“La ragionevolezza prevarrà sul timore di qualcuno che pensa che spostando di poche centinaia di metri l’ospedale vengano meno le cure”. Lo afferma la vicepresidente e assessore alla Sanità della Regione Liguria Sonia Viale, commentando la scritta di protesta contro l’ospedale unico comparsa nelle scorse ore sul molo di Oneglia.
Il progetto (che prevede la chiusura degli Ospedali di Imperia, con l’attivazione di un punto di primo soccorso, e Sanremo), negli ultimi mesi, anche alla luce delle conseguenze dell’emergenza Coronavirus sul sistema sanitario locale, è stato oggetto di numerose critiche dell’opinione pubblica.
Imperia: scritta contro ospedale unico sul molo di Oneglia, parla la vicepresidente Viale
La sanità deve partire?
“Certamente. Abbiamo dato da alcune settimane mandato alle nostre aziende, tramite Alisa, di riprogrammare tutte le visite sospese dal 9 marzo e le persone, i cittadini, sono chiamati man mano dai medici prescrittori.
Dobbiamo anche pensare alle nuove visite e quindi i CUP verranno aperti entro la fine di giugno e bisogna puntare su un aspetto di screening, in particolare quelli delle donne, gli screening mammografici e su questo dobbiamo celermente riprogrammare tutte le attività”.
Siete preoccupati per l’ultimo cluster in una RSA?
“L’attenzione sulle RSA è costante e massima. Il fatto che abbiamo intercettato subito una situazione di difficoltà significa che la sanità è presente.
Abbiamo individuato questo focolaio, stiamo verificando degli aspetti e continuiamo a tenere sotto controllo. Non deve preoccupare rispetto alla diffusione sul territorio, perchè è individuato come luogo fragile”.
Sul molo di Oneglia è comparsa una scritta contro l’ospedale unico. Come risponde alle critiche?
“Onestamente la politica non deve avere ambiguità, c’è stata una presa di posizione importante dopo aver ascoltato la comunità medica e anche le proposte e le soluzioni alle criticità della sanità nel ponente ligure.
Ho ascoltato i sindaci, che hanno espresso un parere all’unanimità in conferenza dei Sindaci anche assumendosi la responsabilità delle scelte.
È una comunità che vuole guardare al futuro, con l’innovazione tecnologica, un ospedale che possa far superare le criticità dei presidi di Imperia e Sanremo, che sono li da vedere con la possibilità per tempo di studiare anche una realtà che possa affrontare al meglio situazioni come quelle che abbiamo trascorso.
L’augurio è che non accada più un’emergenza come questa. Ciclicamente, però, dall’Ebola all’HIV, i nostri ospedali sono interessati da particolari evidenze di malattie infettive.
Un luogo poi dove ci sia la possibilità dell’atterraggio, a pochi metri, dell’elisoccorso ritengo che sia una cosa che non deve essere nemmeno commentata.
La ragionevolezza prevarrà sul timore di qualcuno che pensa che spostando di poche centinaia di metri l’ospedale vengano meno le cure. La risposta sulla quale dobbiamo puntare è la risposta territoriale, le case della salute, le prestazioni ambulatoriali, che tante vengono fatte negli ospedali, ma non devono essere fatte li perchè sono territoriali”.
L’emergenza Coronavirus invece che dare fiducia nell’ospedale unico, l’ha tolta ulteriormente?
“Direi di no, nulla è impossibile per quel che riguarda la pianificazione di costruire una struttura immaginando, a tutela del personale sanitario e dei pazienti, di costruire già fin dall’inizio dei percorsi separati in caso di emergenza. Penso che siamo in una fase su cui si può ragionare con l’esperienza maturata sul campo da nostri professionisti. Qua in ASL1 sono stati veramente di una capacità straordinaria.
Il reparto di malattie infettive è una direzione strategica che ha in tempi rapidi recuperato posti letto e nessuno è rimasto fuori. Tutti hanno avuto l’opportunità di essere ospedalizzati. Cosa che purtroppo in altre realtà fuori Liguria non si sono verificate”.
L’app Immuni?
“Ho già espresso la mia opinione da cittadina. Ritengo che essendo una materia molto complessa deve essere organizzata e strutturata molto bene. Dai ministeri competenti in primis il Ministero della Salute e adesso il Ministero dell’economia, sono arrivate istruzioni poco chiare.
Medici e dell’ufficio igiene ancora non sono stati minimamente coinvolti, non per noi, per la Regione, ma perchè ci sono delle codifiche che non possono essere diverse da Regione a Regione, è chiaro che devono avere una regolamentazione unitaria su tutto il territorio nazionale”.