“I criteri generali che ha stabilito l’INAIL per gli stabilimenti balneari non sono sostenibili. Secondo questi pareri tecnici, in Liguria si devono eliminare 3 ombrelloni su 4, perdendo così il 75% dello spazio disponibile.
Questo equivale a dire che la Liguria questa estate deve restare chiusa. Gli stabilimenti balneari non possono aprire in queste condizioni“ è lapidario Fabio Viale, presidente provinciale SIB, Sindacato Italiano Balneari – Confcommercio.
Coronavirus, spiagge: il sindacato Italiano Balneari boccia le linee dell’Inail
“Siamo in attesa di conoscere quali saranno le decisioni politiche governative, non possono posticipare ancora a lungo la loro posizione: il settore ha già perso metà parte della stagione prima di iniziare” continua, sottolineando il punto che più sta preoccupando i titolari delle attività: “Buona parte degli stabilimenti hanno la scadenza della concessione a fine anno e non hanno ancora visto l’applicazione della legge 145 (che differisce le scadenze delle concessioni delle spiaggie al 2033) e quindi ci sono molti titolari che alle porte di una stagione che sarà più di servizio pubblico che commerciale, rischiano di andare a casa a fine estate”.
Troppi comuni in provincia di Imperia non hanno ancora recepito la legge 145/2018, e gli stabilimenti non possono che protestare: “ci fate fare una stagione ridotta, con limitazioni antieconomiche, con aumento di spese esorbitante, con richiesta di controllo capillare e non abbiamo ancora la certezza che sarà prorogata la nostra concessione? Che il governo prenda in mano la situazione e chiarisca che la legge è valida e che spinga sui comuni affinchè si adeguino. Attendiamo dal Governo un segnale”.