All’Ospedale San Martino di Genova si è tenuto il primo parto in diretta tablet. Un’iniziativa pensata per far fronte alle normative vigenti in materia di prevenzione per la diffusione del Coronavirus.
Regione Liguria ha documentato l’evento, raccogliendo le emozioni dei protagonisti.
Coronavirus, Liguria: primo parto in diretta tablet al San Martino di Genova
È stato effettuato dall’equipe del dottor Claudio Gustavino, Direttore di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale il primo parto in diretta tablet in tempi di Covid.
Grazie al progetto condiviso tra Unità Operativa Sistemi Informatici e Ufficio Stampa, attraverso il contributo di privati e aziende del territorio, che hanno messo a disposizione con donazioni dirette device, schede sim e cavalletti, il signor Aldo Marubbio di Santo Stefano d’Aveto ha potuto assistere al parto della compagna Laura, che ha messo al mondo la splendida Emilia, di 4 chili e 200 grammi.
Aldo, non potendo assistere fisicamente al parto per le ormai note disposizioni di sicurezza emergenziali, lo ha seguito in diretta collegato dalla sua auto, parcheggiata all’esterno del Padiglione 2 del Policlinico.
La mamma ed Emilia sono entrambe in ottime condizioni di salute.
A partire dalla giornata odierna, i genitori che vorranno, potranno disporre del servizio. Tutte e quattro le sale parto sono state attrezzate con tablet e supporti, il personale della struttura è stato formato ad hoc e sono state circolarizzate procedure per gestione, sterilizzazione e manutenzione dei device.
Aldo Marubbio
“Un’esperienza meravigliosa. Sin da subito mi sono reso conto della vicinanza e del sostegno che riuscivo a dare a mia moglie anche a distanza. Prima della diretta mi facevo moltissime domande, ma poi mi sono sentito a mio agio. Avevo timore di disturbare all’equipe, invece è stata una cosa molto bella, perché abbiamo interagito”.
Claudio Gustavino
“Volevamo restituire la felicità che questo tempo ha sottratto alle coppie, perché in sala parto abbiamo scelto di non far entrare i compagni in sala parto per essere rigorosi all’idea di riservare gli spazi sanitari ai pazienti e ai sanitari soltanto, per far partorire in sicurezza.
L’idea però di privare le coppie di questa felicità e intimità ci turbava, così abbiamo usato la tecnologia per trasmettere le immagini del parto e anche le immagini del partner per rendere serena la paziente. Ci è sembrato che questa felicità sia rimasta intatta, un grande privilegio nel nostro lavoro”.