“Credo che oggi metterci ancora nella condizione di dire “siamo in emergenza” non ci faccia fare una gran bella figura col resto dell’Europa e del mondo”. Lo afferma il direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti, commentando la possibilità da parte del Governo di prorogare di altri 6 mesi lo stato di emergenza per la pandemia da Coronavirus.
Lo stato di emergenza in Italia, infatti, terminerà ufficialmente il 31 luglio, ma, secondo quanto emerso, il Governo starebbe valutando una proroga al prossimo 31 dicembre. Il Ministro della Salute Roberto Speranza, nelle ultime ore, ha dichiarato che non è ancora stata presa nessuna decisione in merito.
Coronavirus: emergenza, parla Matteo Bassetti
“Chi come me e molti altri colleghi ha operato e sta operando negli ospedali italiani, sa bene che non siamo più in emergenza. L’emergenza vera, quella ospedaliera, per la quale eravamo tutti preoccupati, ovvero quella rappresentata dall’avere un posto letto per tutti, una maschera di ossigeno per tutti, un eventuale ventilatore per tutti, è passata. Chi sostiene il contrario vada a farsi un giro negli ospedali italiani.
Nei nostri ospedali oggi il Covid non arriva più e sono rimasti solo pochi pazienti, ormai ricoverati da lungo tempo. La patologia oggi è molto diversa da come si palesava nei mesi di marzo e aprile. Prova ne è che la letalità negli ultimi 30 giorni in Italia è stata dell’1% contro un dato vicino al 15% nel periodo precedente (dati ISS).
Credo che oggi metterci ancora nella condizione di dire “siamo in emergenza” non ci faccia fare una gran bella figura col resto dell’Europa e del mondo.
I Paesi che avevano dichiarato lo stato d’emergenza infatti lo hanno terminato: l’ultimo sarà la Francia il 24 luglio ( che però lo ha iniziato molto dopo rispetto all’Italia). Francamente, continuare a dire “siamo in emergenza” semplicemente perché dal punto di vista legislativo, normativo e burocratico questo facilita alcuni passaggi finisce di non dare un bel messaggio della situazione reale del nostro paese.
Occorre continuare a vigilare, a intercettare velocemente e efficacemente nuovi focolai (oggi rappresentati per lo più da soggetti asintomatici e poco sintomatici), controllare e quarantenare, se necessario, chi proviene dall’estero (in particolare da alcuni paesi a rischio) e mantenere le misure di prevenzione applicando il buon senso. Buon senso che spesso è mancato nell’uso della mascherina e di altre misure di prevenzione.
Buone notizie sul versante vaccino. Ieri sono stati pubblicati su New England Journal of Medicine i dati della interim analisi della fase 1 del vaccino mRNA-1273 di proprietà dell’azienda Moderna. Il vaccino ha indotto risposta immunitaria in tutti i 55 partecipanti allo studio. Per questo il 27 luglio si entrerà nella fase finale dei test clinici. A questa fase parteciperanno 30 mila persone, metà delle quali riceverà una dose di 100 microgrammi mentre l’altra assumerà una sostanza placebo. Lo studio dovrebbe durare sino al 27 ottobre.
Ancora un pò di pazienza, ma siamo sulla buona strada”.