23 Novembre 2024 19:35

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23 Novembre 2024 19:35

Processo Breakfast: per la prima volta parla Roberta Sacco, ex segretaria Scajola. “vicenda più grande di me, lavoravo in un ambiente che non mi apparteneva”

In breve: "...facevo la segretaria; dopo oltre 20 anni sono uscita con un contratto Co.Co.Pro, ben diverso dai contratti che mi ha attribuito la stampa".
“Dal primo giorno di questa vicenda sono stata messa letteralmente in piazza come una delinquente, una mafiosa ed altro”.Parole di Roberta Sacco, ex segretaria del sindaco di Imperia Claudio Scajola condannata, con rito abbreviato, a 1 anno e sei mesi di reclusione (pena sospesa) nell’ambito del processo “Breakfast” relativo alla latitanza dell’ex esponente di Forza Italia Amedeo Matacena. La Sacco rompe il silenzio di questi anni con una lettera al nostro giornale.

Processo Breakfast: parla Roberta Sacco, ex segretaria di Claudio Scajolaù

“Vi sono grata se oggi per la prima volta mi date l’opportunità di esporre anche la mia versione, almeno in parte per farvi comprendere che anche solo pubblicare una foto a volte riporta alla luce profonde ingiuste sofferenze.
Ho iniziato a lavorare appena terminato il liceo  e per puro caso cercavano un aiuto per la campagna elettorale DC, si trattava di un mese e ho accettato perché avevo bisogno di lavorare, la collaborazione è proseguita modificandosi periodicamente per adeguarsi ai cambiamenti dei ruoli, ma il mio è sempre rimasto lo stesso, facevo la segretaria; dopo oltre 20 anni sono uscita con un contratto Co.Co.Pro, ben diverso dai contratti che mi ha attribuito la stampa.
Negli anni non ho mai chiesto, ho lavorato con dedizione e impegno. Negli anni ho cercato di adeguarmi a quell’ambiente ma sempre di più non mi apparteneva: non ho mai seguito la politica, non la comprendevo e non la comprendo tutt’ora perché non la seguo, non ho mai frequentato quegli ambienti nemmeno una cena di Natale ma la paura di non riuscire a trovare un altro lavoro mi tratteneva. 
Da quando Scajola non è più stato Ministro in ufficio ero rimasta da sola,  quindi ero io la Segretaria ed eccomi al centro di una vicenda che a tutt’oggi mi è ancora non chiara.
 Quello che è successo è stato sconvolgente mi sono trovata di fronte ad una situazione più grande di me che non sapevo come affrontare che mi ha catapultato in una realtà ai miei occhi  completamente oscura. Ho sofferto, tanto, insieme alla mia famiglia e ai miei amici più cari;  ho affrontato spese che per me sono state importanti, e nonostante tutto non è finita. Ho fatto appello alla mia condanna ma ad oggi sono in attesa.
Da tutto questo però ho scoperto la mia forza e riesco anche ad essere grata per quanto questa esperienza mi abbia svelato. Sono stata assunta in un’Azienda di persone alle quali sarò sempre grata,  che mi ha accolto “infangata” e mi hanno dato fiducia dove ho trovato un ambiente in cui il rispetto e le persone sono veramente importanti ed ho incontrato persone amiche che mi hanno dato la forza di reagire a tanta sofferenza”. 

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