“Il piano di spostamento di Matacena da Dubai al Libano è maturato nell’ambito di rapporti vischiosi tra personaggi appartenenti al mondo della politica, del commercio, della finanza, dell’imprenditoria, della massoneria, che spesso trovano convergenza di interessi nell’aiuto di personaggi che pure sono stati giudicati e condannati per gravi reati di mafia in esito a processi svolti con tutte le garanzie riservate agli imputati in uno Stato democratico”.
Lo scrivono i giudici del Tribunale di Reggio Calabria nelle motivazioni del processo Breakfast che ha portato alla condanna a due anni di carcere del Sindaco di Imperia Claudio Scajola per aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena, condannato a tre anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa.
In particolare, il collegio conferma le evidenze investigative della Direzione Antimafia in merito alla presenza di un vero e proprio “Stato Parallelo” dietro alle latitanze di Amedeo Matacena e Marcello Dell’Utri.
“Dell’esistenza – scrivono i giudici – il presente processo consegna più di un segnale”.
Processo Breakfast
I giudici, nelle 1500 pagine di sentenza, dedicano larga parte al parallelismo tra le latitanze di Amedeo Matacena e Marcello Dell’Utri (“sono maturate nello stesso contesto”).
Progetti di latitanza Dell’Utri – Matacena gestiti parallelamente
“La circostanza che Marcello Dell’Utri decida di trascorrere la latitanza proprio a Beirut – scrive il collegio – dopo aver partecipato a cene con Gemayel e Speziali, i quali sono, a pieno titolo, coinvolti nel tentativo di spostamento di Matacena, e, segnatamente, il fatto che, proprio dopo la cena del 14 ottobre 2013, si registra il primo contatto tra la Rizzo e Scajola in cui questi propone alla donna quale città di destinazione del latitante Beirut, consegna più di un sospetto che i due progetti possano essere stati gestiti parallelamente.
E ciò indipendentemente dal fatto che Scajola non abbia partecipato ad alcuna di quelle cene (pur se ad una era stato certamente invitato nel dicembre del 2013, ciò che è provato dall’agenda elettronica della Sacco che annoverava tra gli appuntamenti di Scajola, la cena a casa Billè, a cui è, tuttavia, certo, che Scajola non partecipò per come emerge dalle celle risultanti dai tabulati telefonici che non ne rivelano la presenza a Roma in quella data) poiché è certo che Scajola, indipendentemente da quell’invito mancato, avesse contatti con i partecipi a quelle cene, segnatamente con Billè, Speziali e Gemayel, oltre evidentemente a conoscere Dell’Utri per il passato insieme nello stesso partito politico.
I punti di contatto tra Scajola, Speziali, Billè, Gemayel sono tutti rimasti accertati e fanno ritenere, rifuggendo da una lettura frammentaria di tutti gli elementi, altamente verosimile che le due latitanze (Dell’Utri-Matacena, ndr) siano maturate nell’ambito dello stesso contesto con un trade d’union che è stato di certo Speziali Vincenzo, naif quanto pare, ma certamente in grado di intessere legami e relazioni in cui tutti i protagonisti non disdegnavano di essere coinvolti”.
Coinvolti soggetti di elevato rango istituzionale
“Sulla scorta delle emergenze processuali – si legge ancora nelle motivazioni – può ritenersi che lo spostamento di Matacena da Dubai a Beirut sia stato organizzato da Scajola e Speziali in un contesto tutt’altro che estemporaneo e casuale, che ha fornito allo Scajola sicura garanzia di concretezza del piano, in quanto progettato con l’apporto di soggetti di elevato rango istituzionale, che avevano sicura possibilità dì attuarlo, nella stessa cornice temporale, in cui organizzavano un’altra latitanza, vale a dire quella di Marcello Dell’Utri, che verrà arrestato proprio a Beirut”.
Circuiti paralleli allo Stato di diritto
In riferimento a Scajola, il collegio aggiunge che “verosimilmente Speziali é stato rintraccialo quale canale per organizzare lo spostamento di Matacena, in maniera tutt’altro che casuale, all’interno di quelli che il P.M. ha chiamato condivisibilmente circuiti relazionali paralleli allo Stato di diritto, dell’esistenza dei quali il presente processo consegna più di un segnale, nei quali vari personaggi anche dì caratura istituzionale si muovono in maniera più opaca che cristallina”.