Se alcuni settori economici e produttivi hanno potuto finalmente contare su una ripresa, per quanto difficile, dopo il lockdown dovuto all’emergenza Coronavirus, ce ne sono altri ancora costretti all’impossibilità di fare impresa. Emblematico l’esempio dei locali da ballo e delle discoteche in particolare.
La conseguenza è che si registrano feste improvvisate, in luoghi pubblici e privati, con assembramenti incontrollati di giovani. Senza contare il danno per gli esercenti.
Spiega Enrico Calvi, presidente provinciale della Fipe, la Federazione dei Pubblici esercizi:“I nostri gestori di locali da ballo da mesi ormai si trovano nell’impossibilità di fare impresa. Un blocco assurdo, se si pensa che i loro locali nascono per una destinazione ben precisa e sono quindi a norma con tutte le leggi relative alla sicurezza. Il fatto che siano chiusi, causa uno spostamento di molti giovani in luoghi pubblici e privati dove vengono, invece, organizzate feste senza alcuna garanzia.
Insomma, oltre al danno anche la beffa. L’attuale situazione economica non consente di procrastinare ulteriormente la ripresa, oltretutto senza alcuna tutela o sostegno per chi fa impresa».
Dice Tommy Osella, presidente provinciale settore Locali da ballo: «Non aprendo le discoteche, si vanno a creare spazi abusivi, anche in luoghi pubblici, nei quali molti giovani creano assembramenti e improvvisano feste. Peggio ancora quando si svolgono feste private in ville e parchi, anche con decine di persone, organizzate quale palliativo alla mancanza della possibilità di andare in discoteca nella propria città».
Lunedì prossimo la problematica sarà al centro di un incontro fra tutti i presidenti provinciali liguri dei settori interessati di Confcommercio.
C.S.