Ha 63 anni ed è di Nizza Monferrato il killer di Luciano Amoretti, l’ex gioielliere 75enne trovato morto all’interno di un appartamento in Corso Garibaldi.
Il 63enne è stato arrestato questa notte, insieme a un presunto complice di 50 anni (la cui posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti), dalla squadra mobile coordinata dal commissario Giuseppe Lodeserto. I due sono accusati di concorso in omicidio.
Il movente, spiegato agli inquirenti dallo stesso omicida, sarebbe riconducibile a questioni di denaro legate ad affari di compravendita esistenti tra il 63enne e Luciano Amoretti.
Presenti in Questura per fornire i dettagli sull’indagine il Procuratore Alberto Lari, il Questore Pietro Milone, il capo della Squadra Mobile Giuseppe Lodeserto e il dirigente del Commissariato di Sanremo Giovanni Santoro.
Omicidio a Sanremo: arrestate due persone, la ricostruzione delle forze dell’ordine
Questore Pietro Milone
“Serviva dare una risposta immediata alla cittadinanza che in casi efferati come questo percepisce tanta insicurezza. Abbiamo dato una risposta di compattezza, una squadra mobile che ha lavorato in sinergia con il commissariato, con un’altra squadra mobile che ha eseguito i provvedimenti di fermo e una Procura che non ci ha mai lasciato soli. La ricetta per risolvere l’omicidio che altrimenti, se si trascina oltre le 48 ore diventa difficilmente risolvibile.
È stato un crimine efferato, è stato usato un grosso martello, una mazzetta, quindi un crimine molto violento, abbiamo visto i segni sul luogo. Per questo serviva un segnale rapido di coesione e una risposta rapida. Grazie alla competenza del nostro personale e della Polizia Scientifica siamo riusciti a dare ai cittadini”.
Alberto Lari
Le indagini
“Ci sono volute meno di 24 ore. È iniziata un’attività di indagine ad horas, tutte le forze dell’ordine si sono concentrate su Sanremo, immediatamente sono state prese le videosorveglianze, sono stati acquisti i tabulati. Incrociando i dati è stato dato un volto alla persona, le abilità delle forze dell’ordine hanno fatto sì di dare un nome a questa persona che era stata vista incontrarsi con Amoretti vicino alla vecchia stazione di Sanremo. Una persona che non era di solita frequentazione, di Nizza Monferrato. È stato solo l’intuito investigativo delle forze dell’ordine a dare un nome alla persone. Ci sono stati i riscontri che hanno portato all’arresto questa notte e il rinvenimento dell’arma del delitto e i telefoni.
La dinamica dei fatti
La dinamica accertata è che è stato colpito più volte alla testa con una mazzetta da carpentiere, l’arma è stata ritrovata ai bordi di un fiume nell’astigiano con la collaborazione dell’arrestato che ha indicato dove si trovava l’arma e ha ammesso di aver commesso il reato in spontanee dichiarazioni in cui ha spiegato anche i motivi del gesto.
Sulla seconda persona preferiamo non dire nulla perché la posizione è al vaglio del Pubblico Ministero”.
Giuseppe Lo Deserto
“Attraverso la visione delle numerose telecamere cittadine di ottima qualità e attraverso lavoro di intelligence siamo riusciti a ricostruire il tragitto effettuato dal fermato e che prima di giungere sul luogo del delitto ha incontrato la vittima e quest’ultima lo ha accompagnato in macchina presso la propria abitazione.
Si tratta di un lasso di tempo di circa 20 minuti. Dopodiché l‘aggressione è uscito dall’abitazione della vittima e si è dileguato.
Il movente del gesto è di natura economica legato a degli affari tra vittima e aggressore.
Dopo l’omicidio unitamente alla seconda fermata la cui posizione è al vaglio degli inquirenti si sono recati a bordo della vettura dell’omicida e si sono recati in autostrada, sono anche arrivati insieme a Sanremo. Al momento dell’arresto erano insieme nell’abitazione della seconda persona”.