“Vogliamo solo lavorare”, “Chiediamo rispetto”, “Non fateci morire”, “Tristezza e indignazione”, “Le promesse vanno mantenute”. Così si leggeva questa mattina sui cartelli affissi su ogni banco dagli ambulanti del mercato di Oneglia. L’oggetto della protesta è la decisione dell’amministrazione di spostare, in via provvisoria, la location dalle vie del centro a Piazzale Maestri del Commercio, Via del Cantiere e Banchina Aicardi all’inizio di Calata Cuneo.
Contrari anche diversi commercianti titolari di attività nei dintorni delle aree dove è posizionato il Mercato.
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“Non è un centro quello laggiù – affermano gli ambulanti – rimane troppo fuori mano per la gente. Per il mercato non va bene, il mercato ha senso se rimane in centro. Oggi tutti i clienti che sono venuti erano tutti contrarissimi ad andare là, ci hanno detto che non verranno più perché sarebbe un disagio. Adesso, tutti insieme, prenderemo le decisioni”.
“Ci vogliono spostare, da una parte all’altra – aggiunge un altro ambulante – Con il coronavirus siamo stati già mezzi disastrati, se ci spostano saremo disastrati. Perché molti hanno detto sì? Ma i cittadini non sanno dov’è Calata Cuneo. Se ci spostano un’altra volta siamo con l’acqua alla gola, dovrebbero sistemarci così come siamo adesso prolungandoci in via Palestro”.
“Siamo contrari perché è un’ingiustizia questa situazione – proseguono a un altro banco – danno delle location e poi non sono veritiere. Vogliamo rimanere qua, il mercato è sempre stato qua, non dove hanno proposto loro. Lì andiamo a morire, nel piazzale dell’Agnesi. Abbiamo fatto un sondaggio tra i colleghi e tra i clienti e tutti vogliono che il mercato resti qui.
Non abbiamo voce in capitolo. I nostri rappresentanti non riescono a parlare con chi di dovere. Non è rispetto. Siamo 130 famiglie, non siamo un numero. Il Comune ci reputa numeri che pagano la Tosap. Se ci portano là per noi è la morte.
Poi dopo una situazione del genere devono darci il diritto di lavorare. I clienti sanno che siamo qua, ci catapultano in una “segreta” e i clienti che abbiamo qui non vengono sicuramente. Non è una zona commerciale, non c’è un bar, non ci sono servizi.
Altri Comuni, come Diano Marina, si sono adattati. Hanno ampliato il mercato rispettando le norme, con pannelli tende, Bordighera lo stesso, hanno ampliato il mercato ma non spostato tutto”.
“Ci vogliono portare a morire, non c’è commercio in quella zona – afferma un’altra ambulante – Possiamo capire tutto, l’emergenza, il Covid, però non possono portarci direttamente a morire, tanto vale che lasciamo le licenze in Comune e restiamo a casa. Potremmo stringerci qua e rimanere nel centro.
“Adesso noi aspettiamo l’amministrazione – conclude il referente Confesercenti Renato Giraudo – Spostarci per noi è un danno perché è una zona decentrata e non commerciale. Anche lo stesso referendum è stato fatto in modo ingannevole. Molti clienti credevano che fosse Calata Cuneo, non l’inizio o un piccolo tratto”.