Sono 20 in meno, rispetto a ieri, i pazienti attualmente positivi in Italia. E’ questa la notizia principale della giornata di oggi, 20 aprile. A divulgarla il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. E’ la prima volta in assoluto che si verifica un calo del numero dei positivi.
Coronavirus, Italia: terapie intensive, dato più basso da inizio epidemia
“Le persone attualmente positive in Italia sono 108.237, 20 in meno rispetto a ieri – ha dichiarato Borrelli – è un dato certamente confortante. Le persone che hanno contratto il virus da inizio epidemia sono 181.228, 2.256 in più rispetto a ieri.
Prosegue il calo di pressione sugli Ospedali. Sono 2.537 i pazienti in terapia intensiva, 62 in meno. E’ il dato più basso da inizio epidemia. I ricoverati con sintomi sono 24.906, 127 in meno. La maggior parte dei positivi sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi, 80.758, il 75%.
Nelle ultime 24 ore si sono registrati 454 morti (ieri 433), portando il totale a 24.114.
Il totale dei guariti è pari a 48.877, 1.822 in più di ieri. Il 90% dei guariti è stato registrato nell’ultimo mese, dal 20 marzo scorso.
I tamponi sono 1 milione e 398 mila. Le persone che hanno eseguito il tampone, complessivamente, sono 943.151.
Rsa.
Luca Richeldi – Direttore unità Pneumologia Ospedale Gemelli di Roma e membro del Comitato Tecnico Scientifico
“Solo il parametro dei deceduti non sta andando nella direzione che vorremmo. Gli epidemiologi ci dicono che sarà l’ultimo parametro a calare. E’ un dato importante quello relativo alla riduzione dei positivi. E’ una diminuzione breve, ma per la prima volta vediamo il segno meno da inizio epidemia. E’ estremamente incoraggiante.
Se guardiamo le ultime due settimane, ogni giorno abbiamo registrato un calo dei ricoverati e dei pazienti in terapia intensiva. E’ calata le pressione sulle strutture sanitarie.
Rimane il dato doloroso dei deceduti. Ci deve fare riflettere su quello che è successo. Ci deve far pensare che la battaglia non è vinta. E’ un periodo di relativa tregua nella diffusione del virus, ma non è il momento di abbassare la guardia.
Il 30% dei pazienti dimessi ha problemi respiratori. Si spera li avranno per il minor tempo possibile. Saranno seguiti e monitorati dal nostro sistema sanitario”.