23 Novembre 2024 13:03

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23 Novembre 2024 13:03

Coronavirus: l’imperiese Franco Maragliotti bloccato in Sierra Leone da oltre 4 mesi. “Sono allo stremo”

In breve: La difficoltà dell'imperiese Franco Maragliotti in Sierra Leone durante il periodo di emergenza Covid.

“Sono allo stremo, il mio progetto rischia di chiudersi”. Lo afferma l’imperiese Franco Maragliotti che, attualmente, si trova a Freetown in Sierra Leone, dove da tempo ha avviato il progetto “Matteo4U” per aiutare i giovani del luogo.

A causa della pandemia, Maragliotti è rimasto bloccato nello stato africano senza poter rientrare in Italia, affrontando numerose difficoltà.

Con la riapertura degli aeroporti, ora Maragliotti potrà presto tornare a casa, ma la situazione in Sierra Leone è critica e rinnova l‘appello per sostenere il progetto.

Coronavirus: l’imperiese Franco Maragliotti bloccato in Sierra Leone da oltre 4 mesi

Cos’è successo?

“Sono partito da Imperia in macchina il 19 dicembre, come faccio da 6 anni. Questa volta, però, non sono riuscito a rientrare. A marzo sarei dovuto tornare a casa per portare il Discovery che comprato in Sierra Leone e continuare a finanziare il mio percorso con la vendita e il lavoro del garage. Purtroppo l’emergenza Covid ha spezzato la catena che alimentava il percorso che ho costruito in questi anni e adesso devo fare il bilancio e chiedermi se continuare o meno”.

Come sono andati questi mesi?

“Purtroppo la situazione internazionale ha colpito tutti e di conseguenza anche la piccola economia che mi sosteneva è crollata.

Il coronavirus ha bloccato l’aeroporto e di conseguenza tutti gli amici intenzionali sono andati via per non restare bloccati qui, quindi siamo rimasti senza lavori da eseguire per ricavare il denaro necessario. Nonostante ciò, abbiamo fatto del nostro meglio per lavorare e cercare di autosostenere il garage della Matteo 4U.

Ora purtroppo sono allo stremo e i soldi sono ormai finiti. Ho finanziato fino a quando ho potuto con i miei soldi personali e non riesco a continuare il percorso iniziato molti anni fa. A breve aprirà l’aeroporto e tornerò a casa per riposare e fare il punto della situazione, non ho volutamente postato nulla per molti mesi perché sono cosciente dei grandi problemi che tutti stanno affrontando in Italia e nel mondo e non ho avuto il coraggio di chiedere aiuto con donazioni.

Nel mio piccolo qualcosa è stato fatto e i pochi ragazzi (ormai uomini) sono diventati molto bravi e hanno imparato molto, persino a fare le diagnosi elettroniche con il computer. Voglio ringraziare tutti quelli che hanno creduto in me e hanno contribuito perché tutto ciò potesse esistere”.

E dal punto di vista sanitario avete avuto difficoltà?

“No, abbiamo seguito le procedure di isolamento seppur con soli 3 giorni di blocco totale in due tempi diversi (6 in totale) e abbiamo avuto il coprifuoco dalle 9 di sera fino alle 6 del mattino da marzo a metà luglio.

Ci sono stati dei casi ma io per fortuna non ho avuto problemi e notizie di nessuno che conosco con il covid”.

C’è un modo per sostenere il progetto?

Avevo aperto una raccolta fondi a dicembre sul mio profilo Facebook e su quello della Matteo 4U, ma l’obiettivo non è stato raggiunto. Ho raccolto circa 900 euro, ma per mandare avanti tutto ne spendo circa 1.800 euro al mese, senza contare le emergenze e senza includere le mie esigenze personali.

Ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicino e chi deciderà di supportare ancora il progetto”.

Per la raccolta fondi:

 

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