25 Dicembre 2024 14:02

25 Dicembre 2024 14:02

Imperia: piano regolatore portuale, rabbia Compagnia Maresca. “Drastica turisticizzazione che distrugge tessuto industriale”

In breve: Si tratta di un altro tassello relativo al progetto di riqualificazione dell’intero waterfront imperiese.

I portuali della Compagnia Maresca di Imperia, intervengono con una nota stampa in merito al piano regolatore portuale. Si tratta di un altro tassello relativo al progetto di riqualificazione dell’intero waterfront imperiese.

Imperia: piano regolatore portuale, la replica della Compagnia Maresca

“In merito alle fantomatiche dichiarazioni, da campagna elettorale, che si sono fatte in questi giorni relative alla trasformazioni delle aree portuali del bacino di Oneglia in una “Barcelloneta” vorremmo precisare che le modifiche apportate ed eventualmente apportabili alla realtà industriale di questa città nel corso degli anni  non sono avvenute per caso ma per precise scelte politiche, tutte mirate alla distruzione di gran parte del tessuto industriale e che si sono indirizzate solo verso una drastica turisticizzazione che, dopo l’esperienza Covid, si è rivelata, essendo uni vocazionale, una scelta del tutto miope.

Nei fatti, questa visione, premia pochi a discapito di tanti operatori oggi presenti nelle aree portuali che vorrebbero perseguire lo sviluppo del proprio ramo aziendale commerciale, turistico, peschereccio o altro.

Le volumetrie ipoteticamente incongrue che ora si vorrebbero eliminare sarebbero:

  • La pesa pubblica unica pesa doganale della città di Imperia con pesatori giurati iscritti alla C.C.I.A. (le agenzie di spedizione e operatori commerciali soprattutto commercianti di olio ne usufruiscono in maniera regolare)
  • La sede della Impresa Portuale e della  Compagnia Maresca con i magazzini, uffici, spogliatoi e officina.
  • Il magazzino di Deposito Fiscale ai fini I.V.A. n° 503/f costituito nel Deposito Doganale Privato di tipo “C” n° 5364 F dalla Direzione Compartimentale di Genova con l’Autorizzazione n .IT/GE n° 000290 prot. 6614 del 29/03/1996
  • Il Terminal del cemento della Cementi Centro Sud del gruppo francese VICAT presente in dodici paesi con 9950 dipendenti
  • Le aree di attracco e di vendita della flotta peschereccia di Oneglia

Tutte queste rappresentano il motore, la bellezza e la singolarità del porto di Oneglia!

Rinunciare a tutte queste realtà in nome di una non ben definita ‘barcellonizzazione’ dell’area ci sembra del tutto e volutamente miope per creare interessi di alcuni senza salvaguardare o dare un futuro alle attività e le maestranze già presenti.

Ma forse miopi siamo noi che pensiamo, da “inguaribili romantici”, ad uno scalo marittimo pubblico e multivocazionale, in cui tutte le attività possano coesistere e svilupparsi in armonia e che, con le maestranze professionali già presenti, possa essere un’opportunità di sviluppo. In un paese dove le merci viaggiano in gran parte su gomma (le condizioni delle nostre ‘meravigliose’ autostrade e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti) potrebbero avere l’opportunità, ad esempio, di far viaggiare le merci ed i turisti attraverso un corridoio libero, il mare. Perché questo non si prevede?  Scelte politiche non solo locali lo impediscono. Perché questo non è mai diventato oggetto di valutazione e discussione su nessun tavolo di concertazione neanche a livello locale?

Noi portuali, dopo 95 anni, siamo ancora qui. Quando a questa Amministrazione abbiamo chiesto indicazioni sul futuro del nostro piccolo porto commerciale la risposta è stata che non è previsto alcun futuro per il porto di Oneglia. Quando le precedenti Amministrazioni ci hanno chiesto di collaborare per uno sviluppo turistico anche nel bacino Onegliese non lo abbiamo negato collaborando sulla gestione degli Yachts di calata Cuneo e non solo. Ora questa Amministrazione pensa di spazzare tutto e tutti per creare un area di pseudo bellezza gestita magari in modo fallimentare, come il bacino portuale di Porto Maurizio, da faccendieri senza scrupoli che possano operare ed imperare senza che altre realtà possano lavorare convivere e svilupparsi.

Noi comunque continuiamo a pensare che un porto rappresenti un polmone ed un’opportunità di lavoro per tutti e non per pochi per uno sviluppo di una città storicamente multivocazionale come la nostra, dove commerci di tutti i generi hanno sempre creato nel passato benessere e ricchezza di molti cittadini Imperiesi fieri di vivere e lavorare in una città di tutti e non di pochi”.

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