Per la prima volta dopo la fine del lockdown, questa mattina i fedeli sono potuti tornare alla Messa della domenica in Chiesa. Al Duomo di Porto Maurizio, così come nel resto dei luoghi di culto, sono state adottate tutte le restrizioni previste per contenere la diffusione del Coronavirus.
Oggi, inoltre, si celebra la giornata dell’Ascensione di Gesù, ovvero, la ricorrenza cristiana che, secondo la tradizione, cade quaranta giorni dopo la risurrezione e precede la solennità della Pentecoste, giorno in cui si festeggia l’effusione dello Spirito Santo.
Presente anche il Sindaco di Imperia Claudio Scajola.
Coronavirus: prima domenica a Messa al Duomo di Porto Maurizio
All’entrata, i fedeli, dotati di mascherina, sono stati forniti di gel igienizzante. I posti in chiesa sono stati limitati a un massimo di 140. Era possibile sedersi sulle sedie appositamente posizionate per garantire la distanza sociale e sono state interdette le panche.
Niente acqua santa all’entrata del Duomo e stop al segno di pace durante la celebrazione. Il rito della Comunione si è svolto in una rigorosa fila indiana, rispettando la distanza fisica, e l’ostia è stata consegnata sulle mani.
Anche il cestino delle offerte non è passato tra i fedeli durante la Messa. All’uscita, chi voleva, ha potuto lasciare un’offerta nelle apposite urne.
Coronavirus, fase 2: ecco le linee guida da adottare nelle chiese
- Mascherine e gel. Per entrare in chiesa servirà indossare la mascherina e sarà necessario igienizzarsi le mani: così verranno sistemati “distributori” di gel. Molte le parrocchie che utilizzeranno una sola porta per fare entrare i fedeli, mentre un’altra servirà per uscire.
- I posti ridotti. Il numero massimo consentito è di 200 fedeli nelle chiese più grandi.
- Come sedersi. Un po’ come già avviene nei mezzi pubblici, potranno comparire grandi cartelli sulle panche.
- Le famiglie. Se i bambini sono piccoli potranno stare accanto a uno dei genitori. In ogni caso, mamma e papà staranno “separati”.
- L’accoglienza. Agli ingressi ci saranno collaboratori parrocchiali o volontari (spesso di gruppi, associazioni o movimenti). Si tratta di “ministri dell’accoglienza” chiamati anche a vigilare su chi entra ricordando che non si può partecipare se si ha una temperatura di oltre 37,5° C o si hanno avuto contatti con un contagiato dal Covid.
- Durante il rito. Intorno all’altare ci sarà il minor numero possibile di persone. I ministranti? Al massimo due e con le mascherine. I lettori avranno i guanti per sfogliare il Lezionario che potrà essere sostituito da fotocopie.
- La preparazione della pisside con le ostie in sacrestia deve essere fatta da chi ha igienizzato le mani e indossa i guanti. Niente coro: solo uno o due cantori ben distanziati che naturalmente non avranno la mascherina.
- Durante la Messa mancheranno la processione offertoriale e lo scambio della pace.
- La raccolta delle offerte avverrà con appositi contenitori in fondo alla chiesa.
- La Comunione. I vescovi hanno previsto che il sacerdote indossi i guanti monouso. Per porgere l’ostia al fedele (che dovrà riceverla nelle mani) il prete avrà due possibilità: prenderla con i guanti o con una pinzetta. In ogni caso non vanno toccate le mani del fedele.
- In alcune parrocchie è stato fissato che il celebrante raggiunga i fedeli lungo i banchi che dunque restano seduti; nella maggioranza dei casi che si formi una fila (e non due parallele) mantenendo le dovute distanze.
- Al fedele è consigliato di non rispondere “Amen” dopo aver ricevuto il Corpo di Cristo e di comunicarsi spostandosi leggermente di lato prima di abbassare la mascherina.
- La pulizia. Dopo ogni Messa va fatta l’igienizzazione della chiesa. Sono da evitare candeggina o ammoniaca. Soprattutto non vanno toccate statue, quadri, pareti affrescate. Andranno disinfettati anche i microfoni, oltre ai vasi sacri e alle ampolline.