Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ieri mattina, durante l’interrogatorio di garanzia, davanti al Gip Massimiliano Botti, Antonio De Marte, Giovanni De Marte e Domenico Gioffrè, arrestati ieri mattina all’alba dai Carabinieri, in quanto ritenuti responsabili dell’ attentato incendiario a un camion di frutta e verdura il 29 marzo scorso, a Diano Marina, in piazza Taramasco. Il camion della ditta Love Fruit era di proprietà della famiglia Attisano che gestisce un negozio di ortofrutta nel centro di Diano Marina.
Diano Marina: tre arresti per il rogo di un camion. L’accusa è incendio doloso
L’interrogatorio di garanzia, nel rispetto delle norme per l’emergenza Coronavirus, si è tenuto in videoconferenza, con i legali in Tribunale e i tre arrestati in carcere, a Imperia.
Antonio De Marte è accusato di incendio doloso e di evasione (era agli arresti domiciliari). E’ difeso dall’avvocato Luca Ritzu del foro di Imperia. “Il mio cliente si è avvalso – dichiara il legale a ImperiaPost – Ora vedremo gli atti e potremo valutare con attenzione l’attività di indagine e le fonti di prova che sono già sommariamente indicate nell‘ordinanza di custodia cautelare. E contestualmente valutare un in ricorso al tribunale della libertà”.
Giovanni De Marte e Domenico Gioffrè sono accusati di incendio doloso e di evasione (solo Gioffrè, in quanto era agli arresti domiciliari). Sono difesi dall’avvocato Marco Bosio, del foro di Imperia. “Sto studiando gli atti – dichiara a ImperiaPost – Voglio capire la consistenza degli indizi”.
La ricostruzione dei Carabinieri
Giovanni De Marte, poco prima dell’incendio, si recò presso un distributore di benzina poco distante per riempire una tanica. Nel frattempo, il padre Antonio e Domenico Gioffrè arrivarono ad una tabaccheria vicina al luogo dell’incendio a bordo dell’autovettura di quest’ultimo, un’Audi S3.
Antonio salì sulla Fiat panda con Giovanni D Marte e si recarono sul luogo dell’incendio, che venne materialmente appiccato dal primo cospargendo la cabina dell’autocarro con il combustibile ed innescando l’incendio. Poi risalì in auto e si allontanò in direzione dell’abitazione.
Il tutto sotto la sorveglianza del “palo” Domenico Gioffrè. Un particolare non può essere trascurato, indicatore specifico della pericolosità dei soggetti, sia Antonio De Marte che Domenico Gioffrè erano sottoposti a detenzione domiciliare, ovviamente violata per la commissione del reato.