Solo pochi mesi fa, nessuno avrebbe mai potuto immaginare una città con pizzerie e ristoranti chiusi, strade vuote e luci spente. Eppure, a causa della terribile emergenza sanitaria, è successo e, per circa due mesi, chi lavora nel campo della ristorazione, come molti altri settori, ha dovuto abbassare le serrande.
Un grande sacrificio, necessario per tutelare la propria salute e quella degli altri, che comporterà ancora molto impegno per riuscire a far fronte alla crisi economica che ha innescato la pandemia.
Coronavirus, take away: viaggio nei ristoranti e nelle pizzerie imperiesi
Dallo scorso 4 maggio, con l’entrata in vigore del nuovo Dpcm del Premier Giuseppe Conte, è consentito ai locali riprendere l’attività in modalità take away. Un primo passo verso il ritorno alla normalità.
Per sapere come hanno vissuto i mesi di lockdown e come stanno affrontando il ritorno al lavoro, seppur con le limitazioni ancora presenti, ImperiaPost ha realizzato un reportage di cucina in cucina, incontrando i ristoratori e i pizzaioli imperiesi.
Storie in alcuni casi drammatiche, per via dei mancati guadagni, dei dipendenti in cassa integrazione, dell’incertezza per il futuro. Ma non manca anche uno sguardo di ottimismo verso il futuro.
La Peyla
“Siamo rimasti chiusi in questi due mesi, abbiamo riaperto lunedì. È stata molto triste, perchè questo non è lavoro vero e proprio, manca tutto.
Il nostro locale è molto piccolo, cercheremo di tenere tutte le distanze e fare tutto il possibile, sarà molto difficile andare avanti per il semplice fatto che con 4 tavoli noi non riusciremo mai a lavorare come vorremmo lavorare.
Abbiamo cominciato con l’asporto e devo dire che i nostri clienti sono venuti. Abbiamo lavorato un po’, ma nulla di incredibile”.
Palmira – Pizzeria Imperia
“Abbiamo riaperto lunedì in situazioni drastiche. Questi mesi siamo rimasti chiusi, abbiamo fatto dei lavori di pulizia del locale.
Ora abbiamo riaperto e siamo in queste condizioni. Malissimo, non c’è tanta gente in giro, non c’è nessuno e non si fa niente. Magari piano piano qualcosa si farà, però al momento la situazione è molto brutta. È il mio 44° anno”.
Maddalena – U Portegu de Ma
“Abbiamo riaperto lunedì dopo due mesi di chiusura. Per adesso piano piano qualcuno viene, la gente può uscire, gli fa piacere venire a prendere la pizza e perciò qualcosina facciamo. Non ci possiamo lamentare.
Facciamo take away e se qualcuno chiama per averla a casa, lo facciamo ancora. La situazione è drammatica, due mesi di chiusura sono due mesi di mancato guadagno. I ragazzi sono in cassa integrazione, ma ancora non gli è arrivata”.
C’è qualche possibilità dal 18 di riaprire con le nuove regole del Governo?
“È da vedere che regole, alla fine non si sa ancora niente di preciso. Nessuno riesce a dirci niente, noi proviamo dal 18, vediamo se gente c’è. Noi possiamo aprire, ma se la gente non c’è perchè ha paura è difficile.
È da vedere come reagisce la gente, se vuole uscire e ha piacere di venire a mangiare senza paura va bene. Purtroppo qua non si sa niente”.
Claudio – Pizzeria infinity
“Noi abbiamo chiuso, abbiamo riaperto per il domicilio venerdì scorso. Siamo stati chiusi dall’8 o 10 marzo“.
Avete avuto riscontro?
“Sinceramente no, veramente pochissima affluenza. La situazione è molto difficile.
Ci sarà un po’ di ripartenza quando effettueremo servizio al tavolo. Ora con l’asporto e il domicilio veramente poco. La gente di sera non esce. Noi apriamo solo la sera”.
Naim , Francesco e Maicol – Pizzeria A Livella
“Siamo sempre rimasti aperti con le consegne a domicilio. Un calo lo abbiamo subito, perchè la pizzeria principale è chiusa, però con l’asporto è andata abbastanza bene”.
Pensate che la situazione possa migliorare con l’apertura dei locali?
“Ce lo auguriamo. Dobbiamo vedere cosa ci impongono, le distanze e quello che ci chiederanno. Ancora non sappiamo nulla di preciso.
L’asporto è sicuramente migliorato ed è migliorato tanto, la gente ha risposto all’asporto”.
Gianpaolo – Pizzeria Agorà
“Diciamo che ci aspettavamo poco e niente e invece un piccolo risultato c’è stato. Non è mai abbastanza per quello che dovrebbe essere per tenere su una attività. Speriamo resista un pochettino questo briciolo di lavoro che c’è, in modo da farci respirare.
Per questi due giorni siamo abbastanza contenti, speriamo duri. Imperia è sempre un piccolo bacino essendoci tante attività come la nostra. Bisogna un po’ dividerceli questi clienti che abbiamo.
Cerchiamo di fare il meglio. Non potendo accogliere turisti, comunque con la gente del posto io sono contenta. Comunque richiesta c’è. Abbiamo fatto questa azione di incollare cagnolini in cerca di casa e quello comunque fa. La gente capisce che cerchiamo di fare un buon lavoro, non solo con le pizze”.
Estel Tesserini – Pizzeria Oasi
“Abbiamo iniziato con questa modalità di take away da lunedì sera e stiamo un pochino provando a vedere le prime risposte da parte dei clienti.
Questi mesi di chiusura sono stati difficili, la nostra categoria è una delle più penalizzate al momento.
Anche se le nostre associazioni di categoria si sono battute tanto in questo periodo anche per trovare accordi con Governo e Regioni, questi due mesi di chiusura forzata sono stati difficili perchè purtroppo tutte le attività si sono trovate a fatturare zero. È un problema economico difficile da recuperare.
Siamo stati tutti in un fondo integrativo salariale. Lavoriamo in famiglia, abbiamo un ragazzo che lavora per noi da 20 anni. Siamo rimasti noi.
Recuperare i mesi persi non è possibile, bisogna vedere in che modalità sarà possibile lavorare e se le modalità saranno quelle che si sono lette su qualche testata giornalistica, sarà impossibile lavorare come prima.
Sinceramente credo che il nostro settore sarà veramente in crisi, almeno per i prossimi 6 mesi, se non di più. Non voglio essere troppo pessimista”.
Ferdinando – Sciabecco
“Questi mesi di chiusura sono stati tragici, anche perchè ti arrivano le bollette, luce, acqua, gas, l’affitto. Purtroppo ogni mese. In banca siamo in rosso e non riusciamo. Con l’asporto si va, i primi giorni bene, ma adesso sta iniziando a calare. Non riusciamo.
Abbiamo dipendenti in cassa integrazione, la nostra pizzeria storica è a nucleo familiare da tanti anni. Per i dipendenti però è un momento duro.
Speriamo che con le aperture di metà maggio riusciamo ancora. Dal 1 giugno diventa tutto molto più difficile, se come dicono sarà un tot di metri a persona, il numero si stringe e sarà diverso anche andare a mangiare. Cercare di fare più turni, l’unica maniera è quella”.
Massimo – Pizzeria Branda
“Bilancio al di sopra delle aspettative, abbiamo lavorato bene. Oggi un po’ meno, ieri c’era l’euforia della mancata pizza per due mesi.
Anche oggi abbiamo lavorato bene, alle 9.30 chiudiamo. Nel complesso è andata bene, la gente è educata, non fa riunioni fuori. Prende la pizza e va via”.
Maela – Pizeria Da Bully
“Abbiamo avuto un bel riscontro. Siamo contenti, vogliamo ringraziare tutti quelli che sono venuti e ci hanno dimostrato affetto in questi giorni. Abbiamo avuto tante richieste dai nostri clienti. Siamo contenti.
Facciamo solo asporto, la gente viene qua. Consegniamo pizza e carne alla griglia”.
Emily e Giancarlo – Ristorante Pizzeria Rodeo
“Abbiamo iniziato un po’ prima con le consegne a domicilio, qualcosa c’è. Sicuramente non è come quando si è aperti, però la gente ci chiede tanti burrito, tacos, nachos, le costine. I nostri piatti di punta vanno. Un po’ meno pizza, ma tanto Tex-Mex che è la nostra specialità.
Speriamo in questi prossimi giorni di consegnare di più e fare più asporto. Ci mettiamo a disposizione di tutti. A breve faremo nuovi piatti da asporto.
Anche per colmare quando si riaprirà, che ci saranno dei limiti di capienza. Speriamo che finalmente ci dicano come comportarci per riaprire. Noi abbiamo sanificato il locale prima di iniziare, abbiamo fatto la sanificazione. Siamo qua, aspettiamo buone nuove nella fase 2. Gente ce ne è poca in giro, di giorno si, ma la sera non c’è nessuno”.
Ambaradan
“Facciamo solo asporto, non consegna a domicilio. Sono contento, soprattutto ieri è venuta tanta gente, cosa che dimostra la voglia di mangiare la pizza che era un po’ che non si poteva. Anche questa sera lavoriamo bene. Piano piano, facciamo quello che si può”.
I gelati di Fe
“Sono contento, la gente appena ha saputo che abbiamo riaperto è venuta. Speriamo che la situazione migliori. I mesi di chiusura li abbiamo fatti, speriamo vada meglio prossimamente”.