23 Novembre 2024 01:07

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23 Novembre 2024 01:07

Coronavirus, Liguria: turismo, l’appello di Coldiretti. “Si devono riaprire confini per permettere ritorno di viaggiatori italiani e stranieri”

In breve: E’ quanto afferma Coldiretti Liguria in attesa delle riaperture che potranno avere un rilevante impatto economico ed occupazionale sul turismo ligure

“Le decisioni sul via libera allo sconfinamento tra regioni, a partire dal 3 giugno, e l’apertura ai turisti stranieri, a partire invece dal 15, sono attese sia dalle strutture ricettive che stanno predisponendo la riapertura in sicurezza, sia da tutti quei viaggiatori che in estate, e non solo, scelgono la Liguria per le proprie vacanze, trovando una vasta gamma di offerte che si adattano a tutti i generi di richieste”.

E’ quanto afferma Coldiretti Liguria in attesa delle riaperture che potranno avere un rilevante impatto economico ed occupazionale sul turismo ligure, settore che vale il 20% del PIL regionale, e duramente colpito dall’emergenza coronavirus nei mesi, che, solitamente, segnano l’inizio della stagione per la maggior parte delle strutture ricettive.

A partire da fine febbraio è stato stimato dalla Coldiretti regionale che sono circa 2,75 milioni le presenze turistiche (1, 06 milioni gli arrivi), perse in Liguria per il lockdown, e se la presenza straniera in Italia rappresenta ancora comunque una pesante incognita, la speranza viene ora riposta sul 40% di italiani, che in passato preferiva viaggi all’estero mentre quest’anno potrebbe decidere di rimanere nel Belpaese.

A pagare un conto salato per l’azzeramento della spesa turistica è stato inoltre il settore alimentare locale, con il cibo che è diventato, anche in Liguria, il vero valore aggiunto delle vacanze, grazie ai prodotti d’eccellenza e alle specialità che, ogni anno, attirano i turisti da ogni parte del mondo.

“L’impatto economico della chiusura forzata – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è stato drammatico con l’azzeramento della spesa turistica nel trimestre e una perdita, a livello nazionale, di quasi 20 miliardi di euro per l’alloggio, la ristorazione, il trasporto e lo shopping.

La possibile riapertura tra le regioni può rappresentare una prima boccata d’ossigeno per il turismo nazionale, con gli italiani che potranno, ancora una volta, scegliere la nostra regione per le sue bellezze paesaggistiche, il mare e le peculiarità sia culturali sia culinarie che la contraddistinguono. La ripartenza turistica della ristorazione, poi, si ripercuote a valanga sul sistema produttivo locale, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità, che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.

Senza dimenticare il ruolo svolto dalle oltre 600 aziende agrituristiche presenti, che hanno la capacità di mantenere inalterate le tradizioni alimentari nel tempo con menù locali a base prodotti di stagione a chilometri zero, unitamente all’offerta di programmi ricreativi che offrendo esperienze a tutto tondo, dalle attività naturalistiche a quelle più sportive, ai laboratori per grandi e piccoli, in un’ottica di scoperta del territorio e valorizzazione a 360° del Made in Liguria.

Inoltre gli agriturismi, spesso situati nell’entroterra in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono anche i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche, e non bisogna dimenticare che ,con l’arrivo della bella stagione, sostenere il turismo in campagna significa evitare il pericoloso rischio di affollamenti al mare.”

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