25 Novembre 2024 04:05

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25 Novembre 2024 04:05

Coronavirus, Cervo: “Ignorati i diritti dei nostri bambini”. L’appello di una mamma. “Fateli almeno giocare in spiaggia”

In breve: Queste le parole di Federica, una mamma, che si è rivolta alla nostra redazione, per portare all'attenzione del Comune di Cervo la situazione dei bambini

Fate in modo che i nostri bambini possano giocare sulla spiaggia – Queste le parole di Federica, una mamma, che si è rivolta alla nostra redazione, per portare all’attenzione del Comune di Cervo la situazione dei bambini ai tempi del Coronavirus.

Coronavirus: una mamma scrive al Comune di Cervo

“Mi chiamo Federica, risiedo nel vostro Comune da diversi anni, e da tre sono la mamma di una bambina. Vi scrivo a nome di molte altre mamme, per chiedervi gentilmente di non seguire anche a voi la linea adottata dal nostro Governo, che, decreto dopo decreto, ha totalmente ignorato i bambini.

Già i bambini: coloro che da oltre due mesi non solo sono stati completamente privati di ogni socialità, ma sono anche stati costretti a vivere unicamente lo spazio domestico.

Ora che a noi adulti è stato concesso molto più spazio, vi chiedo di fare altrettanto per loro. Abbiamo la fortuna di vivere in un paese molto piccolo, a contagio zero, e sul mare. Fate in modo che i nostri bambini possano giocare sulla spiaggia nel pieno rispetto delle distanze di sicurezza e nell’osservanza delle norme previste per quanto riguardo l’uso dei dispositivi.

Perché una mamma, che si sente dire che l’attività che sta facendo con sua figlia, ovvero giocare con la sabbia su una spiaggia deserta, senza teli mare o pic-nic allestiti, non è consentita, però se ritorna con una canna da pesca allora si, non solo si sente presa in giro, ma anche avvilita.

Sono stati riconosciuti i diritti ai podisti, ai ciclisti, ai nuotatori, ai tennisti, e chi più ne ha più ne metta, ma ai bambini no. Nessuno sta considerando il disagio che loro stanno vivendo. Almeno voi, cercate di vederli per favore. Perché noi mamme non vogliamo che siano proprio loro, a pagare il prezzo più alto, di una gestione forse non troppo coerente, di questa ripresa”.

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