24 Novembre 2024 01:51

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24 Novembre 2024 01:51

Coronavirus, Imperia: Caramagna Football Club, sport e solidarietà non si fermano

In breve: Donazione di 400 euro a favore dell'Associazione Famiglie Sindrome di Dravet.

Il Caramagna Football Club, piccola realtà calcistica di Imperia, per l’emergenza sanitaria ha dovuto interrompere come tutti la propria attività sportiva. Dai primi del mese di marzo, con la creazione di un canale YouTube, ha cercato con esercizi, giochi e contest di stare comunque vicino ai propri ragazzi e alle loro famiglie.

Coronavirus, Imperia: Caramagna Football Club, donazione di 400 euro a favore dell’Associazione Famiglie Sindrome di Dravet

Fra le varie iniziative, l’ultima, almeno per il momento, è la creazione di un campionato virtuale. Attraverso videochiamate, i giovani calciatori, arbitrati dai mister, si sfidano a suon di quiz, indovinelli e simpatiche prove. I risultati, le classifiche e le interviste vengono poi montati in una sorta di trasmissione televisiva con conduzione in studio e collegamenti con gli allenatori nella simpatica versione di inviati speciali.

L’iniziativa, al di là della competizione, permette ai ragazzi e ai mister di mantenere viva la loro amicizia, anche se a distanza. Il Caramagna Football Club non ha però voluto perdere di vista il proprio obiettivo sociale e così ha deciso, in questo difficile momento, di fare un piccolo gesto con una donazione di 400 euro a favore dell’Associazione Famiglie Sindrome di Dravet.

Da 10 anni questa Onlus offre supporto alle famiglie colpite da una malattia rara, una sindrome che si manifesta nel primo anno dalla nascita colpendo mediamente una persona ogni 20/30000. Attualmente non esiste una cura e la gestione delle persone affette e dei loro famigliari richiede costante supporto in termini di assistenza medica, psicologica, economica.

“Il Coronavirus ha pesantemente stravolto le nostre vitespiegano in una nota – Il distanziamento sociale ha complicato le nostre attività lavorative e la vita dei nostri figli che hanno dovuto rinunciare prima alla scuola, poi all’attività sportiva e, con esse, alla quotidianità dei loro affetti e delle loro amicizie. Quasi ci sembra impossibile che qualcuno possa soffrire più di noi, ma in realtà, guardandoci intorno, ci accorgiamo di quante persone purtroppo quotidianamente vivono situazioni davvero difficili. Questa presa di coscienza ci rende consapevoli di quanto siamo fortunati e questo vale molto di più del nostro piccolo gesto di solidarietà”.

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