“Questa Sezione non può che esprimere una forte preoccupazione in ordine all’andamento di questa prima fase attuativa del Piano, posto che il quadro complessivo che scaturisce dall’insieme dei dati rappresentati lascia presagire un sensibile scostamento della situazione finanziaria dell’Ente in chiusura dell’esercizio 2019 rispetto alla prospettazione avanzata nel Piano stesso”.
E’ un giudizio fortemente negativo quello espresso dalla Corte dei Conti sul Piano di Riequilibrio Finanziario del Comune di Imperia approvato dal consiglio comunale lo scorso 22 febbraio 2019. La relazione dell’organo di controllo, depositata lo scorso 11 giugno, non solo boccia l’operato del Comune, ma rievoca anche lo spetto del dissesto.
“Ed invero, ove alla luce dei dati definitivi dell’esercizio 2019 – si legge – la situazione finanziaria dell’Ente comporti effettivamente il mancato conseguimento degli obiettivi intermedi fissati dal Piano, una tempestiva presa di coscienza delle criticità favorirebbe la pronta ed efficace adozione di misure idonee a correggere la rotta e a scongiurare il rischio che gli scostamenti rispetto al percorso definito per il riequilibrio assumano i connotati della gravità e della reiterazione, così da costringere questa Sezione a dare avvio alla procedura di dissesto dell’Ente di cui all’articolo 6, comma 2, del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149″.
Tra le principali criticità evidenziate dalla Corte dei Conti, le spese di personale, che secondo l’organo di controllo avrebbero avuto “un deciso incremento”, i mancati introiti della tassa di soggiorno, l’aumento considerevole delle spese per l’efficienza energetica, nuovi debiti fuori bilancio e nuove poste passive.
Sul fronte dei debiti fuori bilancio, inoltre, l’organo di controllo annuncia l’avvio di verifiche, con particolare riferimento alle amministrazioni precedenti.
La Corte dei Conti, d’altro canto, loda il Comune per la riduzione del ricorso alle anticipazioni di tesoreria, una delle principali criticità delle gestioni precedenti, in particolare dell’amministrazione Capacci.
Imperia: Corte dei Conti boccia bilancio Comune
Bocciatura provvisoria
La bocciatura della Corte dei Conti è, per il momento, solo provvisoria. E’ lo stesso organo di controllo a specificarne i motivi.
“Nell’ambito del previsto controllo dello stato di attuazione del Piano – si legge – si prende in esame in questa sede la prima relazione semestrale di monitoraggio dell’organo di revisione economico-finanziaria, presentata in data 15 gennaio 2020 e avente a riferimento la situazione esistente in chiusura dell’esercizio 2019.
Detta relazione considera le varie azioni programmate nel Piano, in quanto suscettibili di comportare per l’Ente maggiori entrate o minori spese, ed espone per ciascuna di esse il lavoro di verifica compiuto in merito ai risultati finanziari registrati al termine del periodo osservato, in particolare ponendoli in rapporto con i dati attesi secondo le proiezioni contenute nel Piano stesso.
Tuttavia, come anche preliminarmente specificato dall’organo di revisione, il proposito di rispettare scrupolosamente il ristretto termine legislativo stabilito per tale adempimento (… entro 15 giorni successivi alla scadenza di ciascun semestre …), che in questo caso viene a porsi evidentemente in modo troppo ravvicinato rispetto alla chiusura dell’esercizio 2019, ha comportato l’impossibilità di elaborare un quadro esaustivo delle risultanze della gestione finanziaria relativa all’esercizio medesimo”.
Nel dettaglio, la Corte dei Conti definisce i dati finanziari forniti:
- parziali, in quanto non danno conto dei risultati generali dell’esercizio 2019 (ovvero, in primis, il risultato di amministrazione e la sua composizione, il quadro dell’equilibrio di parte corrente, il fondo di cassa in rapporto alla giacenza di incassi vincolati) che al momento della redazione non erano disponibili;
- provvisori, in quanto verosimilmente ricavati da interlocuzioni con gli uffici
finanziari dell’Ente, senza che fosse invece già disponibile il cd. “preconsuntivo”
dell’esercizio 2019, posto che tale documento avrebbe riportato anche le
risultanze contabili generali; - incompleti, in quanto esposti, in linea di massima, solo con riferimento alla gestione di cassa (incassi e pagamenti), e non di competenza (accertamenti e impegni).
“In via preliminare – si legge ancora – occorre precisare che, in considerazione dei cennati limiti che caratterizzano i dati della gestione finanziaria dell’esercizio 2019 ad oggi disponibili, questa Sezione non può allo stato addivenire all’accertamento circa il raggiungimento degli obiettivi intermedi fissati dal Piano di riequilibrio del Comune di Imperia in corrispondenza della chiusura di tale esercizio
La puntuale verifica dell’aderenza della fase attuativa del Piano rispetto alla tempistica prefissata per il risanamento dell’Ente può pertanto essere svolta soltanto sulla base delle risultanze generali e definitive che emergono dai conti consuntivi dell’Ente e cioè, in questo caso, dal conto consuntivo dell’esercizio 2019, non ancora approvato all’epoca della stesura della relazione del Collegio dei revisori”.
Lo squilibrio finanziario del Piano
In base alla colonna dei risultati attesi per il 2019 l’effetto complessivo delle misure adottate nel Piano dovrebbe comportare un riassorbimento del disavanzo di amministrazione per 1.527 migliaia di euro. Secondo le rilevazioni provvisorie effettuate dal Collegio dei revisori i benefici finanziari delle misure si sarebbero invece prodotti per soli 880 migliaia di euro, facendo mancare risorse necessarie ai fini del riequilibrio per 647 migliaia di euro circa rispetto a quanto preventivato.
Come appare evidente in base al prospetto, le cause di tale scostamento negativo sono da rinvenirsi nell’andamento delle azioni sul versante delle spese, visto che queste, in particolare di quelle del personale, anziché registrare i risparmi previsti evidenziano invece un deciso incremento.
L’imposta di soggiorno
Il Piano di riequilibrio contemplava l’introduzione a partire dal 2019 dell’imposta di soggiorno, con un gettito per il Comune di Imperia stimato nell’importo costante di euro 460.000 per tutti gli esercizi dal 2019 al 2027. Al 31 dicembre 2019 l’incasso effettivamente registrato è stato invece di euro 380.000 (importo verosimilmente arrotondato alle migliaia di euro). La differenza rispetto alle attese è quindi pari a euro 80.000 e, secondo l’organo di revisione, non può essere unicamente motivata dalla circostanza che, rispetto alle originarie previsioni, la decorrenza effettiva del tributo è stata posticipata al 1° febbraio 2019, posto che il mancante mese di gennaio ricade comunque in periodo di bassa affluenza turistica ed è rapportabile ai mesi di febbraio e di marzo, in cui gli incassi sono stati, rispettivamente, di euro 10.218,25 e di euro 15.526.
Razionalizzazione delle spese
Le spese per l’efficienza energetica, che sono state pari a euro 1.655.274 nel 2017 e a euro 1.689.000 nel 2018 (il Collegio dei revisori non specifica se si tratta di dati relativi ad impegni o pagamenti), registrano un ulteriore incremento fino a euro 1.755.000 nel 2019.
In tale esercizio, dunque, non si è prodotto il risparmio di spesa di euro 100.000 stimato nel Piano e, anzi, il Collegio dei revisori, nel sottolineare il preoccupante aumento rilevato, evidenzia altresì che risultano non realizzate le azioni programmate da cui sarebbe dovuta conseguire la razionalizzazione dei consumi di energie (sostituzione di corpi illuminanti d’intesa con Enel Sole, ottimizzazione degli impianti fotovoltaici, allungamento del contratto relativo alla gestione calore).
Personale
Secondo il Collegio dei revisori la relativa spesa, che nel 2018 era di euro 12.150.897, registrerebbe invece un aumento a euro 12.869.167 nel 2019.
Lo scostamento rispetto alle previsioni del Piano incorpora quindi sia il mancato conseguimento del suindicato risparmio di spesa sia i maggiori oneri effettivamente verificatisi per euro 718.270. Quanto alle cause di tale espansione della spesa il Collegio dei revisori non fornisce informazioni certe, limitandosi ad osservare che la consistenza numerica del personale in servizio, pari a n. 323 dipendenti al 31 dicembre 2018, è in effetti diminuita a n. 305 dipendenti al 31 dicembre 2019 e rinviando a successiva relazione un’analisi maggiormente accurata.
Anticipazioni di cassa
Sotto questo profilo nel 2019 si registra un’attenuazione del fenomeno del ricorso alle anticipazioni di tesoreria, le quali registrano un’esposizione massima di euro 4.381.976 e n. 134 giorni di utilizzo (i corrispondenti dati del 2018 sono stati di euro 9.321.734 e n. 304 giorni), mentre alla fine dell’esercizio (così come al termine di quello precedente) non risultano anticipazioni ancora da restituire. La situazione di cassa, tuttavia, necessita di essere ulteriormente valutata.
Debiti fuori bilancio e nuove poste passive
La relazione del collegio dei revisori ha permesso di apprendere che, sempre nel 2019 ma successivamente alla data dell’adunanza
pubblica di discussione in contraddittorio del Piano di riequilibrio (7 novembre 2019), sono stati riconosciuti altri due nuovi debiti fuori bilancio, cosicché l’importo complessivo delle ulteriori spese in tal modo emerse e non preventivate nel Piano giunge ad essere pari a euro 323.500,40
Ad aggravare ulteriormente e ancor più seriamente la situazione finanziaria del Comune di Imperia è la comparsa di nuove poste passive non regolarmente impegnate né riconosciute ancora all’inizio del 2020, per un totale di euro 841.611,18.
Come già accennato, l’esistenza di tali passività non rilevate nella contabilità dell’Ente, comporta che la dimensione dello squilibrio reale al 31 dicembre 2019 sarà da considerarsi più pesante di quella che emergerà dai dati di consuntivo.
In termini di prospettiva, inoltre, il riconoscimento di tali debiti fuori bilancio, ovviamente necessario in presenza dei presupposti previsti dalle norme, va ad incidere sugli esercizi immediatamente successivi (in primo luogo sulla gestione del 2020), che dovranno farsi carico dell’imputazione dei relativi impegni di spesa e dell’onere della corrispondente copertura finanziaria.
Quest’ultima osservazione è di assoluto rilievo poiché le delibere consiliari di riconoscimento di tali debiti devono assicurarne il finanziamento secondo le modalità e tempistiche ordinarie di cui all’articolo 193, comma 3 e all’articolo 194, commi 2 e 3, del TUEL.
L’Ente, infatti, a questo fine non può assolutamente rimettere l’onere di apprestamento dei relativi mezzi di copertura alle previsioni del Piano di riequilibrio, come invece avvenuto per talune passività riconosciute nella fase immediatamente precedente all’adozione della procedura di riequilibrio.
Ciò in quanto le misure di risanamento finanziario presentate e programmate nel Piano stesso sono evidentemente calibrate in rapporto alla dimensione del disavanzo da ripianare ivi quantificata e, come tali sono quindi insufficienti ed inidonee a far fronte al maggiore sbilancio successivamente venutosi a determinare in proporzioni così importanti.
Occorre ancora ribadire quanto già puntualizzato nella deliberazione n. 125/2019/PRSP circa l’obbligo per l’Ente di indicare precisamente nei provvedimenti di riconoscimento in questione, sia gli specifici capitoli di spesa del bilancio su cui vengono imputati i nuovi oneri sia le specifiche risorse reperite ai fini della copertura finanziaria.
Debiti fuori bilancio, Corte dei Conti annuncia verifiche
Il tema aperto dalle nuove fattispecie di debiti fuori bilancio presenta un ulteriore profilo di delicatezza in relazione alla recente esperienza rilevata nell’ambito del Comune di Imperia, in cui ad un certo punto si è verificata l’emersione di una consistente mole di passività precedentemente non dichiarate, spesso connesse all’acquisizione di beni e servizi al di fuori del regolare procedimento di spesa.
Specialmente per ipotesi di tale tipologia, il punto è che occorre indagare anche sulle cause che hanno determinato l’insorgenza delle passività, al fine di verificare se realmente riguardino spese imprevedibili nella loro manifestazione o comunque assolutamente necessarie, oppure si versi piuttosto nel caso di assunzioni di obbligazioni oltre la capienza del pertinente capitolo di spesa in difetto degli indicati presupposti. È inoltre da accertarsi che i competenti responsabili delle spese, una volta venuti a conoscenza dei nuovi debiti, abbiano provveduto senza indugio ad avviare la procedura per il relativo riconoscimento. A tali verifiche procederà senz’altro questa Sezione, ma prima ancora sarà tenuto il Collegio dei revisori in sede di parere preliminare alla delibera consiliare.