“Non è certo solo questione di lockdown si o lockdown no, di Toti contro Scajola, di Toti contro il Governo, del Sindaco con il Governo. Il momento è difficile per tutti e per tutte le categorie di lavoratori; lo è dal punto vista economico, sanitario, sociale. Lo è perché scarseggiano gli aiuti e si fa fatica ad avere la visione d’insieme: la pandemia svela anche così tutto il suo potenziale distruttivo”. Inizia così la nota stampa del centro sociale La Talpa e l’Orologio di Imperia sull’emergenza Coronavirus.
Coronavirus, Imperia: CSA La Talpa e l’Orologio su multe ai commercianti. “Protagonismo della Questura sembra eccessivo”
“Non sarà aprendo una settimana prima o dopo attività che avranno comunque pochissimi clienti che si risolverà il problema – prosegue la nota – Il problema necessiterà di sostegno al reddito per tutti coloro che non potranno più avere garanzia di un guadagno degno dalla loro attività, siano esse in proprio o dipendenti, e delle loro fatiche.
Ci vogliono interventi più coraggiosi, lungimiranti ed universali. Ci vuole un reddito di quarantena per tutti, ci vuole il blocco degli affitti, di tutti gli affitti, perchè non si può pretendere un canone da un’attività che non può aprire o può farlo solo a metà, così come non lo si può pretendere da un lavoratore che non ha più entrate.
Ci vogliono iniziative che forzino chi più ha accumulato in questi ultimi anni, quel 10% di italiani che detiene il 50% di tutta la ricchezza del paese, perchè quella ricchezza venga messa sul tavolo a sostegno del 50% delle persone che ne detengono solo il 10%.
E ci vuole da subito una visione di un futuro che non può essere un banale ‘tornerà tutto come prima’ perchè è il ‘come prima’ ad aver creato il problema!
Perché trent’anni di continua privatizzazione della sanità hanno levato l’ossigeno ad un sistema che ora affonda drammaticamente nelle sue criticità. Perchè l’ingenuità di aver puntato tutto lo sviluppo economico sul turismo, costringendo fabbriche di eccellenze alimentari a chiudere, sta dimostrando, nei fatti, tutte le sue pericolose contraddizioni, se già non fosse bastata la bolla immobilare in cui stavamo affannando prima dell’emergenza.
E’ ora di immaginare da subito un nuovo sviluppo basato su un’economia reale, adeguata alle potenzialità del nostro territorio – che sono tante, per fortuna- un’economia di prossimità che offra immediate alternative a chi non riuscirà più ad alzare quella serranda.
In momenti di pandemia tutto è difficile, ma non è certo con la repressione che si daranno risposte a chi non vede più un futuro per la propria attività o per il proprio lavoro. Al di là delle critiche, delle considerazioni, dei punti di vista scientifici, della statistica e della matematica, al di là delle tante considerazioni che ci affollano la mente, chiediamoci: davvero il Questore ha pensato di sanzionare otto cittadini riunitisi, a distanza di sicurezza, con mascherine, sotto il proprio comune per parlare con il sindaco? Otto cittadini che hanno dimostrato di aver interiorizzato le norme per la salvaguardia della salute pubblica, ma non per questo hanno rinunciato al loro diritto di pretendere spiegazioni e rassicurazioni dalle istituzioni?
Davvero intende farlo senza vergogna?
In questi mesi abbiamo assistito ad una serie infinita di errori e leggerezze che hanno portato a sviluppi tragici: l’atteggiamento di confindustria nella bergamasca, la sottovalutazione del problema da parte di alcune dirigenze sanitarie locali, l’incapacità delle strutture statali di gestire l’approvvigionamento di dpi per gli ospedali.
Per cose del genere, nessuna sanzione, nessuno multa. Anzi, si è arrivati a parlare di ‘scudo penale’.
Per questo il protagonismo della Questura sembra eccessivo, fuori tempo, fuori tiro, fuori luogo. E’ da molto che lo diciamo: più tamponi, meno droni”.