8 Novembre 2024 16:26

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8 Novembre 2024 16:26

Fidas: in visita a Imperia il neo presidente nazionale Musso. “Durante l’emergenza Covid siamo riusciti a rispondere a esigenze dell’intero paese”/Foto e Video

In breve: L’avvocato imperiese ha relazionato il nuovo programma nazionale per il prossimo quadriennio

Ha avuto luogo questa mattina, presso la sede della Fidas di Imperia, nel Grattacielo di via Don abbo 12, l’incontro di presentazione del nuovo presidente nazionale, Giovanni Musso.

Musso, avvocato imperiese, ha relazionato il nuovo programma nazionale per il prossimo quadriennio. Presente anche il presidente provinciale Claudio Petrucci.

Giovanni Musso – Presidente nazionale FIDAS

Da questo nuovo quadriennio ci si aspetta che la FIDAS risponda, come ha sempre fatto nel corso degli anni, alle esigenze del sistema trasfusionale del paese.

Una delle sfide che si pongono da vanti è sicuramente quello della tutela del sistema trasfusionale basato sul volontariato.

Sulle associazioni di volontariato, sui volontari che in maniera responsabile, anonima e gratuita donano il sangue per il bene di pazienti e persone che hanno bisogno di questo gesto molto significativo e importante.

La tutela di questo sistema ha dimostrato, anche in momenti di emergenza sanitaria, di essere in grado di rispondere alle esigenze del sistema trasfusionale dell’intero paese.

È venuto alla ribalta in questi ultimi periodi all’attenzione dei media e dell’opinione pubblica l’importante gesto anche della donazione del plasma, che è un’altra sfida che spetta alla Fidas e in generale al sistema trasfusionale italiano. L’autonomia della donazione del plasma, che attualmente non è raggiunta dal sistema sanitario italiano.

Siamo dipendenti ancora dall’estero per farmaci e plasma derivati e quanto mai in questo momento è importante porre l’attenzione sull’autonomia anche di plasma derivati da parte del sistema trasfusionale italiano.

Ringrazio ovviamente la FIDAS Imperia, con la quale c’è un rapporto di collaborazione da tanti anni”.

Claudio Petrucci – Presidente provinciale Fidas

Noi, già da diversi anni, abbiamo avuto la possibilità di entrare nelle scuole e di avere dei numeri veramente altissimi.

A livello regionale c’è stato quasi in crollo delle donazioni, l’unica provincia che è molto in attivo, in 4 anni siamo passati da 6 mila sacche, all’anno scorso con un quantitativo di 10 mila sacche.

Il fatto del Coronavirus ha portato, purtroppo, un beneficio. C’è stato un tam tam di personaggi famosi, sia a livello politico, ma anche dei media che per la prima volta si sono schierati apertamente per le donazioni di sangue.

Questo ha influito positivamente sulle persone che , trovandosi anche a casa, hanno avuto più facilità ad avvicinarsi alle nostre strutture.

Per la questione del distanziamento, ormai da mesi andiamo avanti con le donazioni su prenotazione. Questo fa si che non ci sia un afflusso di persone che sarebbe contrario ai regolamenti, ma soprattutto riusciamo a programmare delle raccolte di circa 20 sacche al giorno in ogni centro fisso. È un ottimo risultato.

Anche a livello del Coronavirus siamo stati in grado di far fronte alle esigenze e le richieste che ci venivano fatte dal centro regionale sangue.

Raggiungere un obiettivo sul sangue non sarà mai possibile, servirà sempre. È l’unica cosa che purtroppo in laboratorio non si riesce a produrre.

Noi ci siamo prefissati di fare una raccolta di 11 mila sacche, ma sono obiettivi che devono comunque avere una funzione continua. Il sangue continuerà a servire sempre.

Siamo molto soddisfatti del lavoro che abbiamo fatto, specialmente i miei collaboratori. È per cercare di inclucare al donatore che anche loro ne,l piccolo devono cercare di ampliare la sfera di coloro che possono venire a donare, magari invogliando il fratello, l’amico. Solo così di parola in parola , si riesce ad avere un afflusso di maggior persone.

Siamo riusciti ad entrare in tutti gli edifici scolastici, grazie all’ASL e all’ex provveditorato agli studi e i ogni classe abbiamo avuto un’adesione di circa l’80%. Questo per far si anche di avere una generazione nuova, un sangue nuovo che possa sostituire le persone che arrivando ai limiti di età non possono più donare. Prendere ragazzi di 18/19 anni vuol dire la possibilità di avere dei donatori che potranno donare per 40/50 anni. Questo è importantissimo”.

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