglio 2024 12:07

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24 Luglio 2024 12:07

Coronavirus, Italia: record guariti, positivi di nuovo in crescita. “Serbatoio asintomatici permette circolazione virus”

In breve: Il totale delle persone attualmente positive è pari a 95.262, con un incremento di 1.195 pazienti (ieri erano stati 880).

Il totale delle persone attualmente positive, oggi, mercoledì 8 aprile, in Italia, è pari a 95.262, con un incremento di 1.195 pazienti (ieri erano stati 880). Dei pazienti positivi, 3.693 sono in terapia intensiva, con una riduzione di 99 unità. I ricoverati con sintomi sono 28.485, 233 in meno. La maggior parte dei positivi, 63.084, il 66% del totale, è a casa in isolamento domiciliare, senza sintomi o con sintomi lievi.

Questi i dati divulgati dal Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli nel corso del tradizionale punto stampa quotidiano sull’emergenza Coronavirus.

Coronavirus, Italia: record di guariti

Il totale dei deceduti è pari a 542 (ieri erano stati 604) che porta il totale delle vittime, da inizio epidemia, a 17.669.

Il totale dei guariti è pari a 26.491. Abbiamo il nuovo record di guariti in un giorno, 2099. Il numero di guariti negli ultimi 10 giorni è pari al 50% dei guariti da inizio epidemia.

I nuovi contagi sono 3.836, che portano il totale a 139.422.

“Il numero dei contagi  – ha dichiarato Borrelli – è importante perché ci fa capire la portata del virus e che dobbiamo continuare a mantenere alta la guardia, a tenere i comportamenti consigliati dagli esperti”. 

Ranieri Guerra (direttore aggiunto Oms e componente comitato scientifico)

“Analizzando i dati, non siamo in diminuzione netta, siamo in una fase di rallentamento della velocità di trasmissione. Siamo di fronte a un plateau che si abbassa progressivamente in maniera assai lenta. C’è un serbatoio di positivi, asintomatici, che continua a garantire la circolazione del virus.

Aprire o pensare di aprire in questo momento, senza conoscere quale sia stata o quale sarà l’evoluzione del virus è abbastanza difficile da prevedere. Si può predisporre una valutazione del rischio di apertura per classe di lavoro, età e tipologia geografica. 

Abbiamo una categoria di persone che, per età e per precedenti patologie morbose, è particolarmente vulnerabile. Io non credo che il Governo italiano voglia procedere a un’apertura senza tener conto di questa rischiosità, che è ancora molto alta”. 

 

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