L’Associazione Genitori Attivi (Ag@) di Imperia ha inviato una lettera aperta al Provveditore agli Studi, Luca Lenti e ai dirigenti scolastici degli istituti comprensivi di Imperia e del golfo dianese, per suggerire alcune soluzioni in vista della ripartenza delle scuole, rimaste chiuse a seguito dell’emergenza epidemiologica da Coronavirus.
Scuole, la lettera aperta dell’Associazione Genitori Attivi
“Durante il periodo di lockdown abbiamo sottoposto ai nostri soci un sondaggio (si allega file con i risultati) per capire quale fosse il percepito e la situazione generale di una famiglia media. Ne sono scaturite interviste a professionisti del territorio che hanno portato un po’ di chiarezza ai dubbi di molti.
Siamo convinti che la scuola abbia il compito di formare i cittadini del futuro e forse anche i rappresentanti della migliore Italia nel mondo: quella della tenacia, dell’umiltà, della fiducia, della condivisione, dell’inventiva, del lavoro silenzioso che tutti abbiamo svolto in questo periodo di emergenza. L’Italia delle opere d’arte, del genio, della letteratura, della musica, dell’umorismo, della cucina, dello sport e di chi più ne ha, più ne metta…ma per questo abbiamo bisogno di SCUOLA (non a caso in lettere maiuscole).
La scuola ed i servizi socio-educativi in generale sono cruciali quanto le attività produttive per la ripresa del Paese, dopo questo tragico periodo epidemico.
L’emergenza Covid-19, inizialmente sottovalutata, non ha permesso a ministri, assessori, sindaci, genitori, insegnanti, dirigenti, medici, ricercatori, informatici, una corretta e puntuale organizzazione e non può essere affrontata con modalità di lavoro consuete e ordinarie.
Noi genitori ci siamo improvvisati insegnanti, gli insegnanti si sono improvvisati tecnici informatici, voi dirigenti avete dovuto in poco tempo trovare fondi per sostenere le famiglie in difficoltà e organizzare la didattica a distanza (DAD), in un clima di profonda instabilità finanziaria, sociale ed emotiva.
Ne è emersa, spesso, la disponibilità all’ascolto ed un’apertura mentale che è andata oltre le aspettative.
Possiamo e vogliamo credere, quindi che questo Coronavirus rappresenti un’occasione di crescita per il Paese, per cambiare le regole, per modificare comportamenti, per dare spazio a idee nuove.
E’ in quest’ottica, partendo dalle esigenze e dai problemi emersi, che vorremmo suggerire delle soluzioni, anziché portare solo la voce del lamento.
Il punto zero per la riapertura consapevole
1) CENSIMENTO DELLE STRUTTURE ADIBITE AD USO DIDATTICO
Gli insegnanti dal mese di settembre presumibilmente saranno chiamati a svolgere il proprio lavoro in modi diversi: i dirigenti saranno di fronte alla gestione di nuovo personale ausiliario e docente, di reti informatiche, di aule e strumenti di didattica diversi dal solito.
A settembre non si può arrivare impreparati, questa volta!
Il ministro sta valutando un rientro a turni o il proseguimento della DAD.
Prima ancora di decidere le modalità di accesso alla didattica, a nostro avviso è di fondamentale importanza censire tutte le aule scolastiche disponibili nei diversi plessi esistenti e/o trovare e rendere fruibili edifici e/o strutture alternative limitrofe che potrebbero ospitare i nostri figli nelle varie fasce di età. In sintesi fare una “fotografia” della situazione e da questa elaborare possibili soluzioni. Una riflessione è d’obbligo: ci sono molte aule in meno rispetto a quando andavamo nelle stesse scuole noi: dove sono finite? Recentemente in Italia si sono allestite dal nulla sale per terapia intensiva, perché non farlo anche per aule scolastiche?
1A) IL PROBLEMA DELLE CLASSI POLLAIO
Attualmente, nonostante il DM 18/12/75 preveda standard minimi di superficie per garantire condizioni igienico-sanitarie compatibili con l’attività didattica, molte classi superano il numero massimo di alunni (a tal riguardo auspichiamo anche che la legge n. 133/08- DPR 81/09 venga presto rivista, poiché dichiarata incostituzionale già da diverse sentenze). Addirittura ci risulta che proprio in questi giorni si è deciso di ridurre il numero di sezioni di scuola dell’infanzia in provincia di Imperia. Una scelta che non ci fa ben sperare.
Questa epidemia potrebbe darci lo spunto per risolvere il problema delle classi pollaio, con conseguente aumento del livello qualitativo di insegnamento e di prevenzione epidemiologica. Riflettiamo inoltre sul fatto che un maggior numero di classi debba anche prevedere un maggior numero di insegnanti.
2) ADEGUAMENTO TECNICO/INFORMATICO
Riteniamo indispensabile che tutte le classi di tutte le scuole vengano dotate di una stabile ed efficace connessione internet. Troppo spesso il collegamento wi-fi non funziona e, pur essendoci la possibilità di avere la Fibra, molti istituti non l’hanno ancora installata. Inoltre servono anche hardwareadeguati e funzionanti (pc con telecamera e microfono, ecc..). Questa è una problematica di facile risoluzione, con un po’ di buona volontà.
INDIVIDUAZIONE DELLE NECESSITA’ FORMATIVE, VERIFICA DEI REQUISITI DEI DOCENTI E VALUTAZIONE DEL NUMERO DI COLLABORATORI SCOLASTICI
Poiché è compito della scuola, oltre che consentire lo sviluppo cognitivo, promuovere anche la socializzazione, non possiamo permetterci di lasciare i ragazzi/bambini a casa per periodi di tempo
infiniti.
La DAD, con le sue difficoltà tecniche e per sua caratteristica, dilata lo spazio tra insegnante e alunno e favorisce la dispersione scolastica. Nonostante i nostri governatori sostengano che l’esperienza di DAD nelle scuole italiane mediamente sia andata bene, i dati rilevati (ascoltando centinaia di famiglie) sono ben diversi.
1) DAD: LINEE GUIDE PRECISE DA PARTE DEI DIRIGENTI.
Premesso che in ogni istituto si è inizialmente proceduto a tentativi, con grandi sforzi da parte della maggior parte del corpo docente e delle famiglie, riteniamo che dopo quasi 3 mesi dalla chiusura delle scuole non ci siano più scuse per rimandare la creazione di protocolli interni (per esempio, concordare per tutti gli insegnanti un’unica piattaforma per comunicare con gli studenti), a cui ogni docente deve adeguarsi in autonomia o con l’aiuto dell’animatore digitale o di una figura tecnica esterna. D’altronde la cosa più semplice sarebbe condividere le best practices che hanno funzionato all’interno di ogni scuola.
2) BES/DSA E DISABILI: GLI STUDENTI CON NECESSITA’ PARTICOLARI
Non devono essere dimenticate le fasce più deboli, i diversamente abili, coloro che necessitano di sostegno o ausili speciali che hanno diritto ad un’istruzione che gli permetta di affrontare la vita.
Il sostegno non dovrebbe essere delegato a docenti senza le giuste competenze , né in presenza, né con la DAD. Inoltre, in una ipotesi di presenze scaglionate, riteniamo che i ragazzi con difficoltà “certificate” dovrebbero invece essere sempre presenti.
3) ANIMATORE DIGITALE
Secondo il Piano Nazionale Scuola Digitale ogni scuola dovrebbe avere individuato tra il proprio organico un animatore digitale che si occupi di verificare le dotazioni tecniche della scuola e sostenga i docenti in difficoltà nell’uso delle nuove strumentazioni informatiche. Le nostre scuole però raramente hanno figure competenti in grado di assolvere il loro compito.
4) INDIVIDUAZIONE DELLA CONGRUITA’ DEL NUMERO DI PERSONALE ATA NEGLI ISTITUTI
Spesso il personale Ata (i bidelli, per intenderci) è insufficiente per la gestione di un intero istituto. Riteniamo il loro ruolo di fondamentale importanza per la gestione dei flussi e dei corretti comportamenti degli studenti. Un’implementazione e/o la razionalizzazione delle presenze si rende obbligatoria, anche a fronte degli orari di lavoro ridotti di alcuni di loro e della mancanza di sostituti reperibili velocemente in caso di necessità.
Compito dei Dirigenti e dei DSGA deve essere necessariamente la segnalazione delle carenze di personale agli organi preposti, per favorire l’arrivo di insegnanti e personale Ata preparati, e verificare le competenze dei vari referenti dell’Istituto.
Certo, ci vuole coraggio! Ci vuole capacità dirigenziale e preparazione. Ci vuole una coscienza pulita e scevra da condizionamenti. La paura e il mettersi sempre con le spalle al vento non potrà permettere la centralità del ruolo che la scuola deve rivestire nella società.
ADEGUAMENTO DEL CCNL SULLA BASE DEL DL 22/2020: UN VUOTO DA COLMARE
Il DL 22/2020 introduce la DAD a pieno titolo come attività ordinaria e obbligatoria. Tale provvedimento è avallato anche dal riconoscimento della validità delle delibere degli organi collegiali, anche se effettuate a distanza.
Manca però il riconoscimento, a livello di CCNL dei docenti, dell’obbligatorietà dell’uso di questo metodo didattico: occorre pertanto, a nostro avviso, che il CCNL comparto scuola riconosca la DAD come strutturale nella professione docente e che, pur nel rispetto della libertà di insegnamento (che è un diritto costituzionale), la preveda per tutti gli insegnanti, anche attraverso percorsi formativi mirati.
Ma per poter attuare una DAD inclusiva, crediamo assolutamente inderogabile offrire a docenti e studenti un traffico dati illimitato e agevolazioni per l’acquisto o il comodato d’uso di device (anche per gli insegnanti precari, che non hanno la carta docente). Probabilmente sarebbe anche utile fornire ai docenti un telefono di lavoro che gli consenta di deviare tutte le chiamate di genitori e ragazzi in orario programmato, mantenendo il proprio solo per le esigenze personali.
L’ESTATE COME BANCO DI PROVA
L’estate può essere un buon momento per pianificare una migliore riapertura della scuola.
1) IL RUOLO FONDAMENTALE DEGLI ANIMATORI DIGITALI E LA FORMAZIONE CONDIVISA
Gli animatori digitali potrebbero dare supporto agli insegnanti (e perché no, anche alle famiglie) e risolvere i problemi tecnici.
Per una didattica efficace, riteniamo indispensabile la formazione continua sulle nuove metodologie di insegnamento quali la DAD ed auspichiamo che la consideriate sempre più necessaria e obbligatoria anche su altri argomenti topici strettamente legati al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza. La compatibilità della formazione con l’orario di lavoro e la concomitante supervisione e collaborazione del DS ci paiono condizioni indispensabili per la crescita professionale del corpo insegnante.
2) SPORTELLO PSICOLOGICO
La DAD ha messo in evidenza ancora di più le difficoltà delle famiglie e dei ragazzi/bambini più fragili. Non è pensabile riaprire una scuola a settembre senza un supporto psicologico appropriato. Già in molte scuole si sono costituiti gli sportelli psicologici a supporto di genitori, alunni e insegnanti. Possiamo pensare di istituire questo servizio per tutti gli istituti del territorio?
3) SIMULAZIONI A PICCOLI GRUPPI
Questa estate si presenta come un’occasione per aprire i locali scolastici a piccoli gruppi di studenti/bambini volontari che potrebbero così provare le modalità di didattica in presenza ed evidenziare le eventuali problematiche, magari grazie al supporto di educatori del Comune o personale precario. Si potrebbe approfittare di questa “prova” per riavvicinare i bambini alla normale socializzazione e attività motoria necessaria in qualunque fascia di età.
Flussi in entrata e uscita, turni per usufruire di servizi, spostamenti di aule, uso di strumenti informatici e/o palestre, gestione di spazi comuni… Conoscere le problematiche reali potrebbe facilitare i dirigenti e i tecnici a scegliere al meglio.
Non si fanno forse le prove di evacuazione per gli eventi calamitosi? Il Coronavirus non è paragonabile ad un evento calamitoso?
Riteniamo INDISPENSABILE riaprire la scuola a settembre (a tempo pieno) quanto meno agli studenti della Scuola Materna e Primaria, che sono i soggetti su cui la DAD ha funzionato meno, nonostante i grandi sforzi di insegnanti e genitori. Inoltre, alla ripresa dell’attività lavorativa dei genitori, non potranno essere lasciati a casa da soli né tanto meno potranno affrontare la DAD in autonomia.
4) L’IMPORTANZA DI FARE RETE E L’ALBO DEI GENITORI
La nostra scuola porta con sé, purtroppo, anni di politiche scolastiche sbagliate, ma nella scuola i protagonisti devono essere i ragazzi.
Oggi abbiamo l’occasione di cambiare il modo di pensare, ognuno per la sua parte: lo Stato, la scuola, la famiglia devono sforzarsi di fare rete, di crescere insieme,
A questo proposito in molti istituti in Italia si sono già costituiti gli albi di genitori disponibili, per competenze, a collaborare con la scuola, anche in termini di manutenzione dei locali (e di adeguamento tecnologico, anche in termini di formazione).
Non abbiamo dubbi che i fondi siano scarsi e, magari mal gestiti, ma abbiamo una risorsa molto più concreta ed economica: la volontà di fare e l’onestà di molti. Si è dimostrata in questi mesi. Non sprechiamola!
Concludendo: siamo disponibili alla massima collaborazione per raggiungere il miglior risultato per studenti, insegnanti e genitori.
Una maggiore collaborazione tra i diversi attori di questa storia si ripercuoterà positivamente sui nostri giovani che, ribadiamo, dovranno popolare il mondo di domani.
Che cos’è “Ag@” ?
Ag@ è un’associazione di promozione sociale con sede in Imperia costituita da circa 200 famiglie, attiva sul territorio da quattro anni e che conta tra le sue fila anche diversi docenti. Proponiamo eventi formativi per giovani ed educatori, sensibilizziamo enti e autorità a occuparsi di tematiche sociali. Promuoviamo attività ludico-ricreative per famiglie e collaboriamo con le altre associazioni del territorio, perché siamo convinte che la vera risorsa e soluzione ai problemi di oggi sia la costruzione di una rete di competenze e conoscenze”.