L’AMAT interviene tramite una nota stampa in merito alle dichiarazioni del sindaco di San Bartolomeo al Mare, Valerio Urso, e alla successiva replica di Rivieracqua, per quel che riguarda la scarsità di pressione dell’erogazione dell’acqua nel comune del Golfo Dianese.
San Bartolomeo al mare: manca l’acqua, l’intervento di AMAT
“Facciamo riferimento alla lamentata scarsità di pressione da parte del Comune di S. Bartolomeo al Mare e la replica di Rivieracqua attraverso la quale si vorrebbe far risalire le cause di tali disservizi al mancato subentro della stessa Rivieracqua nel perimetro di gestione di AMAT.
Come è noto l’alimentazione idrica principale del Comune di Imperia così come dei comuni del Golfo Dianese è assicurata tramite la condotta del Roja 1 alimentata dai pozzi siti in Comune di Ventimiglia; tale condotta è stata raddoppiata, nel tratto tra i pozzi stessi e Capoverde, tramite la realizzazione della cosiddetta condotta “Roja 2” (o Roja bis), opera realizzata e finanziata, tra la fine degli anni 90 e i primi anni 2000, per circa il 75% da AMAT.
Altrettanto noto è che da oltre un anno la condotta Roja 1 è interrotta presso il Comune di Sanremo con la conseguenza che presso il punto di approdo della condotta Roja 2 presso Capo Verde una parte dell’acqua da essa trasportata venga prelevata e inviata, in senso contrario al normale funzionamento del sistema, verso Sanremo tramite il ramo di levante della condotta Roja 1 insistente nel Comune di Sanremo stesso.
Sono altresì di dominio pubblico le criticità, dovute alla vetustà, del tratto di condotta Roja 1 che costringono AMAT ad intervenire quasi giornalmente per effettuare interventi di riparazione e che, quasi sempre, grazie alla professionalità ed alla dedizione delle maestranze di AMAT permettono di ridurre al minimo i disagi per tutta l’utenza sia di Imperia sia dei successivi Comuni serviti da tale condotta.
Dell’estrema delicatezza di questa situazione ne sono consapevoli, da lungo tempo, sia tutte le Amministrazioni interessate sia le Aziende coinvolte (Amaie e Rivieracqua) così come, dette criticità, sono state ribadite da parte dell’apposita Unità di Crisi del Sistema Roja tramite lettera del 15/6 u.s. (All. 1a e 1b) e riprese dal presidente di AMAIE del 23/6 u.s. (all. 2); A questo proposito giova ricordare che i vertici tecnici di Rivieracqua e AMAIE sono costituiti dalle stesse persone, perfettamente a conoscenza dell’attuale situazione così come del prelievo di acqua, non effettuato le estati precedenti, effettuato a Capo Verde a favore di Sanremo, e quindi non possono che stupire certe affermazioni fatte da Rivieracqua quali “…Rivieracqua ha richiesto ad AMAT di aumentare urgentemente la pressione, operazione del resto già effettuata da AMAT nelle estati passate.” che appaiono, quindi, come volutamente tendenziose soprattutto quando, ed è di tutta evidenza, sarebbe interesse di AMAT inviare quanta più acqua possibile verso il Golfo Dianese dato che tale forniture sono oggetto di fatturazione.
La situazione di vetustà della condotta Roja1 (che ad oltre 50 anni è giunta al fine vita) fa sì che la pressione dell’acqua indirizzata al golfo danese in questo momento sia spinta al massimo tecnicamente possibile che nel contempo consenta di evitare il rischio più che probabile rischio di determinare rotture gravi e ripetute che avrebbero la conseguenza di compromettere completamente la fornitura idropotabile per i Comuni del Golfo Dianese; di ciò ne sono ampiamente consapevoli sia Rivieracqua sia i Comuni interessati (all 3).
Tutto ciò premesso corre l’obbligo, a favore di chiarezza e verità, di precisare quanto segue.
AMAT, in collaborazione con i propri Soci, aveva già predisposto la progettazione, e reperito i finanziamenti, per il rifacimento di circa 6,6 chilometri di Roja 1 in sinergia con il rifacimento (attualmente in corso) di altri 2,5 chilometri da parte del Comune di Imperia e secondo delle tempistiche tali da poter utilizzare il tracciato ferroviario dismesso oggetto di imminente costruzione della pista ciclabile (all. 4); occasione, questa, che in futuro non sarà più sfruttabile e costringerà ad individuare un tracciato alternativo ben più costoso.
AMAT, in data 25 maggio u.s., ha chiesto all’EGA, nella persone del Commissario ad Acta, l’indizione di una conferenza dei servizi al fine di ottenere le autorizzazioni necessarie e la rassicurazione che l’elevato investimento conseguente fosse riconosciuto ad AMAT nell’ambito del valore di riscatto che Rivieracqua dovrà riconoscere alla stessa nell’ambito del subentro nella gestione (all. 5); ad oggi l’EGA non pare aver ritenuto tale istanza meritevole di riconoscimento e quindi dobbiamo immaginare che non consideri tale investimento né essenziale né urgente.
Il voler tentare, da parte di Rivieracqua, come letto nei recentissimo articoli di stampa, di ricondurre al mancato subentro da parte della stessa nella gestione di AMAT la mancata risoluzione delle evidenziate criticità appare evidentemente del tutto strumentale e ultroneo data che la ben nota crisi finanziaria della stessa, tale da non poter prevedere nel proprio piano concordatario neppure il pagamento integrale e anticipato del valore di riscatto dovuto ad AMAT, non ci fa comprendere con quali risorse la stessa Rivieracqua immagini di poter affrontare gli ingentissimi investimenti che le sopraccitate criticità rendono necessari.
In ultimo per quanto riguarda le affermazioni di Rivieracqua quali ad, esempio: “Tuttavia AMAT non ha finora acconsentito a tale richiesta, nonostante i solleciti di Rivieracqua. Quest’ultima è stata dunque costretta a denunciare questa situazione a tutte le competenti Autorità, alle quali ha chiesto di intervenire anche autoritativamente nei confronti di AMAT.”, che lascerebbero calunniosamente intendere che la stessa AMAT stia commettendo dei reati, daremo risposta nelle competenti sedi giudiziarie”.